Nonostante siano passati oltre 20 anni da quando l’Italia ha riconosciuto la nocività dell’amianto, mettendone fuori legge la produzione e la lavorazione (legge n. 257 del 1992), le conseguenze dell’uso di questo materiale si protraggono fino ai giorni nostri. Gli effetti sulla salute dei lavoratori esposti alle polveri di amianto sono emersi in anni recenti nella forma di asbestosi, tumori alla pleura e carcinoma polmonare. Grillo espone dati puntuali sui rischi che gli insegnanti e gli alunni italiani corrono a causa della presenza di amianto nelle scuole.



Quante scuole coinvolte




L’Ona è una onlus fondata nel 2008 su iniziativa della Libera Università Telematica di “Arti e Scienze Moderne” al fine di tutelare e assistere tutti i cittadini e lavoratori esposti o vittime dell’amianto. A partire da pagina 93 del “Primo Rapporto sul mesotelioma in Italia” (2015) sono riassunti i dati relativi alla diffusione dell’amianto nei diversi settori industriali/di attività. La nota metodologica spiega come tale sintesi sia stata effettuata sulla base delle informazioni tratte dai procedimenti amministrativi e giurisdizionali avviati per l’ottenimento dell’integrazione salariale o del pensionamento anticipato per i lavoratori esposti all’amianto (art 13, L 257/1992). Sotto la sezione “Locali di pubblica utilità” (p 105/106) e sotto la sezione “Scuola” (p 116), si legge come l’organizzazione abbia censito oltre 2.400 scuole in cui si è registrata la presenza di amianto ancora da bonificare.



I casi di mesotelioma




Grillo parla poi di 63 dipendenti scolastici morti tra il 1993 e il 2012 a causa del mesotelioma, un tumore al tessuto che riveste la parete interna del torace e dell’addome e lo spazio intorno al cuore, il cui principale fattore di rischio è appunto l’esposizione all’amianto.



Nello stesso rapporto sopra citato (pag. 24) si parla di 63 casi di mesotelioma registrati nel settore scolastico, pari a circa 0,4% del totale dei casi. A pag. 116, viene rilevato come il numero risalga ai dati Inail aggiornati al 2011, a cui si aggiungono 10 ulteriori casi segnalati all’Ona negli ultimi anni. Il quinto rapporto Inail (pag. 77) del 2015 segnala infatti 63 casi di mesotelioma tra i dipendenti del comparto “Istruzione” per il periodo 1993-2012. Come dice Grillo, si tratta, nella maggior parte dei casi, di insegnanti elementari (pag. 133), anche se in generale prevalentemente uomini (pag. 173).



Il rapporto non parla di morti ma di casi segnalati, questi ultimi categorizzati (appendice 2 e 3) in base alla diagnosi e all’esposizione. Se guardiamo al comparto istruzione (sempre a pag. 173), il 90,5% dei casi risulta appartenere alla categoria “MM certo”, ovvero la diagnosi di mesotelioma è certa. Il tasso di sopravvivenza per gli affetti da mesotelioma a 5 anni dalla diagnosi è pari a circa 7-8%, e già ad 1 anno dalla diagnosi meno del 50% è ancora in vita. Il grafico di seguito riporta il numero di casi rilevati per industria.



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Il verdetto



Anche se il rapporto non parla di morti ma di casi, stando ai tassi di sopravvivenza la quasi totalità dei lavoratori diagnosticati tra il 1993 e il 2012 è probabilmente deceduta nello stesso periodo o poco dopo. I dati citati da Grillo trovano dunque una corrispondenza sia nelle analisi nell’Osservatorio Nazionale Amianto che nei dati del Registro Nazionale.





Si ringraziano l’Avv. Ezio Bonanni e il Dott. Michele Rucco dell’Ona per la disponibilità e le informazioni fornite.