Ospite de L’Arena su Rai Uno, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha risposto a una delle critiche che vengono fatte alla riforma costituzionale. Diversi sostenitori del “No” hanno infatti sottolineato che il nuovo testo costituzionale è molto più lungo e, sostengono i critici, poco chiaro e a rischio di conflitti (vedi ad esempio qui). In particolare l’articolo 70, che nella vecchia versione è composto da sole nove parole, si espande nella nuova formulazione fino ad oltre quattrocento (per la precisione 438).



Renzi ha risposto citando la costituzione tedesca e dicendo che la lunghezza della nuova formulazione dell’articolo 70 non è di per sé eccezionale. Vediamo quanto sono prolissi i legislatori tedeschi.



L’articolo 70 italiano



L’art. 70 della Costituzione italiana è il primo della sezione dedicata alla formazione delle leggi, composta da tredici articoli (artt. 70-82). Nella formulazione oggi in vigore recita: “La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere”.



Nella legge di riforma costituzionale, l’articolo 70 è quello che viene maggiormente toccato dalle modifiche, almeno in termini di lunghezza, passando da 9 a 438 parole. Al secondo posto, sempre in termini numerici, l’art. 72 che riguarda la formazione delle leggi e passa da 191 a 433 parole (il confronto tra i due testi è disponibile qui). Nel grafico successivo riportiamo i primi dieci articoli per ampiezza dell’intervento (i dati sono disponibili qui).



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La riduzione maggiore riguarda l’art. 99, che viene interamente abolito e nella formulazione attuale è composto da 78 parole. Nel complesso, la riforma tocca 47 articoli della Costituzione: in 24 casi l’ampiezza viene aumentata in modo sostanziale, in 7 viene ridotta, mentre nei restanti sedici il numero di parole resta più o meno invariato (con una variazione in più o in meno di cinque parole al massimo). L’incremento netto nel testo costituzionale è di 1.850 parole.



La Grundgesetz



La Costituzione tedesca – Grundgesetz, “legge fondamentale” – è composta da 146 articoli (contro i 139 di quella italiana). La sezione VII si occupa della legislazione federale, e al suo interno l’articolo 74 elenca tutte le materie in cui c’è una competenza legislativa concorrente tra stato federale e singoli Länder, gli stati federati della Germania. Su tali materie, specifica la costituzione tedesca, è necessaria l’approvazione del Bundesrat e dunque, come dice Renzi, si può intendere che esso regoli “quando fa una camera e quando fa l’altra”.



L’espressione di Renzi è piuttosto vaga, ma sembra indicare che le competenze legislative nella costituzione tedesca siano definite in un gruppo di sei articoli (e che tale gruppo non si riferisca, ad esempio, agli articoli su quale sia il ruolo preciso delle camere nel procedimento per la formazione di una legge). In realtà, le competenze vengono ripartite in un gruppo di cinque articoli (dal 70 al 74) all’interno della sezione VII. Il numero sei citato da Renzi potrebbe venire dal fatto che, fino al 2006, la sezione comprendeva anche un articolo 74A (introdotto nel 1971) e un articolo 75, successivamente soppressi con un emendamento.



Nel testo tedesco, l’art. 74 è formato da 505 parole, cioè 67 in più dell’articolo 70 della Costituzione italiana nella sua nuova formulazione: meno di cento parole in più. Nella versione della costituzione tedesca ante 2006, visibile ad esempio qui, l’art. 74 era formato da 447 parole e il 74A da altre 113: in totale 560, effettivamente oltre cento più della nuova versione dell’art. 70 italiano.



Il verdetto



Matteo Renzi dice che l’articolo 74 della costituzione tedesca, uno dei sei articoli che regolano le competenze di Bundestag e Bundesrat, è “almeno cento parole” più lungo della nuova formulazione dell’articolo 70 della Costituzione italiana. Ciò era vero prima del 2006, ma da allora un emendamento costituzionale ha ridotto la sezione da sei a cinque articoli e ha modificato il numero delle parole: oggi l’articolo 74 tedesco ha una settantina di parole in più del nuovo articolo 70 italiano. “C’eri quasi” per il Presidente del Consiglio.