Forse non tutti sanno che ai primi di dicembre c’è stata agitazione all’interno del gruppo parlamentare di Forza Italia alla Camera. Una parte dei deputati di Forza Italia, guidata dall’ex ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, ha esposto una serie di critiche nei confronti della gestione dell’attuale capogruppo Renato Brunetta e ha chiesto che si voti per rinnovare la carica. Dal marzo 2013, il gruppo parlamentare – allora ancora denominato “Popolo della Libertà” – è passato da una consistenza numerica iniziale di 98 membri ai 53 attuali.



Brunetta, capogruppo dall’inizio della legislatura, ha ribattuto dicendo che la votazione del capogruppo alla Camera non è prevista dallo statuto. Vediamo se è vero.



Come si elegge il capogruppo



Il regolamento della Camera prevede (art. 15) che, durante la prima riunione della legislatura, i gruppi parlamentari eleggano un presidente (quello che di solito viene chiamato “capogruppo”), uno o più vicepresidenti e un comitato direttivo. Non dà ulteriori disposizioni a proposito di come debbano essere scelti o sulla loro durata in carica, limitandosi ad osservare che i cambiamenti nella composizione di quegli organi debbano essere comunicati alla presidenza della Camera.



Il funzionamento dei singoli gruppi viene ulteriormente precisato dai loro statuti, che si trovano tutti sul sito della Camera. Per quanto riguarda l’elezione del capogruppo, quello di Forza Italia stabilisce (all’art. 6, che si occupa appunto del presidente):



«È eletto all’inizio della legislatura dall’assemblea a maggioranza assoluta e rimane in carica per tutta la sua durata. Nel caso vi sia un’unica candidatura, l’assemblea può eleggere il presidente mediante acclamazione, diversamente procede per appello nominale, ovvero, nel caso richiesto da almeno un terzo, mediante scrutinio segreto».



Al contrario di quanto dice Brunetta, insomma, lo statuto del gruppo di Forza Italia alla Camera prevede a rigore un’elezione a maggioranza. L’elezione per acclamazione è prevista solo nel caso ci sia un solo candidato e dunque, formalmente, è l’eccezione e non la regola.



I capigruppo del passato



Quanto al passato, i capigruppo di Forza Italia (e Pdl) sono stati in effetti particolarmente stabili: appena sette, compreso Brunetta, in oltre vent’anni. In un caso, come ha ricordato lui stesso, un capogruppo è rimasto in carica due legislature. Nella XII legislatura si avvicendarono Raffaele Della Valle (21/4/1994-14/10/1994) e Vittorio Dotti (14/10/1994-27/3/1996), nella XIII legislatura vi fu solo Beppe Pisanu, nella XIV e XV rimase in carica Elio Vito, e nella scorsa legislatura, la XVI, l’unico capogruppo fu Fabrizio Cicchitto.



Tuttavia, a differenza di quanto dichiarato da Brunetta, le cronache parlamentari permettono di ricostruire che il capogruppo di Forza Italia alla Camera non sia sempre stato “acclamato” (anche se quasi certamente si è sempre trattato del candidato “indicato” da Berlusconi). Già nel 1994 ci furono scontri molto accessi all’interno del gruppo parlamentare per sostituire il dimissionario Della Valle, con addirittura cinque candidati a pochi giorni dal voto – Vittorio Dotti fu poi eletto con appena 60 voti su 112. Nel 1996, all’inizio della XIII legislatura, si effettuò una votazione con tre candidati in cui prevalse Pisanu (a larghissima maggioranza: 84 voti su 119).



Certo, dopo quei lontani precedenti le cose sono andate come ricorda Brunettai. Elio Vito venne eletto per acclamazione il 5 giugno 2001 e ancora nel 2006 (ma un gruppo di deputati siciliani, per protesta contro la mancata assegnazione di incarichi all’interno del gruppo, non partecipò; è lo stesso Elio Vito che in questi giorni chiede una nuova elezione per Brunetta). Ugualmente per acclamazione sono stati eletti sia Cicchitto che Brunetta.






Il verdetto



Renato Brunetta sbaglia quando dice che la “regola” sia l’elezione del capogruppo alla Camera per acclamazione, perché lo statuto del suo gruppo parlamentare prevede esplicitamente una votazione. È vero però che, dal 2001 a questa parte, i capigruppo sono stati eletti senza candidature multiple, così come è vero che un capogruppo è rimasto in carica due legislature. “Pinocchio andante” per Brunetta.