«I numeri dei morti in Italia sono gonfiati!»: così gli argomenti (sbagliati) di Sgarbi alla Camera sono stati ripresi in tutto il mondo

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Nelle ultime settimane un intervento di Vittorio Sgarbi alla Camera dei Deputati, pronunciato il 24 aprile, è stato visto e condiviso sui social media da utenti di molti Paesi del mondo, dalla Croazia al Brasile, per sostenere che in realtà la pandemia di coronavirus non sia grave come viene raccontata dalla stampa e dalle autorità.

La tesi “negazionista” di fondo, cioè che le conseguenze della malattia siano sopravvalutate e il virus uccida meno di quel che si dice, è stata sostenuta anche da presidenti populisti di destra come Jair Bolsonaro in Brasile e (a marzo) Donald Trump negli Stati Uniti. Il video di Sgarbi è arrivato persino a Elon Musk, che da settimane chiede di «liberare l’America dal lockdown» e di far ripartire le imprese. Il fondatore di Tesla e SpaceX su Twitter ha commentato le parole di Sgarbi, postate da un altro utente, dicendo: He is right, «Ha ragione».
Chiariamolo subito: Sgarbi non ha ragione. Ma prima: che cosa diceva Sgarbi nell’intervento che ha fatto il giro del mondo?

I numeri falsi sui morti e la “dittatura del consenso”

Nel video, circolato con sottotitoli in diverse lingue, l’onorevole del gruppo misto diceva in Aula (qui il resoconto stenografico): «Alla vigilia del 25 aprile serve essere uniti contro le dittature e uniti nella verità. Non facciamo di questa l’aula della menzogna. (…) Non dite anche qui (che in Italia ci sono stati, ndr) 25 mila morti: non è vero! Non usate i morti per retorica e per terrorismo. I dati dell’Istituto superiore di sanità dicono che il 96,3% sono morti per altre patologie (…) Sono morti per altre patologie: di infarto, di cancro, non usiamoli per umiliare l’Italia e per dare ai cittadini false notizie». E concludeva: «Non è vero che sono morte 25mila persone di coronavirus in Italia: è un modo per terrorizzare gli italiani e imporre una dittatura del consenso».

Tralasciando l’opinione di Sgarbi sulla «dittatura del consenso», i dati di partenza sono veri, anche se interpretati in modo sbagliato: meno del 4% dei deceduti era completamente sano prima del coronavirus, quindi le patologie preesistenti sono certamente una concausa. Ma è altrettanto vero che senza il virus moltissime di quelle persone non sarebbero morte. Basta poco per confermarlo, confrontando il numero totale di morti in Italia nel marzo 2020 rispetto allo stesso mese del 2019: erano 65 mila, quest’anno sono stati 91 mila, cioè quasi il 40 per cento in più: un’enormità che fa capire l’impatto del virus nel nostro Paese. Ma al contrario di quel che dice Sgarbi, i morti per Covid-19 potrebbero essere molti di più, e non di meno, di quelli conteggiati come tali.

Nel frattempo, comunque, la sua tesi sbagliata ha fatto il giro del mondo.

Il giro della fake news: dai Balcani alla Germania

Stando a quanto abbiamo potuto ricostruire, la teoria di Sgarbi ha attecchito dopo pochi giorni nei Balcani. Il 26 aprile, due giorni dopo l’intervento di Sgarbi, il video è stato sottotitolato in croato e pubblicato sul piccolo canale Youtube “Dear leader Joe”, dove ha ottenuto 170 mila visualizzazioni.

Il proprietario del canale, Josip Novosel, una sorta di influencer con 42 mila follower che su Instagram si definisce«gastro snob, fotografo, spin doctor», lo ha poi pubblicato sul suo sito di «informazione e lifestyle» Flash.hr con questo titolo: «Vittorio Sgarbi – L’Italia ha falsificato il numero di morti per il coronavirus. Era tutta una truffa!». Sgarbi, in tutti i casi che vedremo, è sempre stato presentato come un parlamentare della Camera dei deputati, a volte con l’aggiunta di altre definizioni come «critico d’arte e scrittore»: la sua credibilità non è mai messa in discussione. Quel giorno il video ha cominciato a girare anche su portali serbi e bosniaci (come raccontato dal sito di fact-checking bosniaco Raskrinkavanje).

