L’11 ottobre l’Agis – che
riunisce associazioni di categoria, federazioni e fondazioni nel mondo dello spettacolo –
ha pubblicato un comunicato stampa con i dati di un’«indagine elaborata» da Agis stessa «su un campione interamente rappresentativo della pluralità dei generi e dei settori dello spettacolo dal vivo e che copre tutto il territorio nazionale».
Come ha spiegato l’ufficio stampa di Agis a
Pagella Politica, al momento questa indagine non è pubblica. Lo sarà forse nei prossimi giorni, se saranno superati alcuni problemi di privacy. Le uniche informazioni disponibili al momento sono quelle contenute nel comunicato stampa citato in precedenza. Dunque non è possibile verificare con precisione che cosa dicono i numeri dell’indagine.
Nel comunicato di Agis
si legge che dal 15 giugno –
data di riapertura di cinema e teatri dopo il lockdown – al 10 ottobre, è stato registrato «un solo caso di contagio» da coronavirus «su 347.262 spettatori in 2.782 spettacoli monitorati tra lirica, prosa, danza e concerti». Nello stesso periodo, i casi totali in Italia erano passati da
237.290 a
349.494, con oltre 112 mila nuovi contagi.
Prima osservazione da fare: nell’insieme degli spettacoli – che, ricordiamo, sono solo un campione sul totale – non sono conteggiati i cinema, come erroneamente hanno scritto Salvini e Italia viva.
Al di là di questo, come sarebbe stato individuato l’unico contagiato tra oltre 347 mila spettatori? Secondo Agis, il «solo caso di contagio» è avvenuto «sulla base delle segnalazioni pervenute dalle Asl territoriali» e «attraverso l’app Immuni», come ha confermato a
Pagella Politica anche l’ufficio stampa di Agis.
Premettiamo, come ci ha spiegato Agis, che i nominativi degli spettatori (e altre informazioni personali, come il numero di telefono) si conoscevano perché erano stati raccolti all’ingresso di ogni singolo evento. In base alle disposizioni del Dpcm dell’11 giugno, nelle regole valide per cinema e spettacoli dal vivo,
si disponeva infatti di «privilegiare, se possibile, l’accesso tramite prenotazione e mantenere l’elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni».
I dati dell’elaborazione di Agis hanno però alcuni problemi, un limite di cui la stessa associazione è consapevole, come ha sottolineato il suo ufficio stampa a
Pagella Politica.
Il ruolo delle Asl
Il primo limite di questa indagine – come hanno sottolineato, tra gli altri, anche il direttore del
Post Luca Sofri e
Il Foglio – è che non è chiaro come le segnalazioni provenienti dalle autorità sanitarie locali possano essere considerate affidabili e complete.
Lo abbiamo spiegato di recente anche noi di
Pagella Politica: da tempo ormai il sistema di tracciamento dei contatti
è di fatto saltato in molte zone d’Italia.
Guardando ai mesi estivi, se uno spettatore fosse risultato contagiato in un periodo successivo alla partecipazione di uno spettacolo teatrale, avrebbe comunque dovuto comunicare all’Asl di essere stato a quel determinato spettacolo. E a sua volta la Asl avrebbe dovuto ripercorrere all’indietro i contatti del contagiato, isolando e monitorando i sospetti contagiati.
Informazioni a riguardo nell’indagine non ce ne sono ed è molto difficile supporre che il protocollo sia stato rispettato per tutti gli spettacoli tenutisi in Italia.
Quindi è possibile che tra gli spettatori ci fossero casi di contagio senza che questi venissero rilevati dalle autorità sanitarie locali e poste in collegamento con gli spettacoli.
Il ruolo di Immuni
Il secondo limite dei dati condivisi da Salvini e Italia viva riguarda invece il coinvolgimento dell’app Immuni.
Come
ha scritto Agis, è grazie all’App Immuni che è stato individuato «un solo “caso positivo”» e «in seguito ad accertamenti sanitari» è stata poi certificata «la negatività di tutti gli spettatori entrati in contatto con lo stesso».
Da un lato, non è chiaro come sia stato possibile trovare il collegamento tra uno spettatore e il preciso luogo dell’esposizione al contagio, visto che Immuni
non è in grado di sapere la posizione di chi la utilizza. Dall’altro lato, non è chiaro come sia stato possibile collegare la presenza di uno spettatore positivo con quella di altri spettatori, dal momento che Immuni
non raccoglie dati che permettono di risalire all’identità di chi la utilizza.
Abbiamo chiesto maggiori chiarimenti ad Agis a riguardo, ma siamo ancora in attesa di una risposta.
In generale – come abbiamo scritto di recente a proposito delle
scuole e dei
trasporti – al momento è molto difficile avere dati precisi sui luoghi dove avvengono i contagi in Italia. Anche
Francia e
Germania – che danno numeri più precisi rispetto a quelli reperibili dalle autorità italiane – non dicono quale sia la percentuale dei contagi riconducibile a luoghi come cinema e teatri.
La stragrande maggioranza dei contagi, nel complesso e sui dati europei,
è di solito rilevata in ambito familiare, ossia nelle case, perché qui è dove più facile fare il tracciamento dei contatti.