Il 26 novembre, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha scritto su Twitter che la «Banca mondiale certifica che le imprese italiane sono le più tassate al mondo».

Il tweet è accompagnato anche da uno screenshot di un articolo del 26 novembre di Tgcom24, intitolato “Rapporto Banca Mondiale: imprese italiane le più tassate al mondo”.

Ma è davvero così? Secondo la Banca mondiale, l’Italia è il Paese al mondo che tassa di più le aziende? Abbiamo verificato e Meloni sbaglia.

Che cosa dice la Banca mondiale

Come fonte, Tgcom24 cita i dati contenuti nel rapporto Paying Taxes 2020, pubblicato il 26 novembre dalla Banca Mondiale e da PricewaterhouseCoopers (PwC), un’azienda di consulenza internazionale in ambito economico. Questa ricerca raccoglie alcune statistiche relative al 2018 sui regimi fiscali per le imprese in 190 Paesi del mondo (in realtà 189, perché non si hanno a disposizione i dati sulla Somalia).

Secondo l’articolo, e quanto riportato da Meloni, a collocare l’Italia al primo posto nella classifica dei Paesi che tassano di più le imprese sarebbe il carico fiscale complessivo sui profitti commerciali, pari al 59,1 per cento.

In effetti, questa percentuale è contenuta nel nuovo rapporto della Banca mondiale e di PwC, e per la precisione indica il valore del Total tax & contribution rate (Ttcr). Questo indicatore misura, in sostanza, quante tasse pagano le imprese in un Paese.

«Il Ttcr è definito come la somma di tutte le tasse e i contributi sociali pagati, messi in rapporto con i profitti commerciali di un’azienda», chiarisce il rapporto Paying taxes 2020.

Gli autori del rapporto hanno fatto i loro calcoli prendendo in considerazione per ogni Paese un caso di studio, che ha avuto per oggetto d’indagine un’impresa di medie dimensioni nel suo secondo anno di operatività.

Nel 2018, il Ttcr per l’Italia è stato in media del 59,1 per cento, in aumento (+6 per cento) rispetto al 53,1 per cento dell’anno precedente. Questo incremento, spiegano PwC e Banca mondiale, è dovuto al fatto che gli sgravi contributivi introdotti dal governo Renzi per i dipendenti assunti nel 2016 non si applicano al caso di studio oggetto d’indagine del rapporto, perché tutti i dipendenti analizzati erano stati assunti nel 2017 (è infatti il 2018 il secondo anno di operatività preso in considerazione dallo studio).

La classifica mondiale

Ma questo 59,1 per cento certifica davvero che «le imprese italiane sono le più tassate al mondo», come dice Meloni? La risposta è no: su 190 Paesi, 23 hanno fatto registrare nel 2018 un Total tax & contribution rate maggiore dell’Italia.

Tra questi ci sono tre grandi economie mondiali come Brasile (65,1 per cento di Ttcr), Francia (60,7 per cento) e Cina (59,2 per cento). Sul podio dei Paesi con un Ttcr più basso ci sono il Brunei (8 per cento), Vanuatu (8,5 per cento) e Georgia (9 per cento).

In generale, il 59,1 per cento di Ttcr dell’Italia è più alto sia della media mondiale (40,5 per cento) che di quella europea (38,9 per cento).

Gli aumenti più significativi rispetto al 2017 – oltre al +6 per cento del nostro Paese – si sono registrati in Ghana (+23 per cento), Guinea (+7,9 per cento), Mali (+6,2 per cento) e Timor Est (+6,1 per cento).

Oltre alle statistiche sulle tasse, il rapporto della Banca mondiale e di PwC prende in considerazione anche altri indicatori, relativi alla burocrazia.

Messi insieme, questi valori concorrono alla formazione di una valutazione globale, il cosiddetto overall ranking, che in sostanza descrive qual è il peso del fisco e delle pratiche burocratiche dell’avere un’impresa in Italia.

Nella classifica generale, il nostro Paese si colloca alla posizione numero 128 su 189, ultima tra i Paesi del G7 e terzultima tra i membri del G20. A far peggio di noi tra i Paesi industrializzati ci sono solo Brasile (184) e Argentina (170). Ai primi tre posti ci sono il Bahrein, Hong Kong e il Qatar, con l’Irlanda in quarta posizione.

Il verdetto

Secondo Giorgia Meloni, la «Banca mondiale certifica che le imprese italiane sono le più tassate al mondo». L’ultimo rapporto Paying taxes 2020 dell’istituzione internazionale – realizzato con PwC – non giustifica però questa affermazione.

Nel 2018, in Italia il rapporto tra le tasse pagate da un’azienda e i suoi profitti commerciali era del 59,1 per cento, percentuale superata però da quella di altri 23 Paesi (sui 190 esaminati).

È vero comunque che se si tengono in considerazione anche i vincoli burocratici, oltre al peso delle tasse, l’Italia è ultima tra i Paesi del G7 e terzultima tra quelli del G20.

In conclusione, Meloni si merita un “Nì”.