Pochi temi, oggi, riguardano tutti i Paesi dell’Unione Europea come l’immigrazione. L’ondata migratoria degli ultimi mesi richiede, infatti, una collaborazione tra i diversi Stati membri, che in modo più o meno efficiente hanno provato a mettere in pratica piani e iniziative per gestirla. Allo stesso tempo molti politici nazionali hanno fatto riferimento a quello che succede negli altri Paesi utilizzandoli come termine di paragone: accusando altri di fare troppo poco, condannando chi compie azioni eccessivamente drastiche o invitando i propri governi a prendere esempio da altri Stati.



E’ da queste considerazioni che nasce #RefugeeCheck, un progetto di fact-checking sull’immigrazione di cui Pagella Politica fa parte, in collaborazione con alcune importanti testate giornalistiche e siti di fact-checking europei.



In breve, l’idea dell’iniziativa è la seguente: ciascun partecipante ha chiesto ai “vicini” di un altro Paese europeo di verificare un’affermazione fatta sul proprio Paese da un politico locale in materia di migranti. Poiché si fa prima a mostrarlo che a spiegarlo a parole, ecco la programmazione:



Il 12 ottobre il programma Heute plus della tv pubblica tedesca ZDF ha introdotto il progetto e presentato i partecipanti. Si è occupata poi di verificare la seguente affermazione di Matteo Salvini (Ballarò, 8 settembre 2015): La Merkel è tutt’altro che fessa. Dice: io scelgo i siriani perché sono cristiani perseguitati, medici, laureati. In Italia prendetevi gli altri“. Qui in basso riportiamo il video del servizio della tv tedesca:







Il 13 ottobre ZDF ha chiamato in causa il progetto britannico di fact-checking FullFact chiedendogli di verificare la seguente affermazione del politico della SPD tedesca Thomas Oppermann: “È intollerabile che il Regno Unito, la Polonia e altri Paesi non ricevano alcun rifugiato”.




Il 14 ottobre FullFact ha coinvolto il quotidiano francese Libération, con la sua sezione “Désintox”. Per loro, la frase da verificare era del ministro degli interni britannico, Theresa May, che durante un discorso al Congresso del partito conservatore ha detto: “In Francia abbiamo visto migliaia di persone – soprattutto giovani uomini, da vari Paesi – che hanno viaggiato senza controlli attraverso l’Europa prima di ammassarsi a Calais con la speranza di arrivare in Gran Bretagna”.






Il 15 ottobre Libération ha passato la palla alla tv privata spagnola La Sexta. All’interno del programma El Objetivo con Ana Pastor, la sezione Prueba de verificación si è occupata di questa dichiarazione dell’ambasciatore ungherese in Francia: “La Francia non sta facendo niente di diverso a Calais, né la Spagna a Ceuta e Melilla: in un modo assai più sofisticato della barriera ungherese”.







E infine, il 16 ottobre La Sexta si è rivolta a noi di Pagella Politica per chiudere il cerchio. Ci siamo occupati, in collaborazione con Virus su Rai 2, di un’affermazione di un parlamentare catalano davanti alla Camera dei deputati spagnola: “Anche quando la social-democrazia era al governo in Spagna, il Paese ospitava il 10% dei rifugiati che accoglieva la Repubblica italiana sotto Berlusconi”.