Dalla Croazia, il 27 aprile le parole di Sgarbi hanno fatto capolino negli Stati Uniti. L’utente Twitter Beach Milk, negazionista del cambiamento climatico con quasi 20 mila follower, ha condiviso uno screenshot del video con i sottotitoli in croato, in un tweet in cui ne riportava il senso in inglese e scriveva: «Chiedetevi, chi beneficia dei numeri gonfiati?». Quel “chi”, in inglese “who”, era scritto come “W.H.O”, chiara allusione alla Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization, in inglese). E chiudeva con gli hashtag #BillGates, #Vaccine e #NWO, sottointendendo che dietro il piano “svelato” da Sgarbi ci fosse il cosiddetto “Nuovo Ordine Mondiale”, una presunta associazione segreta di potenti che vorrebbero prendere il controllo sul pianeta (su Facta avevamo spiegato perché Bill Gates è diventato il bersaglio perfetto per le bufale sul coronavirus).

Le parole di Sgarbi sono entrate così nel radar dei complottisti di tutto il mondo. Il 29 aprile il video è arrivato in Germania, dove è stato sottotitolato in tedesco e pubblicato su Youtube da Daniel Langhans, che tiene corsi di marketing e spesso diffonde contenuti di taglio complottista, ottenendo altre centinaia di migliaia di visualizzazioni. Il progetto di fact-checking e giornalismo investigativo tedesco Correctiv lo ha poi smontato in un lungo articolo di debunking (a cui abbiamo collaborato).

Il mondo ispanico e pro-Bolsonaro

A far arrivare il video anche nella galassia ispanofona è stato un altro account Twitter complottista, Mundo Desconocido, che l’1 maggio lo ha rilanciato per la prima volta con i sottotitoli in spagnolo sostenendo che i numeri delle morti da Covid fossero esagerati anche in Spagna, e che fosse in corso un tentativo di instaurare una “dittatura globale”.

Ma a far esplodere la popolarità di Sgarbi pure in Sudamerica è il canale Youtube argentino “Jovenes Lideres”, che ha oltre 110 mila iscritti. Lo stesso video, con il titolo (in spagnolo) “Deputato italiano sul coronavirus: dicano la verità. Vogliono imporre una dittatura” ha ottenuto quasi 4 milioni di visualizzazioni.

Tra il 4 e il 6 maggio, probabilmente grazie alla traduzione in spagnolo, il video viene visto anche in Brasile. Stavolta a rilanciarlo è una deputata federale vicina al presidente Bolsonaro, Marta Zambelli, che lo pubblica su Twitter, Facebook e Instagram, con le parole “la verità deve venir fuori”, garantendo alla teoria di Sgarbi un altro milione di visualizzazioni.

Dall’estrema destra Usa al Mozambico

La tesi che il virus sia di fatto una montatura piace ai seguaci di Bolsonaro, che i media internazionali identificano come “il Trump brasiliano”. E infatti piace anche ai sostenitori del Donald originale, che lo hanno fatto girare anche negli Usa. Il 4 maggio il video è stato sottotitolato in inglese e pubblicato dal canale Youtube della Rair Foundation, un’associazione di destra fondata dalla newyorchese Amy Mekelburg, “agitatrice dei social” secondo il Nyt, attivista pro-Trump e anti-Islam. Rair è l’acronimo di “Raise, Align, Ignite, Reclaim”. Ma in un primo momento, quando il sito fu aperto nel 2016, Rair stava per “Resistance Against Islamic Radicals”: dopo che i media si occuparono di Meckelburg nel 2018, le parole dietro l’acronimo furono ammorbidite.

Il video di Sgarbi sottotitolato da Rair ha ottenuto oltre 800 mila visualizzazioni. Non solo negli Usa: persino in Mozambico e Sudafrica, ha scritto il sito italiano The Submarine, “i suprematisti bianchi vanno matti per Vittorio Sgarbi”. Il 7 maggio l’intervento del deputato italiano è passato anche dall’Irlanda, rilanciato dal sito The Liberal, di proprietà dell’attivista contro l’aborto Leo Sherlock, già al centro di numerose controversie. L’8 maggio poi Jim Hoft, fondatore del celebre sito americano di estrema destra The Gateway Pundit, definito “cospirazionista” dal Washington Post, ha dedicato un articolo all’intervento del deputato italiano. Il giorno dopo il conduttore radiofonico ultraconservatore Bill Mitchell ha twittato l’articolo ai suoi 580 mila follower, con un testo di apprezzamento in maiuscolo: “Wow, this is something”.

