Il 20 e 21 settembre i cittadini saranno chiamati a votare al referendum costituzionale confermativo, quindi senza quorum, sul taglio dei parlamentari. La misura prevede una riduzione del numero dei deputati dagli attuali 630 a 400, e i senatori da 315 a 200.

Nel dibattito sull’opportunità o meno di ridurre il numero dei parlamentari, entrambi gli schieramenti hanno spesso fatto un confronto tra la situazione italiana e quella degli altri Paesi europei. I sostenitori della riforma, in particolare, sostengono che il taglio dei parlamentari riallineerebbe la dimensione del nostro Parlamento alla media europea. Gli oppositori affermano invece che sprofonderemmo in fondo alla classifica dei Parlamenti per rappresentanza.

Abbiamo verificato, prendendo in considerazione in particolare i grandi Paesi europei con una popolazione quantomeno paragonabile a quella italiana, e la situazione cambia significativamente a seconda che si guardino ai parlamentari nel complesso o solo a quelli eletti direttamente a suffragio universale dai cittadini. Vediamo i dettagli.

Parlamentari e parlamentari eletti direttamente a suffragio universale

Per prima cosa guardiamo al numero totale dei parlamentari in ognuno dei 27 Paesi dell’Unione europea e nel Regno Unito. L’Italia – con 945 rappresentanti – è il secondo Paese in classifica, dopo il Regno Unito che ne ha ben 1.441. Seguono la Francia (925), la Germania (778) e la Spagna (616).

In seguito alla riforma l’Italia si posizionerebbe invece al quinto posto, dopo gli altri grandi Paesi europei. Questo confronto però non tiene conto delle differenze tra Paesi che hanno solo una Camera eletta direttamente e investita della potestà legislativa (ad esempio il Regno Unito, dove la House of Lords non è eletta direttamente e non concorre alla formazione delle leggi) e un Paese, come l’Italia, che ha il bicameralismo perfetto (come abbiamo spiegato in una precedente analisi, quasi un’eccezione a livello europeo).

Andiamo allora a vedere la classifica che risulta se guardiamo solo al numero di parlamentari eletti direttamente dai cittadini a suffragio universale, che votano la fiducia al governo e hanno piena potestà legislativa. Dobbiamo quindi escludere dal confronto ad esempio, oltre ai già citati parlamentari della House of Lords britannica, anche quelli del Bundesrat tedesco o del Senato francese, che sono nominati tramite una serie di meccanismi diversi rispetto al voto popolare.

In questa classifica l’Italia, con gli attuali 945 deputati e senatori, risulta essere il Paese europeo con più parlamentari eletti direttamente dai cittadini. Dopo la riforma, invece, con 600 parlamentari l’Italia arriverebbe probabilmente terza, dietro a Regno Unito e Germania. “Probabilmente” perché se sul Regno Unito non ci sono dubbi – i parlamentari eletti dai cittadini sono i 650 membri della House of Commons – sulla Germania c’è un margine di incertezza, in quando i membri del Bundestag (gli unici eletti direttamente) possono oscillare tra un minimo di 598 (due meno dell’Italia se venisse approvato il taglio) e un massimo di più di 700. Attualmente ad esempio sono 709.

Francia (577 parlamentari eletti) e Spagna (558 parlamentari eletti) sarebbero invece sicuramente alle spalle dell’Italia, anche dopo l’eventuale taglio.

Parlamentari e popolazione

Un altro confronto si può fare, per fare un confronto che tenga in considerazione anche le diverse dimensioni degli Stati, è quello che guarda al rapporto tra i parlamentari (eletti direttamente e non) e popolazione.

Per fare un confronto che abbia senso, guardiamo solo ai grandi Paesi europei, con una popolazione non troppo inferiore a quella italiana. Nei Paesi con pochi abitanti, infatti, anche un’assemblea molto ristretta ha facilmente un rapporto numerico con la popolazione molto basso.

In Italia attualmente c’è un parlamentare ogni 64 mila cittadini: tra i grandi Paesi europei solo il Regno Unito, dove i parlamentari sono 1 ogni 46 mila abitanti, ha un rapporto inferiore al nostro. La Francia (1/72 mila), la Spagna (1/76 mila) e la Germania (1/107 mila) hanno invece un rapporto superiore a quello dell’Italia, che quindi risulta seconda in questa classifica.

Dopo il taglio – passando quindi da 945 a 600 parlamentari – il rapporto tra parlamentari italiani e abitanti scenderebbe a 1/101 mila, facendoci quindi risultare, sempre tra i grandi Paesi europei, quarti davanti solo alla Germania.

Per quanto riguarda il rapporto tra popolazione e parlamentari eletti direttamente dai cittadini, l’attuale rapporto di 1/64 mila ci rende il Paese, tra i grandi d’Europa, con il rapporto più alto, davanti a Spagna (1/84 mila, non contando i senatori che non vengono eletti direttamente), Regno Unito (1/102 mila, escludendo i rappresentanti della House of Lords), Francia (1/116 mila, escludendo il Senato) e Germania (1/117 mila, non contando il Bundesrat).

Se il taglio venisse approvato il rapporto dell’Italia passerebbe a 1 parlamentare ogni 101 mila abitanti: un dato simile a quello del Regno Unito, inferiore a quelli di Francia e Germania, e superiore a quelli della Spagna. L’Italia passerebbe insomma da prima a quarta nella classifica dei grandi Paesi europei.

In conclusione

Il 20 e 21 settembre i cittadini potranno votare, tramite un referendum costituzionale, una riforma per tagliare il numero di parlamentari, riducendone il numero dagli attuali 945 a 600.

Oggi l’Italia è seconda in Europa per numero di parlamentari, dopo il Regno Unito. Con la riforma scenderemmo al quinto posto, preceduti dai principali Paesi europei (Germania, Francia, Spagna e ovviamente Regno Unito).

Se guardiamo però al numero di rappresentanti eletti direttamente dai cittadini al momento l’Italia è attualmente al primo posto in Europa, ma dopo la riforma scenderemmo probabilmente al terzo, dietro a Regno Unito e – a seconda della composizione del Bundestag, che è variabile – Germania.

Un altro metodo di paragone è il rapporto tra popolazione e numero di rappresentanti, un parametro che permette di considerare anche le diverse dimensioni dei vari Stati.

Oggi l’Italia ha un parlamentare ogni 64 mila abitanti. Considerando il numero totale di parlamentari, eletti direttamente e non, dei grandi Paesi europei – quelli con una popolazione non troppo diversa da quella italiana – siamo preceduti solo dal Regno Unito, dove il rapporto è di 1/46 mila, e seguiti invece da Francia, Spagna e Germania.

Dopo taglio invece avremmo 1 parlamentare ogni 101 mila abitanti: un rapporto più alto, che ci farebbe essere a quarti davanti soltanto alla Germania.

Allo stesso tempo, dopo la riforma il nostro rapporto tra popolazione e parlamentari eletti direttamente dai cittadini sarebbe superiore a quello della Spagna e inferiore a quello di Regno Unito (seppur di poco), Francia e Germania.