Il 14 maggio la deputata del Gruppo misto Sara Cunial – eletta con il Movimento 5 stelle, da cui poi è uscita ad aprile 2019 – ha tenuto un discorso alla Camera, in cui ha criticato il governo per la gestione dell’emergenza coronavirus.

Il suo intervento è diventato celebre perché, come vedremo nel dettaglio, contiene una serie di teorie del complotto, che vedono coinvolti, tra gli altri il miliardario statunitense Bill Gates, l’Unione europea e Matteo Renzi. In passato, Cunial si era già distinta all’interno del Parlamento per le sue posizioni antivacciniste.

La deputata del Gruppo Misto ha anche criticato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, definito «Pluripresidente della Repubblica» e «vera epidemia culturale di questo Paese». Per queste parole, ora Cunial rischia di essere incriminata di vilipendio al capo dello Stato.

Nelle ore successive al discorso, in diversi hanno accusato la deputata, fatti alla mano, di aver riportato dichiarazioni complottiste e false. Ma quante delle cose che ha detto Cunial sono del tutto prive di fondamento e quante hanno un fondo di verità?

Abbiamo analizzato 13 dichiarazioni nel dettaglio ed ecco che cosa abbiamo scoperto.

Gli attacchi contro Bill Gates

La prima parte del discorso di Cunial alla Camera contiene una serie di accuse al miliardario e filantropo Bill Gates, che da parecchi anni è al centro di diverse teorie del complotto a causa del suo coinvolgimento nella promozione delle vaccinazioni. Con il nuovo coronavirus, negli ultimi mesi, è poi diventato l’oggetto di numerose notizie false e uno dei bersagli principali di chi vede una cospirazione dietro la diffusione del virus o le reazioni da parte delle autorità.

Abbiamo analizzato nel dettaglio alcune accuse fatte dalla deputata nel suo intervento.

1. Quanti soldi dà Bill Gates all’Oms

«Oms, il cui primo finanziatore è il noto filantropo e “salvatore del mondo” Bill Gates»

Qui Cunial fa un’affermazione quasi corretta, al di là delle formule ironiche con cui parla di Gates.

Attraverso la Bill & Melinda Gates Foundation, creata con sua moglie nel 2000 «per sviluppare nuovi strumenti e strategie per ridurre l’impatto delle malattie infettive», Bill Gates è diventato negli anni uno dei principali finanziatori dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Nel biennio 2018-2019 ha contribuito al suo bilancio con oltre 530 milioni di dollari, secondo solo agli Stati Uniti (che naturalmente sono uno Stato e non una fondazione privata).

2. Gates il “profeta”? Le teorie del complotto intorno all’Event 201

«Bill Gates già nel 2018 profetizzava una pandemia, poi simulata lo scorso ottobre nell’Event 201»

Questa affermazione è fuorviante.

A ottobre 2019 il Johns Hopkins Center for Health Security, organizzazione no profit collegata all’omonima università americana, il World Economic Forum e la Bill & Melinda Gates Foundation hanno ospitato a New York un’esercitazione virtuale chiamata “Event 201” in cui è stata simulata una pandemia globale di coronavirus.

L’obiettivo era sottolineare la necessità di una cooperazione globale pubblica e privata per contrastare gli impatti economici e sociali di gravi pandemie. Da tempo gli esperti sanno del pericolo che potrebbe venire da una pandemia e dunque una simulazione di quel tipo non è particolarmente indicativa: ciononostante, intorno all’evento si sono sviluppate da tempo varie dietrologie e molte persone ci hanno fatto riferimento come a una improbabile “profezia” della pandemia in corso.

Se ci fosse stato un oscuro disegno dietro quella simulazione, tra l’altro, non avrebbe avuto molto senso simularla in un evento aperto al pubblico e ampiamente pubblicizzato in precedenza.

