Verifichiamo innanzitutto se è vero che l’Italia si sia incamminata verso una prospettiva di crescita.



Secondi i dati Eurostat, il Pil italiano è cresciuto nel 2014 dello 0,1%, nel 2015 dello 0,7% e la Commissione europea prevede che cresca dello 0,9% nel 2016 e nel 2017, e dell’1,1% nel 2018. Era invece col segno negativo nel 2013 (-1,7%) e nel 2012 (-2,8%). Dunque una prospettiva di crescita, seppur contenuta, pare ci sia.



Vale la pena ricordare che, durante gli anni della crisi, il Pil italiano aveva già registrato una volta una contrazione (-1,1% nel 2008 e -5,5% nel 2009) a cui erano seguiti due anni di ripresa (1,7% nel 2010 e 0,6% nel 2011) prima del calo successivo. Ma, guardando appunto alle previsioni della Commissione, questa volta il passaggio del Pil al segno positivo pare consolidato per i prossimi anni.



Guardando al Pil in valore assoluto (qui si possono scaricare le serie storiche) si può tuttavia dire che l’Italia sia ancora lontana dal tornare ai livelli pre-crisi. Dopo il crollo del 2009, dai circa 1.670 miliardi di euro dell’anno precedente a meno di 1.580 miliardi, il Pil italiano era prima risalito nel biennio 2010-2011 ma poi era sceso nuovamente fino al picco basso di 1.540 miliardi nel 2013.



Da allora la situazione è leggermente migliorata ma il Pil, che nel 2015 è stato di poco più di 1.550 miliardi, non è ancora tornato ai livelli del 2000, quando era di 1.555 miliardi.



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Durata della crisi



Ma è vero che la crisi economica è durata quanto due guerre mondiali sommate?



La Prima Guerra Mondiale iniziò il 28 luglio 1914, con la dichiarazione di guerra dell’Impero Austro-ungarico alla Serbia, e finì l’11 novembre 1918, con la firma dell’armistizio da parte della Germania. Durò dunque un totale di 4 anni e 3 mesi abbondanti.



La Seconda Guerra Mondiale ebbe inizio il primo settembre 1939, con l’attacco della Germania nazista alla Polonia, e terminò il 2 settembre 1945, con la resa dell’Impero giapponese. Durò quindi sei anni.



Sommando i due conflitti abbiamo una durata totale di 10 anni e 3 mesi abbondanti.



Se tuttavia consideriamo i due conflitti mondiali da un punto di vista esclusivamente italiano, Roma entrò in guerra il 23 maggio 1915 nella Prima (quasi 10 mesi dopo l’avvio delle ostilità) e il 10 giugno 1940 nella Seconda (9 mesi dopo l’attacco tedesco alla Polonia), terminata poi ufficialmente per l’Italia il 29 aprile 1945 con la resa della Repubblica Sociale Italiana.



La durata totale delle due Guerre scende così a circa otto anni e quattro mesi.



Più difficile determinare la durata della crisi economica. La crisi finanziaria è cominciata nell’estate 2007, con i downgrading, cioè declassamenti del merito di credito di titoli cartolarizzati da parte delle agenzie di rating. Ma la crisi economica vera e propria, intesa come una contrazione delle economie a livello globale, cominciò solo a partire dal 2008, quando anche il Pil italiano segnò -1,1%.



Per l’Europa, e anche per l’Italia, si può dire che tale crisi – economica, non anche sociale – sia finita nel 2014, quando il Pil tornò col segno positivo. La durata complessiva è dunque di circa 6 anni se escludiamo il 2007, 7 anni se lo includiamo. In entrambi i casi la somma delle due Guerre Mondiali è più lunga.



Il verdetto



Il ministro Alfano ha dunque ragione quando sostiene che l’Italia si è incamminata verso una prospettiva di crescita (quantomeno nel breve periodo), ma ha torto là dove sostiene che la crisi economica sia stata lunga quanto due guerre mondiali sommate tra loro (un paragone oltretutto infelice, se consideriamo i quasi 90 milioni di morti dei due conflitti). L’entità dell’errore si riduce se tuttavia consideriamo la durata della guerre solo per l’Italia. Il verdetto finale è dunque un “Ni”.





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«L’Italia si è incamminata verso una prospettiva di crescita dopo una crisi economica lunga quanto due guerre mondiali sommate fra loro»







Angelino Alfano


ministro degli Esteri





Punto stampa congiunto col ministro degli Esteri tedesco



lunedì 27 febbraio 2017



-27/-02/2017





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