Il decreto legge sull’immigrazione e la legge Zan contro l’omotransfobia. Ma anche la proposta di istituire una giornata nazionale per le vittime di errori giudiziari e l’inasprimento delle sanzioni per chi cerca di intimidire i giornalisti con le querele temerarie.

Nonostante l’aggravarsi dei numeri dei contagi abbia di nuovo portato la pandemia a occupare quasi tutto lo spazio dell’agenda politica, le due camere portano avanti anche l’esame di proposte e disegni di legge non legati alla crisi sanitaria.

Non è stato così nei primi cinque mesi dell’emergenza, quando il Parlamento, travolto dalla gravità della situazione, ha bloccato l’esame di tutti i provvedimenti che non rientravano in due obiettivi: il contenimento del contagio da coronavirus e la risposta agli effetti depressivi del lockdown sull’economia nazionale.

Dopo la pausa estiva, le due camere – fra quarantene e proposte sul voto a distanza – hanno ripreso, più o meno regolarmente, le proprie attività affiancando altri temi alla legislazione legata alla pandemia.

Ecco le proposte e i disegni di legge più rilevanti nel calendario di Camera e Senato delle ultime settimane.

Camera

Il decreto Immigrazione

Il 28 ottobre la Camera ha votato su una questione che ha avuto un periodo di attenzione breve ma intenso all’inizio di ottobre: la modifica dei “decreti Sicurezza” voluti per lo più dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini durante il governo Conte I.

Il 5 ottobre il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato un decreto-legge per modificarli. Come abbiamo scritto, il testo ha introdotto una serie di novità in materia di immigrazione. È stata istituita una “protezione speciale” molto simile alla “protezione umanitaria” che era stata cancellata dal primo governo Conte. Sono stati irrigiditi i criteri per l’espulsione del migrante che entri in Italia in maniera irregolare. È stato nuovamente previsto che i migranti siano iscritti all’anagrafe dei comuni. Sono state riviste al ribasso le pesanti multe contro le Ong introdotte dal decreto “Sicurezza bis” ed è stato ripristinato il sistema di accoglienza diffusa.

Il decreto legge è un atto normativo del governo e deve essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, pena la perdita di efficacia delle sue disposizioni. Il percorso di conversione del provvedimento comincerà dalla commissione Affari costituzionali della Camera e poi passerà all’esame dell’assemblea. In entrambe le fasi, il testo potrebbe essere modificato da emendamenti votati a maggioranza.

In questi giorni c’è però stato un passaggio preliminare in Aula. Il regolamento della Camera prevede che, anche prima ancora di entrare nel vivo dell’esame, i parlamentari possano presentare le cosiddette “questioni pregiudiziali”: il presidente di un gruppo o venti deputati possono sollevare dubbi sulla costituzionalità della legge o sostenere che, per motivi tecnici (la discussione non deve basarsi su un’opposizione politica), non si debba procedere all’iter.

Il 28 ottobre, la Camera ha bocciato tutte le pregiudiziali sul nuovo decreto Immigrazione. L’iter proseguirà quindi come previsto, dando la parola alla commissione Affari costituzionali.

Legge Zan contro l’omotransfobia

Anche la proposta di legge contro l’omotransfobia – chiamata legge Zan dal nome del relatore, il deputato Pd Alessandro Zan – è stata sottoposta il 28 ottobre al voto sulle questioni pregiudiziali alla Camera,respinte con 254 contrari e 201 favorevoli.

Il provvedimento è già stato esaminato dalla commissione Giustizia e dal 3 agosto è passato al vaglio dell’assemblea, che tuttavia è sempre stato rinviato nel calendario settimanale della Camera, slittando a fine ottobre.

Il testo, composto da dieci articoli, modifica il Codice penale (604-bis e 604-ter) nella parte relativa ai cosiddetti “delitti contro l’uguaglianza”, aggiungendo alle discriminazioni per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi gli atti discriminatori fondati «sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere». In altri termini: chi oggi commette reati con finalità di «discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso» va incontro a una pena aumentata fino alla metà di quanto sia già previsto per il reato in questione. A queste aggravanti si vuole aggiungere quella dell’odio omotransfobico.

Inoltre, il 28 ottobre la maggioranza ha proposto un pacchetto di emendamenti per includere nella lista anche le discriminazioni legate alla disabilità. Superato lo scoglio delle pregiudiziali, l’aula di Montecitorio potrà ora proseguire l’esame degli emendamenti.

Senato

Legge di delegazione europea

La legge di delegazione europea, come spiega il sito del Dipartimento per le politiche Ue, è lo strumento attraverso il quale il Parlamento italiano, ogni anno, recepisce le direttive europee all’interno dell’ordinamento italiano. Le direttive impongono infatti agli Stati membri dell’Ue di raggiungere determinati risultati normativi entro un periodo determinato (ad esempio, portare i giorni di congedo di paternità a dieci entro il 2 agosto 2022). Se questi risultati non vengono raggiunti nei tempi prescritti, gli Stati rischiano di subire una procedura di infrazione. Lo strumento della legge di delegazione europea è stato introdotto dalla legge del 24 dicembre 2012, n. 234.

Si tratta generalmente di un testo legislativo in cui confluiscono temi molto vari. La legge di delegazione europea 2019contiene ad esempio il recepimento di direttive sul diritto d’autore e sulla plastica monouso, ma anche misure per la promozione delle energie rinnovabili e normative specifiche sull’uso dell’olio di palma. Il ddl è attualmente all’esame del Senato, dove l’assemblea sta votando le proposte di modifica.

Lite temeraria

Il senatore M5s Primo Di Nicola, ex giornalista, è il firmatario di un disegno di legge sulle querele temerarie contro i giornalisti. Per “querele temerarie” si intendono quelle che vengono presentate – spesso da politici o gruppi di potere – senza che ce ne siano i necessari presupposti legali, ma con lo scopo di intimorire, ed eventualmente silenziare, il giornalista che abbia scritto del querelante.

Il disegno di legge Di Nicola introdurrebbe l’ipotesi di «responsabilità aggravata civile di colui che, in malafede o colpa grave» sporge una denuncia di diffamazione a mezzo stampa.

La nuova disposizione permetterebbe al giudice, nel caso di rigetto della domanda di risarcimento, di condannare chi ha attivato la querela, oltre che al rimborso delle spese legali, anche al pagamento in favore del querelato di una somma non inferiore a un quarto del risarcimento richiesto.

Il provvedimento aveva già concluso il suo percorso in commissione Giustizia a Palazzo Madama a dicembre 2019. Anche a causa della pandemia, il tema è rientrato nel calendario dell’aula solo a settembre 2020. Attualmente l’assemblea sta esaminando gli emendamenti.

La giornata delle vittime di errori giudiziari

Due disegni di legge (n.1686 della Lega e n. 1699 di Italia viva) propongono l’istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime di errori giudiziari. Nello specifico il ddl di Italia viva propone di intitolare la giornata al giornalista Enzo Tortora.

Proprio per questo motivo la data scelta sarebbe quella del 17 giugno, giorno in cui, nel 1983, Tortora fu arrestato e ingiustamente accusato di reati per fatti ai quali risultò in seguito del tutto estraneo. Già esaminato dalla commissione Giustizia di Palazzo Madama, il provvedimento passa ora alla discussione dell’Aula.