Davanti al diffondersi delle interpretazioni sospettose intorno alla simulazione, di recente Johns Hopkins Center for Health Security ha pubblicato un comunicato per chiarire che durante l’esercitazione non è stata fatta nessuna «previsione» precisa sulla futura comparsa di un virus. I dati utilizzati riguardavano la modellizzazione di una possibile pandemia relativa a un generico nuovo coronavirus (e non per il coronavirus Sars-Cov-2).

3. Non è vero che per Gates i vaccini servono per sterilizzare la popolazione

«Ormai da decenni [Bill Gates] si prodiga nello sviluppo di piani di depopolamento e controllo dittatoriale sulla politica globale […] E dice, testuali parole, riprese da una sua dichiarazione: “Se facciamo un buon lavoro con i nuovi vaccini, la sanità e la salute riproduttiva, possiamo diminuire la popolazione mondiale del 10-15 per cento”. E continua, aperte virgolette: “Solo un genocidio può salvare il mondo”».

Anche in questo caso Cunial riporta una notizia circolata molto su WhatsApp nelle scorse settimane, in cui viene decontestualizzato un discorso di Gates del 2010 per far passare il messaggio che secondo il magnate i vaccini servano per sterilizzare la popolazione mondiale.

È vero che il primo virgolettato compare in una Ted Talk di Gates del 2010, mentre del secondo (quello sul «genocidio») non c’è traccia tra le dichiarazioni pubbliche di Gates (e dunque è con ogni probabilità inventato). In ogni caso le cose non stanno come lascia intendere la deputata.

Gates non ha mai fatto mistero di considerare la crescita della popolazione mondiale incompatibile con il miglioramento delle condizioni sanitarie, in particolare nei Paesi più poveri del mondo. Ma la soluzione non è mai stata quella di una sterilizzazione forzata, bensì quella di ridurre al minimo il tasso di mortalità infantile. Insomma: far sopravvivere di più i bambini che nascono già oggi. E questo per un ragionamento che lo stesso Gates ha spiegato più volte.

«È del tutto controintuitivo» ha raccontato Gates nel 2012 al magazine economico Forbes, spiegando come dopo molte ricerche abbia compreso che sotto una certa soglia di mortalità (dieci decessi ogni mille persone), la crescita della popolazione tenda a stabilizzarsi. Secondo Gates, questo accade perché in alcune parti del mondo, dove la mortalità infantile è più elevata, i genitori decidono di procreare di più, non per avere famiglie numerose, ma per far sì che almeno una percentuale dei propri figli sopravviva.

È la teoria comunemente conosciuta come “child survival hypothesis”, molto in voga negli anni Settanta e oggi molto dibattuta nella comunità scientifica internazionale. Secondo questa teoria, una mortalità infantile ridotta contribuirebbe ad aumentare le motivazioni a mettere in atto una pianificazione familiare e conseguentemente a far calare il tasso di crescita della popolazione.

Al di là della reale efficacia delle proposte, è importante sottolineare come Gates associa sì la vaccinazione a una decrescita delle stime sulla popolazione mondiale, ma non per le motivazioni indicate da Cunial.

Nell’ottica della Bill and Melinda Gates Foundation, i vaccini non servono «a sterilizzare la popolazione», ma ad abbassare il tasso di mortalità infantile.

4. No, i vaccini di Gates non hanno sterilizzato «milioni di donne in Africa»

«Grazie ai suoi vaccini è riuscito a sterilizzare milioni di donne in Africa»

Si tratta di un’affermazione falsa e priva di fondamento.

Il riferimento è a una denuncia pubblicata il 7 ottobre 2014 dalla Conferenza dei vescovi cattolici del Kenya, che sollevava preoccupazioni circa la composizione del vaccino contro il tetano utilizzato dal governo nazionale.

Secondo i vescovi, il contenuto a base di tetano iniettato nella popolazione keniota (il target della campagna era la popolazione femminile compresa tra i 14 e i 49 anni) conterrebbe tracce dell’ormone hCG, «già utilizzato nelle Filippine, in Nicaragua e in Messico per vaccinare le donne contro gravidanze future».

