Informazionelibera.agency, lo scorso 11 febbraio, ha pubblicato un articolo dal titolo “Rosarno: disoccupati occupano case nuove destinate ad africani (condividi se pensi abbiano fatto bene)”. Nel pezzo viene raccontato, senza nessun riferimento temporale preciso, che “un gruppo di disoccupati senza casa ha occupato, a Rosarno, la Beton Medma, ex cementificio confiscato alla cosca Bellocco” e destinato all’accoglienza di richiedenti asilo.

Si tratta però di una notizia vecchia di due anni e riportata in maniera imprecisa. A ottobre del 2016, come raccontato da diversi organi di stampa, tredici famiglie di disoccupati rosarnesi occuparono il Villaggio della solidarietà, “un centro di accoglienze e di formazione per gli immigrati per il loro inserimento sociale e lavorativo”, ma non ancora terminato.

Non si trattavano quindi di case nuove”, come si legge nel titolo di Informazionelibera.agency. Come aveva denunciato infatti Gazzetta del Sud sebbene siano quasi completati, i lavori sono fermi per mancanza di fondi” con l’immobile lasciato in stato di abbandono e “consegnato alla mercé di vandali e saccheggiatori”.

Vice News Italia aveva spiegato, all’interno di un reportage pubblicato a dicembre dello stesso anno in cui descriveva la vita di queste famiglie di Rosarno nel villaggiooccupato, l’origine di questa situazione di degrado. Era dovuta al fatto che nel 2013 un’interdittiva antimafia, firmata dalla Prefettura di Roma e annullata in seguito dal Tar del Lazio e dal Consiglio di Stato, aveva raggiunto l’impresa assegnataria dell’appalto, la AEDARS Scarl, bloccando i lavori e causando il de-finanziamento dell’opera pubblica.

A novembre del 2016 il sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà, emise un’ordinanza di sgombero immediato nei confronti delle famiglie occupanti. Idà, sempre a Vice News Italia, aveva spiegato con queste parole le ragioni del suo atto: Non possiamo dare l’autorizzazione a viverci, perché è ancora un cantiere e c’è il rischio che anche i bambini si facciano male. Quello che abbiamo fatto è chiedere dei fondi per rifinanziare l’opera, terminarla e cambiare destinazione d’uso, cioè assegnarla a chi è vulnerabile, italiani e stranieri, senza distinzione. Il comune non ha le risorse per farlo poiché il sessanta per cento dei cittadini non paga le tasse quindi attendiamo fondi europei o ministeriali.

La situazione non sembra però ancora risolta. A fine agosto del 2017, testate locali hanno riportato che un gruppo di migranti – precedentemente ospitati in una tendopoli – aveva tentato di occupare la struttura, ancora abitata dalle famiglie di Rosarno, e che grazie anche alla presenza delle forze dell’ordine si era evitato che la situazione degenerasse.