E’ lite all’interno del Partito Democratico sull’approvazione della legge elettorale, il cosiddetto Italicum. I critici contestano a Renzi un uso inopportuno (anche se del tutto legittimo) dello strumento del voto di fiducia, in particolare quando il tema è, come sottolinea Bersani, “la democrazia”. L’accusa non è nuova, come ben sappiamo qui a Pagella Politica (in altre occasioni è stata mossa da Civati, Brunetta, Di Battista, ma anche dallo stesso Bersani). E’ dunque vero che l’ex Segretario del Pd ha votato per ben 17 volte la fiducia a favore del (almeno per ora) compagno di partito?



Un caso di “fiducite” acuta?



Come apprendiamo dal sito della Camera, i voti di fiducia posti da Renzi dall’inizio del suo mandato (22 febbraio 2014) sono 17 alla Camera (il 28 novembre ci sono stati tre voti) e 16 al Senato. A questi si aggiungono i due voti di fiducia (alla Camera e al Senato) al momento dell’insediamento dell’esecutivo.



Quante ne ha votate Bersani?



Attraverso la verifica delle singole votazioni (che abbiamo raccolto in questo google doc), si evince che non sempre Bersani ha votato la fiducia: infatti era assente in 6 casi. Non ha però mai votato in maniera contraria.



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Il verdetto



In totale si tratta quindi di 17 voti di fiducia alla Camera (più il primo per l’insediamento): una media di oltre un voto al mese, come indicato da Bersani. Tuttavia l’ex Segretario non ha sempre partecipato al voto, “C’eri quasi”!