La campagna di vaccinazione contro il tetano in Kenya era patrocinata da Unicef e Organizzazione mondiale della sanità (e finanziata nel 2010 dalla Bill & Melissa Gates Foundation con 10 milioni di dollari). Le accuse di «sterilizzazione forzata» sono state respinte sia dal governo del Kenya che da Oms e Unicef, che hanno definito le accuse dei vescovi «misinformazione».

L’informazione secondo cui il vaccino del tetano conterrebbe tracce di hCG è poi falsa e nasce dalla confusione creata da una ricerca indipendente, svolta nel 1994 in India, per elaborare un «vaccino contro la gravidanza». In questo “vaccino”, infatti, l’ormone hCG (naturalmente presente nel corpo umano) veniva combinato con una proteina simile alla tossina del tetano. Ma, come si capisce, non è vero che il vaccino contro il tetano abbia di per sé l’effetto di “vaccinare contro la gravidanza”.

Questa associazione errata è nata, in particolare, da una campagna dell’associazione antiabortista Human Life International del 1995 e, già all’epoca, questa ricerca pubblicata dall’Oms aveva chiarito l’errore.

5. Gates e l’epidemia di poliomelite in India

«[Gates] ha provocato un’epidemia di poliomelite che ha paralizzato 500 mila bambini in India»

Anche quest’affermazione di Cunial è falsa.

Il riferimento all’epidemia di poliomielite compare in una teoria del complotto sostenuta da gruppi contrari alla vaccinazione obbligatoria e da Robert F. Kennedy Jr., nipote dell’ex presidente John F. Kennedy e tra i principali finanziatori di pubblicità antivaccinista su Facebook.

Vediamo i fatti: da un lato Gates ha sostenuto una campagna per eradicare la poliomielite in India (obiettivo raggiunto nel marzo 2014, come annunciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) e, dall’altro, secondo l’Oms è vero che sia teoricamente possibile contrarre la poliomielite paralitica come conseguenza del vaccino, seppure l’ipotesi sia fortemente improbabile (un caso ogni 2,7 milioni di dosi).

Il dato riguardante la paralisi «di 500 mila bambini in India» collegata al vaccino è però completamente inventato: i dati dell’Oms riferiscono di appena 7 casi di poliomielite derivata da vaccino tra il 2000 e il 2017 in India, a fronte di decine di milioni di bambini vaccinati ogni anno.

6. No, il vaccino trivalente non causa più morti delle malattie che previene

«Con il suo Dtp [vaccino per difterite, tetano e pertosse, ndr] causa più morti della stessa malattia»

Si tratta anche in questo caso di un’affermazione falsa.

La frase è tratta da un articolo di Robert F. Kennedy Jr. e prende di mira la Gavi Alliance, progetto lanciato nel 2010 dalla Bill & Melinda Gates Foundation per ridurre la mortalità infantile in Africa.

Il vaccino trivalente per difterite, tetano e pertosse è considerato «sicuro ed efficace» dai Centers for disease control and prevention (Cdc), uno dei più importanti organismi di sanità pubblica negli Stati Uniti. Come ogni medicinale, però, anche il Dtp presenta degli effetti collaterali. Secondo una ricerca guidata dal dottor Pedro Moro, ricercatore dei Cdc, avrebbero provocato un totale di 844 decessi negli Stati Uniti tra il 1991 e il 2016 (su un totale di oltre 50mila casi esaminati).

Secondo i dati pubblicati da Gavi Alliance, tra il 2000 e il 2018, il gruppo finanziato dalla Bill & Melinda Gates Foundation ha vaccinato 760 mila bambini, portando all’immunizzazione di quasi un miliardo di persone, per un numero stimato di decessi evitati tra il 2016 e il 2020 che ammonta a oltre 5 milioni.

7. La Monsanto e gli «Ogm sterilizzanti»

«Con i suoi Ogm sterilizzanti progettati da Monsanto e donati così generosamente alle popolazioni bisognose»

Altra notizia falsa.

