Il 15 settembre, ospite a DiMartedì su La7, il segretario della Lega Matteo Salvini ha commentato il recente arresto di tre commercialisti vicini al suo partito, per una operazione immobiliare sospetta.

Salvini ha smentito un coinvolgimento della Lega nella vicenda e, incalzato dalle domande dei giornalisti Giovanni Floris e Concita De Gregorio, ha ribadito due volte (min. 4:40 e min. 11:55) che il suo partito sta restituendo i famosi 49 milioni di euro, sottratti in modo illecito allo Stato tra il 2008 e il 2010.

Ma Salvini dice la verità? Abbiamo verificato e in base a un accordo di settembre 2018 la restituzione dei soldi è iniziata, ma con modalità e tempi favorevoli al partito dell’ex ministro dell’Interno, e meno per lo Stato.

La storia dei “49 milioni”

Innanzitutto vediamo come è nata e come si è sviluppata la storia dei “49 milioni”. Come hanno spiegato diverse ricostruzioni giornalistiche, è una questione articolata, suddivisa in diversi filoni d’inchiesta e processuali. Ne diamo qui una sintesi.

Lo scandalo dei “49 milioni” è nato ad aprile 2012, quando sui giornali si è avuta per la prima volta notizia che l’allora tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito era indagato con l’accusa di aver utilizzato i soldi ottenuti dallo Stato per i rimborsi elettorali in spese di altro tipo e a favore di altri membri del partito, come l’allora segretario Umberto Bossi e la sua famiglia.

Le indagini si sono chiuse nel novembre 2013, mentre la prima sentenza è arrivata a luglio 2014, con la condanna in primo grado, tra gli altri, di Belsito e Bossi, per truffa ai danni dello Stato condotta tra il 2008 e il 2010. Con la sentenza era stato anche deciso di confiscare come risarcimento circa 49 milioni di euro dai conti del partito, che però quei soldi non li aveva più.

Ad oggi non si sa con certezza che fine abbiano fatto quei soldi, tanto che è in corso un’inchiesta con l’ipotesi che i milioni siano stati di fatto nascosti con diverse manovre finanziarie all’estero. Lo stesso Salvini, il 15 settembre 2020 a DiMartedì, ha detto (min. 4:49) che quei soldi «non ci sono» più e che sono stati spesi, tra le altre cose, in «iniziative elettorali». Secondo alcune inchieste giornalistiche, anche Salvini avrebbe beneficiato nelle attività di partito di una parte dei milioni truffati negli anni successivi, quando era diventato segretario.

Un anno importante per ricostruire la vicenda è il 2017. Dopo la prima sentenza di condanna era iniziato una sorta di braccio di ferro tra la Lega Nord e i magistrati sulla restituzione dei soldi. Uno dei nodi del contendere, al centro di diverse sentenze e ricorsi arrivati fino in Cassazione, riguardava la possibilità di confiscare in via preventiva non solo le risorse finanziarie presenti in quel momento nelle casse del partito e degli indagati, ma anche le somme che sarebbero state depositate nei mesi successivi.

A dicembre 2017 è comunque scattato un primo sequestro da circa 2 milioni di euro, mentre a luglio 2018 la Cassazione aveva pubblicato le motivazioni di una sua sentenza dell’aprile precedente, in cui aveva stabilito che andassero sequestrati anche le nuove entrate future nelle casse della Lega.

Ad agosto 2019, alcuni dei reati di cui erano accusati, tra gli altri, Belsito e Bossi (condannati in primo grado e in appello) sono finiti in prescrizione, ma la confisca dei 49 milioni è rimasta comunque definitiva. A settembre 2018, infatti, c’era stata una significativa novità nella vicenda della cifra da restituire.

L’accordo sulla restituzione

Come riportano fonti stampa dell’epoca, a settembre 2018 gli avvocati della Lega e la Procura di Genova avevano infatti raggiunto una sorta di accordo per la restituzione dei celebri 49 milioni.

L’accordo tra le due parti prevedeva che la Lega avrebbe dovuto ridare 100 mila euro ogni due mesi (per un totale di 600 mila euro l’anno) come risarcimento dei milioni truffati, al netto di quelli già confiscati. Secondo i calcoli del Corriere della Sera, pubblicati a settembre 2018, serviranno circa 76 anni allo Stato per vedersi restituiti i famosi “49 milioni”.

All’epoca il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi aveva difeso il suo operato dalle critiche secondo cui la Lega sarebbe stata troppo favorita da questo accordo. «Lo Stato trarrà un vantaggio decisamente superiore a quello che avrebbe conseguito nel caso in cui avesse preteso di sequestrare il nulla», aveva scritto a settembre 2018 in una nota Cozzi.

