Con un tweet del 22 ottobre 2019, la deputata Deborah Bergamini (Fi) ha criticato il reddito di cittadinanza (Rdc) affermando che il Movimento 5 Stelle, il principale promotore della misura, «combatte la povertà in Italia con una misura che guarda al benessere degli stranieri».

Bergamini aggiunge poi che agli stranieri, che rappresentano solo l’8,7 per cento della popolazione, andrebbe il 10 per cento dei fondi stanziati per il reddito di cittadinanza (Rdc).

Verifichiamo se questi dati sono corretti.

Reddito di cittadinanza agli stranieri, sì o no?

La possibilità di concedere il reddito di cittadinanza ai cittadini stranieri è stata a lungo negata da alcune forze politiche, in particolare dallo stesso M5s. Prima dell’introduzione del Rdc infatti, lo stesso leader del Movimento Luigi Di Maio aveva dichiarato in diverse occasioni che solo i cittadini italiani avrebbero potuto godere della nuova misura economica.

In realtà, come abbiamo verificato in passato, l’esclusione completa sarebbe stata con ogni probabilità contraria ai principi fondamentali del diritto dell’Unione Europea (che prevedono il divieto di discriminazione in base alla nazionalità) e a una consolidata giurisprudenza costituzionale.

In effetti, nel testo di legge che ha poi introdotto il Rdc, è prevista la concessione del beneficio tanto ai cittadini italiani quanto agli stranieri, comunitari o extracomunitari (con carta di soggiorno), purché residenti in Italia da dieci anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.

Ma a luglio 2019 l’esame delle domande presentate da cittadini extracomunitari dopo aprile del 2019 è stato sospeso a causa delle nuove condizioni imposte dalla legge di conversione (art. 2 co. 1 bis) del decreto che ha introdotto il Rdc. Infatti, i cittadini extracomunitari residenti nel nostro Paese che desiderano presentare domanda per il Rdc sono ora tenuti a presentare una certificazione che attesti il loro stato patrimoniale nel Paese di origine. Sono esentati da questa disposizione i rifugiati politici e coloro che provengono da Stati «nei quali è oggettivamente impossibile acquisire le certificazioni».

L’elenco di questi Stati doveva essere definito da un decreto, che in teoria sarebbe dovuto essere adottato entro il 30 giugno, ma che non ha invece mai visto la luce. Dunque per gli extracomunitari residenti in Italia l’esame delle domande è di fatto fermo a quelle presentate a marzo (data di entrata in vigore del Rdc), prima che scattasse la sospensione da aprile incluso in avanti.

Gli stranieri residenti in Italia

Secondo i dati Istat aggiornati al 1° gennaio 2019, gli stranieri regolarmente residenti sul suolo italiano sono 5.255.503, cioè l’8,7 per cento del totale di 60.359.546 persone che abitano in Italia.

A prima vista, la percentuale fornita dalla Bergamini risulta precisa. Ma questo dato necessita di un maggiore approfondimento.

In primo luogo bisogna considerare che il reddito di cittadinanza può essere accordato solo agli stranieri residenti in Italia da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. Secondo l’archivio Istat, gli stranieri residenti in Italia nel 2009 (cioè quelli che nel 2019 sarebbero in possesso del requisito dei dieci anni minimi di residenza) erano 3.891.295. Anche ammettendo che tutti quei 3,8 milioni di stranieri siano rimasti in Italia da allora, rappresenterebbero il 6,4 per cento del totale della popolazione: una percentuale anche inferiore a quella citata dalla deputata.

Ma in secondo luogo, ed è questa l’obiezione più sostanziale al ragionamento della deputata di centrodestra, il Rdc non è destinato all’intera popolazione ma a quella che vive in condizione di povertà. All’interno di questo insieme, gli stranieri sono molto più dell’8,7 (o del 6,4) per cento. Su questo aspetto torneremo più avanti.

Vediamo intanto quanti stranieri percepiscono il Rdc e quanto pesano sulle risorse erogate dallo Stato.

Quanti sono gli stranieri che percepiscono il reddito di cittadinanza?

Nel suo tweet, la Bergamini sostiene che «il 10 per cento dei fondi stanziati per #RDC, finanziato con le tasse pagate dagli italiani, va nelle loro [degli stranieri] tasche».

