Silvio Berlusconi ha di fatto dato il via alla sua campagna elettorale per le politiche del 2018. Dopo alcuni mesi di assenza dagli schermi televisivi, si è fatto intervistare il 16 novembre a Porta a porta su Rai Uno. Tra le altre cose, durante la trasmissione di Bruno Vespa il leader di Forza Italia ha detto che “in questa legislatura ci sono stati 500 cambi di casacca”, concetto poi ribadito anche sul suo profilo Twitter. Vediamo se è vero.

I cambi di gruppo

Quelli che Berlusconi definisce “cambi di casacca” sono i cambi di gruppo, e cioè la decisione di un parlamentare di uscire da un gruppo parlamentare per entrare in un altro. Uno degli esempi più eclatanti degli ultimi mesi è stata la fuoriuscita dal gruppo del Pd alla Camera di 37 deputati e al Senato di 14 senatori per formare il nuovo gruppo Mdp.

Si tratta di un argomento ricorrente: ce ne eravamo già occupati nell’ottobre 2015, quando a parlare dell’argomento era stato Luigi Di Maio del M5s. Per controllare la veridicità delle dichiarazioni ci si può riferire al sito OpenParlamento, curato dall’associazione OpenPolis – lo strumento più affidabile per registrare il lavoro e il comportamento dei parlamentari durante l’attuale legislatura, che è la XVII della storia repubblicana.

Il numero dei parlamentari che ha cambiato gruppo non è lo stesso del numero di cambi di gruppo, perché alcuni deputati e senatori hanno mutato più volte la propria posizione politica in Parlamento. È il caso per esempio del senatore Luigi Compagna, che dall’inizio della legislatura ha cambiato gruppo nove volte e oggi è in Gal.

I numeri nella XVII legislatura

L’attuale legislatura, che è cominciata nel 2013 e terminerà nel 2018, ha visto più che raddoppiare i cambi di casacca rispetto alla precedente, quando, pur in un periodo travagliato – soprattutto dal 2010 e fino alla caduta del quarto governo Berlusconi – erano stati circa 4 al mese. Ora si attestano invece intorno ai 10. Ma entriamo nel dettaglio.

Gli ultimi cambi di gruppo sono quelli della settimana tra fine ottobre e inizio novembre, quando tre senatori si sono iscritti a un gruppo diverso da quello precedente: il presidente del Senato Pietro Grasso, che è passato dal Pd al gruppo misto; il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, dalla Lega al Misto; Giovanni Piccoli, che dopo essere stato per tre settimane nel Misto è tornato a Forza Italia, con la quale era stato eletto.

graph

Con questi tre sono diventati in totale 533 i cambi di gruppo in Parlamento: 299 alla Camera e 234 al Senato. Il numero di parlamentari è invece leggermente inferiore, perché, come già spiegato, la stessa persona in alcuni casi ha cambiato più volte. Nello specifico a Montecitorio sono stati 204 i deputati a cambiare idea almeno una volta nell’arco della legislatura, cioè il 32,38% del totale composto da 630 deputati, mentre a Palazzo Madama si arriva a 138 senatori, ossia il 43,13% dei 320 componenti dell’assemblea (sono inclusi i senatori a vita). Il totale di 342 parlamentari che hanno cambiato casacca corrisponde a più di un terzo (il 36%) del totale. Nella scorsa legislatura erano stati 120 deputati e 60 senatori, cioè il 18,95% di tutto il Parlamento.

Il verdetto

Silvio Berlusconi ha ragione a dire che “in questa legislatura ci sono stati 500 cambi di casacca”, anzi il dato che riporta è inferiore al totale di 533 cambi di gruppo in Parlamento, diverso naturalmente dal numero di parlamentari coinvolti (342). Per il leader di Forza Italia il verdetto è quindi “Vero”.