Ricordiamo che nel 2020 è poi nato il nuovo partito “Lega per Salvini Premier”, che ha affiancato quello della Lega Nord, ormai politicamente superato, ma che come ha spiegato per esempio Il Post ad agosto scorso non può essere sciolto perché su di esso gravano diversi debiti, come quello dei famosi 49 milioni.

E proprio il bilancio della Lega Nord aiuta a capire quali sono stati gli sviluppi più recenti sulla restituzione di questi soldi.

Che cosa dice il bilancio della Lega Nord

Sia il bilancio della Lega Nord del 2018 (pag. 14) e quello del 2019 (pag. 9) contengono nella voce “altri debiti” una somma di circa 18,4 milioni di euro, che come hanno spiegato già a luglio 2019 diversi quotidiani, fanno riferimento ai 49 milioni che la Lega deve restituire allo Stato.

Ma come è possibile che dà 49 milioni si è passati a poco più di 18? Il perché lo spiegano entrambi i bilanci.

Qui si legge (pag. 14 per il 2018 e pag. 9 per il 2019 ) che gli oltre 18 milioni di euro di debiti corrispondono al «valore attualizzato» dell’«originario importo di euro 48.969.617» – ossia i “49 milioni”, da cui bisogna togliere circa 3,3 milioni di euro per le somme complessivamente già sequestrate, tra cui i 2 milioni visti sopra – oggetto delle passate vicende con la magistratura. Che cosa si intende con “valore attualizzato”?.

In base ai principi contabili dell’Organismo italiano di contabilità (Oic), che sono il punto di riferimento normativo per scrivere un bilancio, il processo dell’attualizzazione consente di determinare qual è il valore attuale di un debito finanziario che sarà ripagato «in una o più date future».

Per fare questo, la cifra viene rivalutata tramite l’applicazione di un “tasso di sconto”, che corrisponde a un elemento abbastanza intuitivo della questione: una somma di denaro di oggi non ha infatti lo stesso valore se proiettata nel futuro, per esempio a causa dell’inflazione (come hanno riportato diverse fonti stampa, la Lega potrà restituire i soldi senza l’aggiunta degli interessi). Con l’applicazione del tasso di sconto è così possibile stabilire qual è il valore futuro di un debito, in base al suo valore attuale.

Dunque, grazie al processo dell’attualizzazione, i famosi 49 milioni di euro che la Lega ha deciso di restituire allo Stato in circa 75 anni, con rate di 600 mila euro circa l’anno, sul bilancio della Lega Nord pesano poco più di 18 milioni.

Questo è stato «l’unico modo di eseguire un decreto di sequestro che non prevede interessi», hanno spiegato fonti stampa a luglio dell’anno scorso, quando era uscito il bilancio della Lega del 2018 che “svelava” il meccanismo in questione.

Ricapitolando: se le condizioni dell’accordo saranno rispettate, lo Stato si vedrà restituire i milioni truffati, ma in maniera molto diversa e meno conveniente rispetto all’alternativa di farseli restituire tutti subito (come abbiamo detto, la Lega dice comunque di non avere quei soldi e si sta indagando per capire se una parte delle cifre sottratte indebitamente siano finite all’estero).

Abbiamo contattato sia la Procura di Genova che l’ufficio stampa della Lega che ci hanno confermato l’inizio del versamento dei soldi nelle modalità concordate, subito dopo l’accordo di settembre 2018. Il partito versa ogni due mesi 100 mila su un conto vincolato, da cui vengono prelevati i soldi dal Fondo unico giustizia (Fug).

In conclusione

Secondo Matteo Salvini, la Lega sta restituendo i famosi “49 milioni” che la magistratura ha stabilito le andassero confiscati come risarcimento per aver utilizzato in maniera illegittima soldi pubblici dei rimborsi elettorali.

In base a un’intesa di settembre 2018, la Lega Nord – da non confondersi con il nuovo partito “Lega per Salvini Premier” – si è impegnata a restituire la somma, al netto delle cifre già confiscate, con rate da 600 mila euro l’anno.

Questo significa che lo Stato dovrebbe vedersi risarcire la cifra in oltre 70 anni, ma per le casse della Lega Nord i “49 milioni” di debiti pesano per “soli” 18 milioni di euro circa, che è il valore attualizzato della cifra da restituire.

Abbiamo contattato la Procura di Genova e l’ufficio stampa della Lega Nord che ci hanno dato conferma dell’avvenuto inizio dei pagamenti.

Ricordiamo infine che è ancora in corso un’inchiesta sul presunto riciclaggio che ci sarebbe dietro la scomparsa dei 49 milioni in questione.