Il 1° dicembre 2019, durante un’intervista rilasciata al Tg3, il ministro Dario Franceschini ha parlato dei risultati delle “Domenica al museo”, l’iniziativa che prevede l’ingresso gratuito in tutti i musei statali la prima domenica di ogni mese. È stata promossa nel 2014 dal Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo (Mibact) – già all’epoca guidato da Franceschini nel governo Renzi – e oggi, di nuovo con Franceschini al Mibact – è ancora in vigore.

Secondo Franceschini (minuto 01:15), «dal 2014 sono andate [nei musei statali] circa 15 milioni di persone, un numero enorme, nella prima domenica [del mese] gratuita, e in alcune domeniche addirittura sono andate più persone nei musei che negli stadi di Serie A a vedere le partite».

Ma che cosa ci dicono oggi i dati?

“Domenica al museo”: che cosa ci dicono i numeri

L’Ufficio statistica del Mibact ha negli anni raccolto il numero degli ingressi ai musei avvenuti sfruttando i vantaggi offerti dall’iniziativa “Domenica al museo”.

Dal luglio 2014 – mese in cui è stata introdotta l’iniziativa – al 4 ottobre 2019 – termine ultimo per cui sono disponibili i dati –, sono stati 15 milioni i visitatori che hanno beneficiato di questa possibilità, visitando musei e siti archeologici presenti nel nostro Paese. La cifra è perfettamente in linea con quella riportata dal ministro e proviene d’altra parte direttamente dal Ministero che guida.

Franceschini ha parlato, nello specifico, di «un numero enorme». Ma è davvero così?

Come abbiamo già scritto in passato, stando ai dati del Mibact nel 2013 – ultimo anno prima dell’introduzione delle domeniche gratis – i visitatori complessivi erano stati poco meno di 38,5 milioni, di cui 17,6 milioni paganti.

Questo numero va confrontato con i 15 milioni di beneficiari totali dell’iniziativa “Domenica al museo”, partita l’anno successivo: si tratta appunto del totale pluriennale. Nello specifico, chi ha aderito all’iniziativa si è distribuito abbastanza equamente negli anni: più di 3 milioni di persone all’anno nel 2015, 2016, 2017 e 2018; 1,5 milioni di persone circa nel 2014, quando l’iniziativa è cominciata il 1° luglio; e 1,5 milioni di persone circa per il 2019 (dati parziali), considerato che il dato diffuso il 4 ottobre conteggia solo tre domeniche su sei totali previste per l’anno.Nel corso degli anni i visitatori hanno raggiunto i numeri più alti nei mesi primaverili, con il massimo nel maggio 2015 (quasi 450.000 visitatori) e nel maggio 2017 (385.000). Ricordiamo, però, come “Domenica al museo” non è l’unico caso in cui si può accedere ad un museo o ad un parco archeologico senza pagare. Esistono anche altre esenzioni (età o altre caratteristiche) che permettono ad alcune categorie di visitatori di non pagare il biglietto di ingresso. Nel 2018, ad esempio, il totale di questi visitatori è stato 11 milioni, di cui “solo” 3 grazie alle domeniche gratuite. Esistono poi dei musei sempre gratuiti, i cui visitatori nel 2018 sono stati quasi 19 milioni.

La quota dei non paganti ai musei italiani è dunque consistente a prescindere dall’iniziativa delle domeniche gratuite, e chi usufruisce di quest’ultima è una quota minoritaria dei non paganti totali.

Musei vs stadi

Ma davvero, come sostenuto da Franceschini, in certe domeniche erano più i visitatori dei musei rispetto ai tifosi allo stadio?

I dati sugli spettatori del principale campionato di calcio italiano sono forniti dalla Lega di Serie A. Si legge che i numeri «non rivestono ancora carattere di ufficialità». Abbiamo provato a contattare la lega di Serie A per aver chiarimenti ma siamo in attesa di una risposta: possiamo ipotizzare che il calcolo venga fatto sulla base dei biglietti venduti, senza tenere conto di quante persone si presentano effettivamente allo stadio e in quanti acquistano il biglietto poco prima della partita.

Come visto sopra, le giornate di picco dell’iniziativa “Domenica al museo” sono state a maggio 2015 e a maggio 2017.

Il 3 maggio 2015 (34° giornata di campionato) gli spettatori presenti negli stadi sono stati in totale 157.000, numero al di sotto dei 435.000 che hanno visitato un museo o un parco archeologico. Discorso simile vale anche per il 7 maggio 2017, seconda migliore domenica al museo per numero di visitatori (385.000): allo stadio i tifosi erano 174.000.

Franceschini sembra quindi avere ragione anche su questo punto.

L’affermazione del ministro Franceschini è dunque fattualmente corretta. Ma fare il confronto tra spettatori negli stadi e visitatori dei musei per provare il successo delle domeniche gratuite potrebbe essere un po’ fuorviante. I musei sono infatti aperti per tutto il giorno, e non solo per la durata di una partita, e si può tranquillamente seguire il calcio in televisione senza dover comprare un biglietto per lo stadio.

Il verdetto

Dario Franceschini ha detto che dal 2014 sono state 15 milioni le persone che hanno beneficiato dell’iniziativa “Domenica al museo”. Il ministro dei Beni culturali ha poi aggiunto che «in alcune domeniche addirittura sono andate più persone nei musei che negli stadi di Serie A a vedere le partite».

È vero che complessivamente sono stati 15 milioni i visitatori che, dal 2014 a metà 2019, sono entrati gratis al museo la prima domenica del mese, ed è vero – anche se il paragone suscita qualche perplessità, considerate le differenze tra le due attività messe a confronto – che in alcune domeniche siano stati più i visitatori dei musei che gli spettatori agli stadi per le partite di calcio.

Franceschini nel complesso merita un “Vero”.