Il riferimento di Cunial è questa volta alla decisione della Bill & Melinda Gates Foudation di acquistare, nel 2010, 500mila azioni di Monsanto, multinazionale statunitense di biotecnologia agraria, per combattere la scarsità di cibo nei Paesi più poveri del mondo attraverso l’utilizzo di organismi geneticamente modificati.

Bill Gates è da sempre un grande sostenitore dell’utilizzo di Ogm in agricoltura, mentre Monsanto è il maggior produttore al mondo di semi geneticamente modificati.

È vero che la Monsanto in passato abbia condotto ricerche su «semi sterilizzanti» – o meglio “sterili” – cioè geneticamente modificati per non riprodursi ad ogni raccolto (questi semi sono conosciuti anche come «semi Terminator») e che ne detenga il brevetto. Tuttavia non li ha mai venduti o donati a popolazioni più o meno bisognose e, già dal 1999, si è pubblicamente impegnata a non commercializzare questa tecnologia e a non condurre ulteriori ricerche in proposito.

8. Tatuaggi quantici e vaccini che riprogrammano il sistema immunitario

«Il tutto mentre sta già pensando di distribuire il tattoo quantico per il riconoscimento vaccinale e i vaccini a mRNA come strumenti di riprogrammazione del nostro sistema immunitario»

L’ultima affermazione di Cunial su Bill Gates risulta fortemente imprecisa.

Al centro delle accuse, questa volta, finisce la presunta idea di «distribuire tattoo quantici per il riconoscimento facciale e vaccini a mRNA per riprogrammare il sistema immunitario».

Il riferimento al “tatuaggio” («tattoo quantico») arriva da una notizia circolata su WhatsApp negli scorsi giorni, secondo cui la Bill & Melinda Gates Foundation starebbe finanziando un «tatuaggio quantico invisibile, ma leggibile da chi dispone dell’apposito lettore elettronico». Si tratta in realtà di una ricerca del Mit, finanziata dalla fondazione di Gates, volta alla costruzione di un database per la vaccinazione nelle aree più povere del mondo.

L’idea è stata tratteggiata il 19 marzo 2020 dallo stesso Gates, che sul suo blog immaginava «certificati digitali per mostrare chi si è ripreso [dalla Covid-19] o è stato testato di recente o quando abbiamo un vaccino che lo ha ricevuto».

Il progetto del Mit, in ogni caso, non somiglia al «microchip sottocutaneo» immaginato dalle teorie complottiste, ma si presenta come un sistema di microaghi, in grado di fornire informazioni solo circa l’avvenuta vaccinazione (nessun riconoscimento facciale, dunque, né informazioni di tipo extra sanitario), che risponde al problema della carenza (o assenza) di documentazione sanitaria cartacea nelle aree più povere del pianeta.

Quanto ai «vaccini a mRNA», il riferimento è al lavoro della società Moderna Therapeutics, finanziata dalla Bill & Melinda Gates Foundation, e al tentativo di produrre un vaccino sintetizzato direttamente dal corpo umano.

Non si tratta di «riprogrammare il sistema immunitario», ma di «simulare un’infezione naturale per innescare una risposta immunitaria più potente, potenzialmente in grado di proteggere dall’infezione del nuovo coronavirus», spiegano i ricercatori. Lo studio è al momento in fase sperimentale e la reale efficacia del procedimento sarà più chiara solo nei prossimi mesi.

Il «deep State in salsa italiana»

Dopo la lunga lista di accuse contro Gates – come abbiamo visto, per lo più frutto di teorie complottiste – la deputata Cunial si è scagliata contro quello che secondo lei è «il deep State in salsa italiana», che vorrebbe approfittare dell’occasione creata dall’epidemia di Covid-19 per arricchirsi grazie ai vaccini.

L’espressione “deep State” indica il cosiddetto “Stato dentro lo Stato”, un presunto apparato segreto che con i soldi e il potere manovrerebbe le decisioni prese dal governo e dalle istituzioni pubbliche, all’oscuro dei cittadini.

