Ospite di Porta a Porta, RaiUno, l’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha dichiarato che l’Italia ha affrontato la più grande crisi economica della sua storia moderna.



Alla replica di Vespa, e cioè che tutta l’Europa ha sofferto di una grave recessione, l’esponente del Partito Democratico ha affermato che solamente l’Italia ha perso, nel corso della crisi, quasi dieci punti di Prodotto interno lordo (Pil).



Verifichiamo.



Le crisi economiche dell’Italia repubblicana



Padoan ha citato la «storia moderna» del nostro Paese. Se consideriamo come “moderna” la storia dell’Italia repubblicana – anche se, a rigor di manuale, la «storia moderna» sarebbe la fase storica tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età contemporanea – non c’è alcun dubbio che la crisi iniziata nel 2008 sia la più grave registrata in quel periodo.



Nelle due precedenti fasi recessive avvenute tra il 1946 a oggi, le contrazioni del Pil sono state infatti più modeste.



Durante la prima, nel periodo 1974-1975 e nel pieno delle crisi petrolifere, la riduzione in termini percentuali del Pil era stata del 3,8%. Un valore più alto rispetto alla seconda fase recessiva, la riduzione dell’1,9% registrata nel periodo 1992-1993 a seguito degli attacchi speculativi contro la lira.



Entrambe le cifre sono largamente inferiori (come vedremo) alla recessione seguita alla crisi finanziaria globale del 2008.



La crisi del 2008 e il calo del Pil



Per avere dati sul Prodotto interno lordo confrontantabili al meglio tra i diversi anni e che tengano conto degli effetti dell’inflazione, vengono utilizzati i “valori e prezzi concatenati”: si prende in considerazione un anno di riferimento e si ricalcolano i prezzi come se fossero rimasti invariati.



Nel 2007 (ultimo anno prima della crisi) il Pil con valori concatenati al 2010 era pari a 1.687.143,2 milioni di euro. Nel 2013 (ultimo anno prima della inversione di tendenza) il Pil italiano ammontava a 1.541.171,9 milioni di euro, ovvero circa 146 miliardi in meno rispetto al livello del 2007.



Questa variazione negativa ha comportato un calo di 8,65 punti percentuali del Pil. Una contrazione notevole, vicina al 10 per cento riportato dall’ex ministro dell’Economia.



Gli altri Paesi europei



L’Italia non ha ancora recuperato il livello di Pil reale che aveva raggiunto prima dell’inizio della crisi. Nello specifico, distiamo da esso di ancora 4,2 punti percentuali*. Al contrario, il totale dell’Unione Europea ha aumentato dell’8%** il suo Pil dai livelli pre-crisi.



Questi dati vengono confermati (anche se in dollari) dalla Banca Mondiale, che mostra trend di crescita tra il nostro Paese e la media europea ben diversi fra loro.



Allo stesso tempo, il nostro non è stato il Paese a essere colpito più duramente (in termini percentuali) dalla crisi. Altri membri dell’UE sono più in alto di noi in questa classifica negativa.



La Grecia è sicuramente il caso più eclatante. Rispetto a prima della crisi economica, il Paese ellenico ha perso addirittura 26,5 punti percentuali di reddito reale. Dai 250,720.7 milioni di euro del 2007 ai 184,223.2 milioni del 2013, all’apice dello scontro con i creditori internazionali.



Cipro, Lettonia, Estonia e Irlanda sono invece quattro casi particolari. Questi Paesi hanno sì sperimentato una riduzione percentuale del Pil maggiore alla nostra negli anni di maggiore difficoltà economica – nello specifico del 19,35 per cento (Estonia 2007-2009), del 10 per cento (Cipro 2008-2014), del 20,7 per cento (Lettonia 2007-2010) e del 9,2 per cento (Irlanda 2007-2009). Ma, contrariamente a Italia e Grecia, hanno già raggiunto e sorpassato i livelli di reddito reale precedenti alla crisi del 2008.



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Tabella 1: Pil reale Italia per il periodo 2007-2017 – Fonte: Eurostat



Sono comunque economie molto piccole, se confrontate con quella italiana. Sommandole tutte ai valori del 2017, si arriva a circa un terzo del Pil del nostro Paese. Per avere un termine di paragone, la sola Lombardia, nel 2016, aveva un Prodotto interno lordo di circa 368 miliardi di euro, dunque molto più alto anche rispetto a quelli di Irlanda e Grecia (per non parlare di Cipro, della Lettonia o dell’Estonia). Notate queste eccezioni, si può dire che l’Italia sia stata senz’altro il grande Paese europeo più colpito dalla crisi.




Il verdetto



L’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha dichiarato che l’Italia ha affrontato negli ultimi anni la peggiore crisi economica della sua storia moderna. Una crisi dai tratti profondamente eccezionali, in quanto nessun altro Paese europeo – a detta di Padoan – avrebbe sperimentato un calo del Pil di quasi dieci punti.



Se guardiamo alla nostra storia dal 1946 a oggi, non si può negare che la crisi iniziata nel 2008 sia stata a tutti gli effetti la più grave per il nostro Paese. Il calo del Pil a prezzi costanti tra il 2007 e il 2013 è stato pari al 8,65 per cento. Esistono però Paesi che hanno sperimentato un calo del reddito reale ben maggiore a quello sofferto dall’Italia. Da una parte, la Grecia ha visto una riduzione del 26,5 per cento del Pil all’apice della crisi. Dall’altra, paesi come Cipro, la Lettonia, l’Estonia e l’Irlanda hanno avuto riduzioni percentuali del loro Prodotto interno lordo maggiori del nostro 8,65 per cento, sebbene abbiano poi abbondantemente recuperato e siano ritornati velocemente ai livelli pre-crisi. Si tratta tuttavia di economie paragonabili con quelle di una piccola regione italana.



Dati alla mano, la dichiarazione di Padoan è leggermente imprecisa sul calo del Pil sofferto dal nostro Paese ed errata per quanto riguarda l’eccezionalità dell’esperienza italiana. Per questo motivo l’ex ministro dell’Economia si merita un “Nì”.





* Nel 2017 il Pil reale italiano era di 1.599.773,5 milioni di euro.



** Dai 13,084,211 milioni di euro del 2008 ai 14,205,037 milioni del 2017.





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2018-10-16 11:31:56 UTC









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«L’Italia ha attraversato la più grave crisi economica della sua storia moderna […]. Nessun altro Paese ha perso quasi 10 punti di Pil».







Pier Carlo Padoan


Deputato Partito democratico



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mercoledì 10 ottobre 2018



2018-10-10





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