Il senatore “ribelle” del M5s Gianluigi Paragone, in aperta polemica con il capo politico del Movimento Luigi Di Maio, in un’intervista a La Repubblica del 19 dicembre ha accusato la dirigenza del suo partito di aver consegnato «al solo Salvini la critica all’austerity contenuta nel manifesto dei 32 professori universitari». In particolare, secondo Paragone, questi professori «vogliono solo ricordarci che l’Eurozona ha la peggiore performance economica del mondo».

Ma è davvero così? Davvero i 32 professori sostengono questo e, soprattutto, davvero l’Eurozona ha la peggior performance economica del mondo? Andiamo a vedere i dettagli.

Il manifesto dei 32 professori

Il manifesto dei 32 professori a cui fa riferimento Paragone è stato pubblicato il 4 dicembre su MicroMega, rivista che si autodefinisce «per una sinistra illuminista». Il 5 dicembre, nel corso di un intervento al Senato, Matteo Salvini ha in effetti ripreso il contenuto del manifesto e ha citato uno per uno i suoi sottoscrittori.

Il manifesto prende di mira in particolare la riforma del Meccanismo europeo di stabilità, o più brevemente Mes, di cui ci siamo di recente occupati in diverse analisi (ad esempio qui e qui). Secondo i 32 firmatari, l’Italia dovrebbe opporsi a questa riforma, in quanto potenzialmente pericolosa per gli interessi del nostro Paese.

Nel testo del manifesto, che è stato ampiamente citato da Salvini nel corso del suo intervento, non si afferma mai, tuttavia, che l’Eurozona abbia la peggior performance economica del mondo.

Anche perché, come vedremo adesso, questa affermazione non è vera.

La performance economica dell’Eurozona: un confronto

Il Fondo monetario internazionale (Fmi) riporta sul suo sito le previsioni – diffuse a ottobre – sulla crescita economica per il 2019 dei vari Stati e delle varie regioni del mondo.

L’Eurozona fa segnare per l’anno in corso una crescita del proprio Pil pari all’1,2 per cento, meno dell’1,7 per cento delle “Economie avanzate” nel complesso, ma più di altre macro-aree come Sudamerica e Caraibi (+0,2 per cento) o Medio Oriente e Asia Centrale (+0,9 per cento). Le previsioni della Commissione europea, sempre di ottobre, sono leggermente più pessimistiche, riportando per il 2019 un +1,1 per cento, ma sostanzialmente confermano quanto riportato dal Fmi.

L’Eurozona poi, a differenza di tutte le altre macro-aree prese in esame dal Fmi, è caratterizzata dall’avere una politica monetaria comune e politiche economiche strettamente coordinate. La possiamo quindi mettere a confronto anche con singoli Stati. Ne emerge che sono moltissimi, circa una quarantina, i Paesi che hanno performance economiche peggiori.

Per citare solo i casi più importanti, secondo le previsioni del Fmi la Russia nel 2019 crescerà dell’1,1 per cento, il Giappone dello 0,8 per cento, il Brasile dello 0,9 per cento, il Sudafrica dello 0,7 per cento, la Turchia dello 0,2 per cento, Singapore dello 0,5 per cento, la Svizzera dello 0,8 per cento, Hong Kong dello 0,3 per cento e il Messico dello 0,4 per cento. Il Regno Unito, che non fa parte dell’Eurozona e presto dovrebbe abbandonare la Ue, fa registrare la stessa identica percentuale di crescita del Pil per quest’anno, +1,2 per cento.

Il verdetto

Gianluigi Paragone (M5s) ha affermato che i 32 firmatari del manifesto contro la riforma del Mes vogliono solo ricordarci che l’Eurozona ha la peggior performance economica del mondo.

L’informazione però non è corretta: nel manifesto in questione non c’è traccia di una simile affermazione. I 32 sottoscrittori hanno infatti concentrato le proprie critiche sulla riforma del Mes e non sulle prestazioni economiche dei Paesi dell’area euro.

È inoltre falso che l’Eurozona abbia la peggior performance economica del mondo: per quanto la sua crescita non sia la migliore, altre macro-aree fanno registrare prestazioni inferiori e numerosi Stati, tra cui Russia, Giappone e Brasile, hanno una crescita del Pil prevista per il 2019 inferiore a quella dell’area euro. Per Paragone, dunque, “Pinocchio andante”.