Abbiamo analizzato cinque affermazioni di Cunial in proposito e, come nel resto del suo discorso, alcuni elementi fattuali vengono mescolati con accuse infondate, esagerazioni e teorie del complotto.

9. Chi sta cercando un vaccino per il Covid-19 “indottrina” i medici?

«In questa tavola imbandita c’è tutto il deep State in salsa italiana: c’è la Sanofi, che insieme alla già collusa Glaxo […] sigla accordi con le società di medicina per l’indottrinamento dei medici del futuro, facendosi beffe della loro autonomia di giudizio e del loro giuramento»

La Sanofi è un’azienda farmaceutica multinazionale, con sede in Francia. Insieme con la GlaxoSmithKline (Gsk) – altra azienda farmaceutica multinazionale, con sede nel Regno Unito – ha creato una task force congiunta, si legge in un comunicato stampa della Sanofi, allo scopo di di «mobilitare risorse da entrambe le società per cercare ogni opportunità per accelerare lo sviluppo del vaccino candidato» per debellare la Covid-19.

Sia Sanofi che Gsk sono attive nella formazione dei medici, considerato che questi usano spesso medicinali creati dalle aziende in questione, e non è certo un segreto. Spesso, come ad esempio nel caso della formazione dei medici di famiglia da parte di Sanofi, sono poi coinvolte le associazioni di categoria, come Fimmg (Federazione medici medicina generale) e Simg (Società italiana medicina generale).

Non è chiaro in che modo partecipare a dei percorsi formativi si traduca nella perdita di autonomia per i medici e in una «beffa» del giuramento di Ippocrate.

10. Il monitoraggio del Veneto, l’app Immuni e l’Id2020

«Ci sono le multinazionali high tech come la romana Engineering, amica tra l’altro del nobile Mantoan, o la Bending Spoons della Pisano, per il controllo e la gestione dei nostri dati sanitari ed il rispetto dell’Agenda europea Id2020 di identificazione elettronica, che ricorre proprio alla vaccinazione di massa per ottenere una piattaforma di identità digitale»

La società Engineering ha sede a Roma ed è una grande società italiana nel settore dell’IT (Information Technology). Per contrastare la diffusione del Covid-19, ha sviluppato una piattaforma informatica che è stata usata dalla Regione Veneto. Questa piattaforma, aggregando e analizzando i dati che la pubblica amministrazione ha già a propria disposizione, consente di monitorare l’evoluzione dell’epidemia e formulare predizioni sulle possibili evoluzioni. La Bending Spoon è invece la società con sede a Milano a cui il governo ha affidato l’incarico di creare una app (Immuni), destinata al tracciamento dei contatti nella fase 2 e attesa per fine maggio.

Id2020 – che non è chiaro in che modo si colleghi con le due società appena citate – è invece un’organizzazione non governativa (e non un’«Agenda europea») che lavora in collaborazione con l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) per fornire un’identità digitale a oltre un miliardo di persone che ne sono sprovviste (per esempio, i rifugiati).

Nelle ultime settimane questa Ong è finita al centro di alcune teorie del complotto sulla Covid-19, ma già a ottobre 2019 lo speaker radiofonico Alex Jones aveva scritto su Infowars – sito statunitense noto per diffondere disinformazione – che Id2020 starebbe usando le vaccinazioni come scusa per impiantare chip sottocutanei nei senza tetto in Texas, negli Stati Uniti, una notizia non corrispondente al vero.

Come spiega l’agenzia stampa The New Humanitarian (che si occupa per lo più di storie legate ai diritti umani), da marzo 2020 in poi le ricerche di “Id2020” su Google sono aumentate moltissimo, perché accostato sempre di più all’emergenza coronavirus. E anche qui ricompare Bill Gates.

In una sessione di domande e risposte su Reddit, il 18 marzo il fondatore di Microsoft avrebbe parlato della possibilità di introdurre dei certificati digitali per facilitare la diffusione dei vaccini nel mondo, notizia circolata in ambito complottista con la tesi secondo cui Gates vorrebbe impiantare chip sottocutanei nelle persone vaccinate.