Così il 10 maggio un utente Twitter ha segnalato il video direttamente a Elon Musk, scrivendo: “Questo politico italiano dice quello su cui io, Elon Musk e altri stiamo dicendo la verità. I numeri sono probabilmente gonfiati!!!! Guardate!”. Musk risponde dicendo che

Sgarbi “ha ragione”. Interviene un altro utente: “Se qualcuno muore con qualsiasi sintomo mentre ha il Covid, viene registrato come morto per Covid. Quindi il tasso di letalità è totalmente sbagliato”.

A questa frase dubbia, Musk rincara la dose: “Assolutamente. Inoltre, non hanno nemmeno bisogno di ricevere il tampone per il Covid, bastano dei sintomi “simili”, che sono una lunga lista, incluso ‘sentirsi deboli’. Difficile morire senza sentirsi deboli!”.

Insomma, Vittorio Sgarbi è diventato in tutto il mondo il paladino di chi sostiene che il coronavirus non sia pericoloso come qualcuno vorrebbe farci credere. Ma quel che dice in quel famoso intervento sulle morti in Italia non trova conferme nella realtà.

Il fact-checking dell’intervento di Sgarbi

Il dato dei morti citato da Sgarbi faceva riferimento a un’analisi dell’Istituto superiore di sanità sui pazienti deceduti “positivi all’infezione da Sars-Cov-2 in Italia”, aggiornata al 23 aprile. All’interno c’era un capitolo sulle patologie preesistenti di “2.041 deceduti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche”. Da qui emergeva che solo il 3,6% delle persone morte non aveva alcuna patologia preesistente; il 14,4% ne aveva una, il 21,1% ne aveva due, e quasi il 61% ne aveva tre o più. Le più frequenti erano l’ipertensione arteriosa, la cardiopatia ischemica e la fibrillazione atriale.

Questo ha portato Sgarbi ad affermare che in realtà non fosse il virus ad avere ucciso quelle persone ma le malattie di cui già soffriva, e che parlare di così tanti decessi per Covid-19 servisse al governo per instaurare una “dittatura del consenso” che costringesse le persone a stare chiuse in casa.

Nelle prime settimane della pandemia in Italia si è dibattuto sulle reali cause di tutte quei decessi: quelle migliaia di persone erano morte “con” il coronavirus, come diceva il capo della Protezione civile Angelo Borrelli nel bollettino quotidiano, o “per” il coronavirus?

Come avevamo spiegato, si tratta di un concorso di cause difficile da dimostrare, in cui le patologie preesistenti giocano un ruolo certamente importante, ma in cui il coronavirus risulta decisivo. Una conferma in questo senso si trova confrontando il numero complessivo di persone morte in Italia, per qualsiasi causa, nel marzo 2020 rispetto a marzo 2019, quando il coronavirus non c’era. Un rapporto di Istat e Iss aggiornato al 31 marzo sui dati delle anagrafi di quasi tutto il Paese (87% dei comuni) diceva che nel mese di marzo “i decessi passano da 65.592 (media periodo 2015-2019) a 90.946, nel 2020. L’eccesso dei decessi è di 25.354 unità, di questi il 54% è costituito dai morti diagnosticati Covid-19 (13.710)”.

Questi dati mostrano il contrario di quel che dice Sgarbi. Nel solo mese di marzo di quest’anno in Italia sono morte il 38,7% di persone in più dell’anno scorso, quando il virus non c’era. Non solo: di quell’eccesso di morti, che per il 91% si trovavano nelle aree più colpite dal coronavirus, poco più di metà aveva ricevuto una diagnosi di positività al tampone. Dei 25.354 morti in più di un anno fa, oltre 11 mila non rientravano nei casi di positività, probabilmente solo perché molto di questi non sono stati sottoposti a un tampone. In realtà il numero dei morti da coronavirus in Italia sarebbe molto più alto dei dati ufficiali. I decessi causati dalla pandemia non sono stati sopravvalutati. Più probabilmente è avvenuto l’opposto.

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