Il mandato esplorativo del presidente della Camera Roberto Fico, assegnato venerdì scorso, sta per volgere al termine. Siamo alle ultime ore, potenzialmente decisive. Entro stasera, la terza carica dello Stato dovrà riferire al Quirinale gli esiti di questi quattro giorni di trattativa.

Vediamo insieme a che punto siamo.

Nelle puntate precedenti

Il 29 gennaio, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affidato a Fico l’incarico di verificare la possibilità di una maggioranza politica composta dagli stessi partiti che sostenevano il governo Conte uscente (Partito democratico, Movimento 5 stelle, Liberi e uguali, Italia viva e il neonato gruppo degli Europeisti).

Nel fine settimana, il 30 e 31 gennaio, il presidente della Camera ha incontrato separatamente le delegazioni delle forze politiche. Dai colloqui è emersa la disponibilità di tutti gli attori in campo a confrontarsi sui temi, dai quali ripartire per la costruzione di un nuovo governo.

Per questo motivo, il 1° febbraio dalle 9:30 alle 21, i rappresentanti dei partiti si sono seduti intorno a un tavolo nella Sala della Lupa di Montecitorio per stabilire quali obiettivi possano riportarli insieme all’interno di un nuovo esecutivo.

Inizialmente sembrava che dal confronto dovesse uscire un documento scritto, una specie di nuovo contratto di governo. Per il momento, invece, pare che ci accontenterà di un “verbale” della seduta.

Il conto alla rovescia

Gli incontri sono continuati oggi, 2 febbraio. Al centro della discussione, nel corso della mattinata, uno dei campi più spinosi per l’ex maggioranza: la giustizia. È difficile dire come stiano andando, perché ci sono versioni contrastanti fra i partiti.

Durante un’assemblea con i propri parlamentari, il leader di Italia viva Matteo Renzi avrebbe detto: «C’è un arrocco continuo sui temi proposti da noi. Fino ad ora non c’è stato nessun elemento di discontinuità, vogliono mantenere tutto così, uguale, come se nulla fosse accaduto».

Su Twitter, invece, il vicepresidente del Pd Andrea Orlando ha commentato: «Renzi dice che su giustizia “siamo allo zero assoluto”. Probabilmente sono stato invitato a un’altra riunione. Apertura su riforma penitenziaria, modifica prescrizione, intercettazioni. Non sprechiamo questa possibilità».

Il senatore di Liberi e uguali Pietro Grasso, riprendendo il tweet di Orlando, ha alluso alla possibilità che Italia viva stia cercando dei motivi per far saltare la trattativa: «Avendo partecipato posso confermare: è andata molto bene. Si sono fatti più passi avanti in quelle due ore che nei mesi precedenti. Non riconoscere che il m5s ha mostrato una nuova disponibilità significa cercare pretesti per rompere e non soluzioni per arrivare a un’intesa».

Un segnale oggettivamente negativo c’è ed è uno slittamento sui tempi: il tavolo di confronto sarebbe dovuto durare prima fino alle 13, poi fino alle 15, ulteriormente rimandato alle 16 e al momento della pubblicazione di questo pezzo addirittura alle 18.

Non risulta che il presidente della Camera Roberto Fico abbia chiesto proroghe al Quirinale.

Il vero tavolo: i nomi

Nonostante le dichiarazioni pubbliche – in particolare di Italia viva – sulla necessità di parlare «prima dei temi, poi dei nomi», la vera trattativa in queste ore è proprio sulla squadra dei ministri.

Mentre alla Camera si svolgeva il tavolo sul programma, infatti, i leader hanno continuato a discutere degli incarichi.

La discussione si sarebbe concentrata in particolare su tre ministeri: Economia, Infrastrutture e Lavoro.

Italia viva avrebbe chiesto tre ministeri di peso per il proprio partito; richiesta considerata eccessiva dalle altre forze politiche. In più, il Partito democratico non è disposto a mettere in discussione il titolare all’Economia Roberto Gualtieri, anch’egli nel mirino di Matteo Renzi.

C’è poi la madre di tutte le battaglie: la scelta del presidente del Consiglio. Italia viva è l’unico partito che non ha ancora dato il via libera sul nome di Giuseppe Conte, sostenuto da tutti gli altri partiti.

In conclusione

Entro stasera, il presidente della Camera Roberto Fico dovrà tornare al Quirinale per riferire sull’esito della sua “esplorazione”. In sintesi, Fico dovrà dire a Mattarella se sia possibile formare una nuova maggioranza con gli stessi partiti che sostenevano il precedente governo. E soprattutto se questo nuovo esecutivo possa essere presieduto ancora da Giuseppe Conte.

Arrivati alle ultimissime ore di trattative, la situazione continua a essere confusa. Ne è una testimonianza il continuo slittamento sugli orari: il tavolo sul programma si sarebbe dovuto chiudere alle 13, poi rinviato di ora in ora fino alle 18.