Non occorre certo il blog di Pagella Politica per capire che l’immigrazione è uno dei temi più caldi di questa stagione politica, tanto a livello nazionale quanto a livello europeo. Scorrendo la rassegna stampa venerdì scorso, ci siamo però imbattutti in un titolone particolarmente ‘caldo’.








“Paghiamo le prostitute agli immigrati” titola Il Giornale in prima pagina, continuando “Nei centri di accoglienza ricompensano le lucciole con i buoni-spesa della Prefettura”.



Cosa sappiamo davvero?



Il tutto sembra originare da un articolo pubblicato da un giornale locale, il Mattino di Padova, in cui viene riportato quanto sarebbe accaduto nell’ex Caserma Prandina ora destinata ad uso centro di accoglienza. Diversamente da quanto faccia intuire il titolo de Il Giornale, non è stato aggiunto un “rimborso prostituta” tra i beni di prima necessità destinati ai rifugiati. Si tratterebbe di un problema interno al centro di accoglienza in questione, in cui un gruppo di sei donne ospiti avrebbe avviato un vero e proprio giro di affari: prostituzione in cambio dei buoni pasto da 2 euro e 50. I soldi che sarebbero stati spesi sono quei pochi euro che vengono erogati direttamente ai migranti (piuttosto che spesi in personale, cibo o infrastrutture dai centri). Questa ‘paghetta’ si aggira sui €1,50 – €2,50 al giorno e viene usata per comprarsi una scheda telefonica per chiamare i familiari, qualche alimento in più o delle sigarette (si veda questo intervento della direttrice del servizio centrale SPRAR per qualche dettaglio in più).



Il titolo de Il Giornale è quindi fuorviante e anche l’articolo originale è stato messo in discussione. Lo stesso venerdì 28 agosto, infatti, un altro giornale di Padova, il Gazzettino, ha pubblicato una smentita da parte di Alessandro Sallusto, vicecapo di gabinetto della Prefettura di Padova. Secondo Sallusto si tratterebbe di:



“Una notizia completamente destituita di qualsiasi fondamento. Voci del tutto infondate. Le donne richiedenti asilo politico sono un numero molto esiguo ed essendo più vulnerabili, sono anche le prime a essere smistate negli appartamenti dei privati preposti all’accoglienza. Quelle che sono rimaste nell’ex caserma dormono in tende separate, lontano dagli uomini e hanno operatori a loro dedicati. Ogni movimento, poi, è registrato dalle telecamere della videosorveglianza che immortalano tutto ciò che avviene nella struttura. Escludo categoricamente che si sia verificato qualcosa del genere”.


Abbiamo provato a contattare il dott. Sallusto per ulteriori delucidazioni, ma ancora non siamo riusciti a parlargli (riproveremo).



Il titolone “Paghiamo le prostitute agli immigrati – Nei centri di accoglienza ricompensano le lucciole con i buoni-spesa della Prefettura” rimane alquanto fuorviante, che si voglia credere alla ricostruzione de Il Mattino di Padova o meno. I centri di accoglienza / la prefettura non erogano risorse per rimborsare le prostitute agli immigrati – se anche venisse confermata la storia del Mattino di Padova – quello che è successo è che alcune donne in un centro di accoglienza avrebbero accettato dei buoni pasto in cambio di prestazioni sessuali.