Guardiamo per prima cosa ai “fondi”.

I fondi stanziati

Nel 2019 sono stati stanziati in totale 5,9 miliardi di euro per il reddito di cittadinanza.

Il 10 per cento ammonterebbe quindi a 590 milioni di euro. Ma è davvero questo l’ammontare del denaro che, attraverso il reddito di cittadinanza, viene erogato agli stranieri?

Secondo il report trimestrale dell’Inps aggiornato a settembre 2019, il denaro totale erogato per reddito e pensione di cittadinanza è stato di poco superiore a 460 milioni di euro: 415 milioni sono andati ai cittadini italiani, 15,9 milioni ai cittadini europei, 24,5 milioni ai cittadini extracomunitari in possesso di permesso di soggiorno Ue e 5,8 milioni ai familiari di cittadini europei ed extracomunitari.

Per gli stranieri (europei ed extracomunitari) si spendono circa 46,2 milioni di euro in totale, in effetti il 10 per cento circa dei fondi erogati. Bergamini commette l’imprecisione di citare i fondi “stanziati”, che invece sono molto superiori.

I beneficiari

In base al più recente report dell’Inps, risulta che nel 90 per cento dei casi il Rdc è erogato a cittadini italiani, nel 6 per cento a cittadini extracomunitari in possesso di un permesso di soggiorno, nel 3 per cento a cittadini europei e nell’1 per cento a familiari dei casi precedenti. Dunque il 10 per cento di chi riceve il Rdc è composto da stranieri.

Le risorse effettivamente spese

Inoltre, in base ai numeri che abbiamo visto sulle risorse effettivamente utilizzate per erogare questa misura, è vero che circa il 10 per cento dei soldi spesi dallo Stato (46,2 milioni su 460 milioni) sia destinato agli stranieri. Questo nonostante gli importi medi mensili del Rdc per gli stranieri siano leggermente più bassi rispetto a quelli per i cittadini italiani.

Dunque, con questa interpretazione, l’affermazione di Bergamini sul 10 per cento è corretta. Scorretto, tuttavia, sostenere che il Rdc sia finanziato con “le tasse pagate dagli italiani”. È infatti finanziato dalle tasse di tutti i contribuenti che pagano le tasse in Italia, italiani e stranieri.

Al di là di questo, come anticipavamo, per stabilire se questo 10 per cento di beneficiari stranieri (e di risorse ricevute) sia una percentuale “alta” o “bassa” dobbiamo guardare ai dati sulla povertà in Italia.

Gli stranieri (e gli italiani) in povertà

Secondo il report Istat sulla povertà pubblicato a giugno 2019, le famiglie in povertà assoluta sono composte nel 68,9 per cento dei casi da famiglie di soli italiani (1 milione e 250mila) e per il restante 31,1 per cento da famiglie con stranieri (567 mila).

È quindi vero che i cittadini stranieri ricevono il 10 per cento del denaro erogato (non stanziato) per il reddito di cittadinanza, ma è anche vero che rappresentano una percentuale nettamente più alta tra le persone che vivono in condizione di povertà assoluta in Italia, che sono teoricamente i destinatari del Rdc.

Il verdetto

La deputata Bergamini ha dichiarato, in un tweet, che il 10 per cento dei fondi stanziati per il Rdc andrebbe agli stranieri, che rappresentano solo l’8,7 per cento della popolazione.

La deputata è imprecisa in più punti.

Il dato relativo al 10 per cento è corretto se riferito alle risorse spese, non ai fondi stanziati. Ma al di là di questa, che è una semplice imprecisione, è sostanzialmente scorretto suggerire che gli stranieri ricevano più benefici di quelli che gli spetterebbero: se guardiamo ai dati sulla povertà, risulta anzi il contrario, dato che gli stranieri sono circa un terzo delle famiglie in povertà residenti in Italia.

Infine è sbagliato sostenere che il Rdc sia finanziato dalle tasse degli italiani: è invece finanziato dalle tasse tanto degli italiani quanto degli stranieri che le pagano in Italia. Tutto considerato, la deputata di Forza Italia si merita un “Nì”.