Questa tesi è stata collegata poi con l’operato di Id2020, il cui amministratore delegato Dakota Gruener, intervistata da The New Humanitarian il 15 aprile scorso, ha smentito categoricamente ogni accusa a riguardo.

11. I soldi di Renzi al Global Fund di Gates

«Renzi che, ricordo, nel 2016 tra l’altro ha dato un più 30 per cento al Global Fund proprio di Gates»

Il Global Fund to fight Aids, tuberculosis and malaria (in italiano, “Fondo globale per la lotta all’Aids, la tubercolosi e la malaria”) è un’organizzazione non governativa, nata nel 2002, che ogni anno raccoglie e investe circa 4 miliardi di dollari per supportare interventi in circa 100 Paesi del mondo contro le tre malattie indicate nel suo nome.

Secondo il Global Fund, dal 2002 al 2018 l’organizzazione ha salvato la vita di circa 32 milioni di persone in tutto il mondo.

Come spiega il sito ufficiale del Global Fund, il 93 per cento delle risorse economiche del fondo proviene dalle donazioni di governi, mentre il restante 7 per cento dal settore privato e da fondazioni.

La Bill & Melinda Gates Foundation è uno dei partner più importanti del fondo, a cui ha contribuito con oltre 2,2 miliardi di dollari dalla sua fondazione.

A pagina 14 del rapporto sui contributi finanziari dei vari Paesi (qui scaricabile), si legge che tra il 2014 e il 2016 l’Italia si era impegnata a dare al Global Fund 100 milioni di euro, cifra salita a 140 milioni di euro tra il 2017 e il 2019: un aumento del 40 per cento.

A giugno 2016, quando Renzi era presidente del Consiglio, lo stesso Bill Gates aveva ringraziato l’attuale leader di Italia Viva, durante un’intervento all’Istituto superiore di sanità (Iss) a Roma. «Siamo grati che abbia aumentato il suo contributo per i prossimi tre anni», aveva detto in quell’occasione Gates. «L’Italia ha capito l’importanza dell’investimento».

In questo caso Cunial riporta dunque un’informazione corretta.

12. I soldi italiani per la ricerca contro il coronavirus

«Il contributo italiano all’alleanza internazionale contro il coronavirus sarà di 140 milioni di euro, di cui 120 a Gavi Alliance, proprio la no profit creata dalla Fondazione Gates. E sono solo una parte dei 7,4 miliardi di euro recuperati dalla Commissione europea per trovare i vaccini contro il coronavirus»

Il 4 maggio l’Unione europea ha lanciato il progetto Coronavirus Global Response, che fino a fine maggio ha l’obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca collaborativa nella lotta contro il coronavirus. Non solo però per i vaccini, ma anche per la prevenzione, la diagnostica e le cure.

Al momento, tra Paesi e organizzazioni private, sono stati raccolti circa 7,4 miliardi di euro, cifra correttamente riportata da Cunial.

I destinatari dei soldi raccolti sono sette, tra organizzazioni e fondazioni internazionali, e tra queste c’è la Gavi Alliance, una partnership per facilitare la diffusione di vaccini nel mondo, che al suo interno ha diverse realtà, come la Bill & Melinda Gates Foundation (tra i fondatori della Gavi), l’Organizzazione mondiale della sanità, l’Unicef e la Banca mondiale.

Il 4 maggio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato che l’Italia avrebbe contribuito alla raccolta fondi del Coronavirus Global Response con 140 milioni di euro, di cui 120 milioni destinati nell’arco dei prossimi cinque anni proprio alla Gavi Alliance.

Queste cifre sono riportate dunque correttamente da Cunial.

