Nel discorso con cui ha fatto gli auguri di fine anno, pubblicato sul suo blog, Beppe Grillo ha parlato di molti temi diversi. Ha accennato anche alla problematica demografica in Italia, dicendo che “siamo un popolo di vecchi, non ci stiamo accorgendo che stiamo invecchiando. Nel 2025 ci saranno più sessantenni che diciottenni”.



Grillo aveva già toccato questi temi poco tempo fa: a gennaio aveva proposto infatti di introdurre il voto per i sedicenni, per avere un maggior “equilibrio generazionale” (ce ne eravamo occupati qui).



La piramide demografica italiana



Al 1° gennaio 2016, dice l’ISTAT, la popolazione residente in Italia era di 60.665.551 persone. Di queste, i diciottenni erano 575.399, mentre i sessantenni 766.722. Già oggi, quindi, il numero dei diciottenni è parecchio inferiore di quello dei sessantenni: la proporzione è del 75,05 per cento, cioè quasi esattamente quattro sessantenni per ogni tre diciottenni.



La situazione è visualizzata molto bene dalla piramide demografica, ovvero il grafico solitamente utilizzato in demografia per mostrare la distribuzione della popolazione secondo le classi d’età. Quella di seguito mostra le piramidi demografiche del 2005 (in blu) e del 2015 (in bianco) ed è tratta dal Bilancio demografico 2015 dell’ISTAT.









A questo punto, possiamo chiederci due cose: una rivolta al passato e una al futuro. La prima domanda è da quando i neomaggiorenni sono stati superati dai sessantenni, e possiamo scoprirlo grazie ai dati storici sulla popolazione italiana (disponibili qui, sezione “Ricostruzione intercensuaria della popolazione”). Emerge che il sorpasso è avvenuto diverso tempo fa, intorno alla fine degli anni Novanta. Grillo insomma proietta nel futuro qualcosa che è avvenuto da quasi vent’anni.



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La seconda domanda è: come evolverà questa situazione? Dal punto di vista demografico, non bene. Possiamo vederlo grazie alle previsioni demografiche fornite dall’ISTAT fino al 2065. Se consideriamo lo “scenario centrale” di crescita della popolazione, i diciottenni nel 2025 saranno 616.183, mentre i sessantenni saliranno fino a superare il milione (più precisamente 1.001.198).



In altre parole, il rigonfiamento della piramide demografica che si nota oggi tra i 40 e i 55 anni circa si sposterà verso l’alto per effetto dell’invecchiamento della popolazione e della bassa natalità. Rispetto ad oggi, quindi, la proporzione tra le due annate calerà ulteriormente, con i diciottenni che diventeranno il 61,5 per cento dei sessantenni: da un rapporto di tre a quattro a un rapporto di meno di due a tre.



Il verdetto



Beppe Grillo dice che “nel 2025 ci saranno più diciottenni che sessantenni”. È vero, ma è vero anche che questa situazione si verifica già dalla fine degli anni Novanta. “C’eri quasi” per il leader del Movimento 5 Stelle.