Il 10 ottobre 2019, la viceministra dell’Istruzione Anna Ascani (Pd) ha detto in un video su Twitter (min. 01:10) che «il governo che ci ha preceduto ha raggiunto il record di supplenti».

Abbiamo verificato.

Diversi tipi di supplenze

In Italia esistono, per i docenti non di ruolo, due tipologie principali di supplenza: annuali e temporanee. La supplenza annuale riguarda la copertura delle cattedre e dei rispettivi posti disponibili che, al 31 dicembre, risultano ancora vacanti. Con la supplenza annuale l’incarico dura fino alla conclusione dell’anno scolastico (31 agosto).

La supplenza temporanea, invece, ha come scadenza il 30 giugno (data di conclusione dell’attività didattica) e riguarda tutti quei posti che, in origine non disponibili, lo diventano per particolari ragioni. Rientrano, ad esempio, tra queste, l’aumento della popolazione scolastica o del numero di classi, la sostituzione di personale di ruolo assente per motivi di ricerca, aspettativa o famiglia.

Vediamo ora qualche numero: quanti sono stati negli anni i supplenti in Italia?

Gli insegnanti in Italia

Nell’anno scolastico 2018/2019, stando al Rapporto 2019 sul coordinamento della finanza pubblica [1] stilato dalla Corte dei Conti, in Italia i docenti di ruolo erano 722.430.

Quelli non di ruolo, invece, erano in totale 163.776, di cui 35.863 supplenti annuali e 127.913 supplenti temporanei. Nell’anno scolastico 2015/2016 i docenti supplenti avevano visto una diminuzione rispetto ai trend degli anni precedenti (100.277 contro i 105-118 mila dei 6 anni precedenti). La riduzione era stata significativa soprattutto guardando ai supplenti annuali che, nel giro di un anno, erano diminuiti del 61 per cento, passando dai 14.405 del 2014/2015 ai 5.601 del 2015/2016.

A partire dall’anno scolastico 2016/2017, poi, il numero totale dei supplenti (sia annuali sia temporanei) è ricominciato a salire. Che cosa ci dicono questi numeri?

Stando a quanto riportato dalla Corte dei Conti, la recente crescita del personale supplente annuale «si riconduce alla difficoltà a coprire tutti i posti vacanti e disponibili con le nomine in ruolo» a causa del «minor numero di vincitori» e del mancato completamento di alcune procedure del concorso del 2016. La carenza di personale iscritto alle graduatorie di merito e in quelle ad esaurimento è risentita soprattutto nelle regioni del Nord del Paese.

D’altra parte, poi, guardando alle supplenze temporanee, la Corte dei Conti sostiene che l’aumento del personale sia soprattutto da associarsi alla crescita delle supplenze «sui posti di sostegno».

Il record di supplenze

Anna Ascani ha parlato nello specifico di «record di supplenti». Abbiamo contattato il Miur per consultare dei dati che prendessero in esame anche il periodo precedente al report della Corte dei Conti (e, quindi, i supplenti prima del 2009/2010). Il Ministero ci ha però indicato proprio il report 2019 della Corte dei Conti come il documento più completo a cui fare riferimento.

Dunque, guardando ai numeri, nell’anno scolastico 2018/2019 si può effettivamente parlare di record negativo delle supplenze rispetto agli ultimi 10 anni.

Durante lo scorso anno scolastico il numero totale dei supplenti (163.776) è risultato essere il più alto degli ultimi 10 anni. Nell’anno scolastico 2018/2019, il 18,7 per cento dei docenti era supplente.

Il rapporto percentuale, come mostra la tabella 2, è il più alto dal 2009 ad oggi.

Il verdetto

Anna Ascani ha sostenuto che durante l’anno scolastico 2018/19 è stato raggiunto un record negativo per quanto riguarda gli insegnanti non di ruolo in Italia.

Stando all’ultimo rapporto pubblicato dalla Corte dei Conti, nell’anno scolastico 2018/2019 il numero di supplenti in Italia è stato il più alto degli ultimi 10 anni: 163.776 unità, il 18,7 per cento del totale dei docenti.

Anna Ascani merita, dunque, un “Vero”.




[1] Il rapporto prende in esame i docenti di ruolo e i supplenti della scuola statale. Per l’anno scolastico 2018/2019 i dati sono provvisori e raccolti a febbraio 2019.