13. Che cosa sappiamo della cura con il plasma

«Nulla ovviamente per la sieroterapia, che ovviamente ha il terribile effetto collaterale di costare pochissimo»

Nelle ultime settimane è circolata molto sui social e su WhatsApp la notizia secondo cui esisterebbe una cura efficace contro il coronavirus, di cui nessuno parlerebbe, con cui si impiega il plasma – alla base della sieroterapia citata da Cunial – delle persone guarite dalla Covid-19 sui pazienti malati.

Si tratta dunque di una possibile cura, e non di qualcosa di alternativo ai vaccini, come lascia invece intendere la deputata del Gruppo misto.

Ma che cosa sappiamo ad oggi sull’efficacia della terapia con il plasma?

È vero che anche in Italia sono iniziate delle sperimentazioni in questo ambito (per esempio all’Ospedale di Mantova) con risultati di ricerca in una fase ancora molto preliminare, ma è necessario sottolineare che c’è dibattito sull’argomento all’interno della stessa comunità scientifica.

«I dati di letteratura sono al momento molto scarsi, quasi aneddotici» ha commentato per esempio il 4 maggio Pierluigi Viale, direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna e componente dell’Unità di crisi Covid-19 per la regione Emilia Romagna, regione che su questo fronte ha optato per una linea prudenziale scegliendo di non adottare al momento questa terapia sui pazienti delle proprie strutture sanitarie.

Non sappiamo ancora se gli anticorpi dei pazienti guariti siano protettivi e per quanto perdurino, ha spiegato Viale, e apparirebbe azzardato somministrare passivamente anticorpi a un paziente, specie in una fase dove è possibile utilizzare risorse alternative, finché non sono noti tutti i rischi associati a questo trattamento nel caso del Covid-19.

«L’utilizzo routinario del plasma in pazienti affetti da nuovo coronavirus dovrebbe avere una rigorosa fase sperimentale e un più lungo follow-up prima di essere considerato una terapia di riferimento», ha sottolineato il professore.

C’è poi la questione del costo. È vero che lo sviluppo degli anticorpi nell’organismo durante una patologia è un processo a costo zero dal punto di vista economico, ma non vale lo stesso per la selezione dei potenziali candidati e le procedure per l’isolamento di queste sostanze per poter trattare nuovi pazienti.

«Lo svantaggio principale è la virtuale impossibilità, non insormontabile, di standardizzare vista la variabilità da donatore a donatore» ha scritto il 3 maggio sul sito Medical Facts il virologo Guido Silvestri, professore alla Emory University di Atlanta, non coinvolto in prima persona nelle ricerche in questione.

Insomma, per quanto gli anticorpi prodotti dal corpo umano siano un prodotto naturale, non possiamo certo dire che l’intera pratica per consentire il loro impiego sia priva di ostacoli, o abbia un costo «quasi zero», come lascia intendere Cunial.

Il 7 maggio, l’Istituto superiore di sanità e l’Agenzia italiana del farmaco hanno annunciato di impegnarsi insieme nello sviluppo di uno studio nazionale comparativo, randomizzato e controllato per valutare l’efficacia e il ruolo del plasma ottenuto da pazienti guariti da Covid-19 con metodica unica e standardizzata.

In conclusione

La deputata eletta con il M5s e poi passata al Gruppo Misto Sara Cunial ha fatto, nel corso del suo discorso del 14 maggio alla Camera, una serie di affermazioni sull’epidemia di Covid-19, e in particolare sulla ricerca di un vaccino per il nuovo coronavirus, che abbiamo sottoposto al nostro fact-checking.

Quel che ne risulta è che nella migliore delle ipotesi alcuni elementi fattuali corretti, come ad esempio il finanziamento da parte di Bill Gates all’Oms, o da parte dell’Italia a Gavi Alliance, vengono mescolati con illazioni e teorie del complotto del tutto prive di fondamento. Nella peggiore, le teorie del complotto sono completamente inventate o fondate su informazioni false, come nel caso della sterilizzazione tramite vaccino di milioni di donne in Africa o della mortalità del vaccino trivalente, spacciata per superiore a quella delle malattie che previene.