Durante la puntata del 9 novembre scorso di “Matteo Risponde”, lo spazio periodico in cui il Presidente del Consiglio risponde ad una serie di domande in un video in streaming su Facebook, Matteo Renzi ha commentato il risultato delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, ovvero – nel caso qualcuno fosse appena tornato da Marte – la vittoria del candidato repubblicano Donald J. Trump.



Renzi ha definito la vittoria di Trump un evento “inedito nella storia politica americana”, in primo luogo perché si trattava di un candidato “senza alcuna altra esperienza di pubblico servizio”, e ha detto che il neoeletto “è il primo che viene da una esperienza totalmente altra”. E ora qualcosa di completamente diverso, insomma, per citare i Monthy Python? Vediamo se è vero.



Il caso di Reagan



Renzi ha citato Ronald Reagan (1911-2004) come esempio precedente di Presidente degli Stati Uniti con una solida carriera alle spalle in un altro campo. Il repubblicano Reagan, dopo aver vinto le elezioni del 1980 contro il democratico uscente Jimmy Carter, giurò da presidente il 20 gennaio 1981, poco più di due settimane prima del suo settantesimo compleanno. È quindi attualmente il presidente più anziano al momento del giuramento, ma sarà superato da Trump – che ha già compiuto 70 anni – il prossimo 20 gennaio.



Nella sua lunga carriera pre-elettorale, Ronald Reagan era stato un attore cinematografico (l’unico a diventare presidente, finora). Nato in una famiglia povera nel 1911, Reagan debuttò nel 1937 nel film Love Is on the Air: nel trailer si presenta al pubblico guardando direttamente in camera. Secondo il database IMDb, negli anni successivi comparve in 81 film e serie televisive, soprattutto western.







Quando diventò presidente nel 1980, comunque, Reagan non compariva sullo schermo da parecchi anni, e precisamente dalla serie Death Valley Days del 1965-1966: le sue apparizioni filmiche cominciarono a diradarsi negli anni Cinquanta. Nel frattempo era entrato in politica. Nel 1967 sconfisse il governatore uscente, il democratico Pat Brown (padre dell’attuale governatore Jerry Brown), e rimase in carica per due mandati, fino al 1975.



Curiosità: Reagan è anche l’unico presidente USA ad aver divorziato (nel 1948 dalla prima moglie Jane Wyman, sposata nel 1940), altro primato in cui sarà raggiunto da Trump (che ha già avuto due mogli prima dell’attuale, Melania).



Prima di Reagan



Possiamo dire che Trump sarà il primo presidente ad arrivare alla Casa Bianca da un’esperienza “totalmente altra”? C’è almeno un altro caso da discutere prima, per limitare il nostro discorso ai presidenti eletti a partire dal XX secolo.



Dwight Eisenhower (1890-1969) fu presidente per due mandati tra il 1953 e il 1961. Prima delle elezioni del 1952 non aveva mai ricoperto nessuna carica elettiva, ma era stato il generale comandante in capo delle forze alleate in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale. Aveva diretto gli sbarchi in Sicilia e poi in Normandia. Al suo ritorno in patria fu accolto da eroe e l’allora presidente Truman lo mise a capo delle forze armate statunitensi, per gestire la smobilitazione.



Si ritirò dal servizio attivo nel maggio del 1948, “il soldato più popolare e rispettato degli Stati Uniti”, come scrive l’enciclopedia Britannica, e diventò presidente dell’università Columbia di New York. L’esperienza non fu particolarmente felice e all’inizio del 1951 Eisenhower tornò alle cariche militari, come comandante supremo della NATO. Vista la sua popolarità, i Repubblicani insistettero molto per candidarlo alle elezioni del 1952. Eisenhower si ritirò dall’esercito solo nel giugno di quell’anno.



Le cariche dei presidenti



Eisenhower non fu l’unico a diventare presidente senza aver ricoperto altre cariche elettive, anche se per trovare gli altri due precedenti bisogna risalire a Ulysses Grant, comandante delle forze unioniste nella Guerra civile americana e poi presidente tra il 1869 e il 1877, e Zachary Taylor, eroe della guerra messicana del 1846-1848 e presidente per un anno e mezzo nel 1849-1850 (morì in carica).



Un altro caso particolare è quello di Herbert Hoover (1874-1964), presidente tra il 1929 e il 1933. Hoover aveva esperienza nell’apparato governativo – all’American Relief Administration, che diede grandi quantità di aiuti umanitari all’Europa colpita dalla guerra – e fu Secretary of Commerce (ministro del Commercio) dal 1921 all’anno elettorale del 1928: resta il fatto, tuttavia, che fino alla presidenza non aveva mai vinto un’elezione.



La norma, ad ogni modo, è che i presidenti statunitensi abbiano avuto una carriera politica alle spalle: nel grafico successivo riassumiamo la carica pubblica più rilevante ricoperta dai presidenti USA finora entrati in carica, escluso George Washington (tratte da qui, dopo verifiche).



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L’unicità di Trump sta non tanto nel fatto che non abbia mai ricoperto cariche politiche – perché, come abbiamo visto, c’è stato qualche altro esempio in passato – ma che non sia mai stato impegnato nel public service, il “servizio alla collettività” che include comunemente anche l’esperienza militare.



Il verdetto



Matteo Renzi ha detto che Donald Trump sarà il primo presidente degli Stati Uniti a venire da un’esperienza “totalmente altra”. Con le eccezioni di Dwight Eisenhower, che fu comandante militare prima di candidarsi, e di Herbert Hoover, che aveva però avuto incarichi di governo tramite la nomina, Trump sarà in effetti il primo presidente dagli anni della Guerra civile americana a non aver ricoperto cariche elettive prima di entrare alla Casa Bianca. “C’eri quasi” per il Presidente del Consiglio.