Il nuovo coronavirus si è diffuso in Italia da circa una settimana e, oltre ai danni in termini di vittime e contagiati, oltre ai danni già fatti e soprattutto prevedibili in futuro all’economia del Paese, dobbiamo fare i conti anche con i danni generati dalla disinformazione.

L’eccesso di notizie, false ma non solo, è stato stigmatizzato anche dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che ha parlato in proposito di “infodemia”: un caos di informazioni confuse che non aiuta le persone a informarsi, e di conseguenza comportarsi, correttamente.

Abbiamo provato a contrastare il dilagare di bufale e informazioni scorrette. Abbiamo anche analizzato diverse dichiarazioni di politici – verificando quando erano vere, quando imprecise e quando errate – e abbiamo pubblicato alcuni approfondimenti sul tema. Di seguito una breve guida tra i nostri contenuti sul tema.

Le bufale sul coronavirus

La maggior parte delle bufale sul nuovo coronavirus che abbiamo analizzato, e riassunto in un articolo che manteniamo aggiornato su base quotidiana, sembra fare leva sulle nostre peggiori paure.

Abiti, ad esempio, a Bari e hai paura che il virus possa arrivare sotto casa tua? Ecco servita la bufala dell’operaio della Bosch del capoluogo pugliese che sarebbe infetto da coronavirus. E falsi allarmi del genere ci sono stati anche riguardo la Calabria, l’Abruzzo e comuni lombardi fuori dalla zona del contagio.

Hai paura del virus, hai letto in giro che l’amuchina è sparita dai supermercati e sei preoccupato perché non ne hai in casa? Qualcuno, per fini non del tutto chiari, inventerà e diffonderà la ricetta (falsa, ovviamente) su come produrre l’amuchina in casa. Con la ricetta che viene data al massimo ci si può lavare la verdura.

Hai visto le notizie sui supermercati presi d’assalto, hai resistito alla follia collettiva ma nel retro del tuo cervello cova il dubbio di aver fatto male, che presto ti troverai senza pasta e senza acqua naturale? C’è chi ha diffuso la notizia – di nuovo, priva di qualsiasi fondamento, i rifornimenti sono garantiti in tutta Italia – che i camion non consegnano più merce ai supermercati.

L’elenco potrebbe continuare: da chi ingigantisce il numero dei morti in Cina di dieci volte a chi diffonde la bufala (illudendo milioni di studenti speranzosi) che le scuole verranno chiuse in tutta Italia fino al 5 marzo, dai prodotti miracolosi alle teorie del complotto.

Molte altre bufale, sicuramente, staranno già circolando sul web e altre saranno in preparazione, pronte a capitalizzare l’ansia generale. Come sempre invitiamo a non credere a tutto quello che si legge, a verificare su fonti affidabili e in generale a non diffondere il panico.

Le dichiarazioni dei politici sul coronavirus

Anche il mondo della politica si è esibito in molti commenti sull’arrivo del nuovo coronavirus in Italia (ci asteniamo invece da qualsiasi giudizio sulla gestione in concreto dell’emergenza da parte delle istituzioni, nazionali o locali, o sulle posizioni politiche assunte dai vari partiti).

Tra le dichiarazioni che abbiamo analizzato – qui una sintesi – spiccano i tentativi dal lato governativo di minimizzare il pericolo e rassicurare la popolazione, e quelli da parte delle opposizioni per inserire anche (persino) il nuovo coronavirus nella propria agenda politica critica verso l’immigrazione o l’Unione europea.

Abbiamo così l’ex sottosegretario al Ministero dei Trasporti, Michele Dell’Orco (M5s), che il 24 febbraio aveva scritto in un post sulla sua pagina Facebook (poi rimosso) che i morti per l’influenza stagionale erano stati la settimana prima 217, insomma molti di più rispetto a quelli che sta facendo il coronavirus nel nostro Paese.

Peccato che il dato sia sbagliato: i 217 morti di cui parla Dell’Orco, citando un dato dell’Iss che non aveva compreso (e che era in effetti spiegato male, prima che l’istituto correggesse la propria pagina web), sono i decessi per qualsiasi causa che si registrano in un campione statistico (gli over 65 residenti in 19 città campione) che l’Iss usa per monitorare la pericolosità delle influenze stagionali.

Allo stesso modo abbiamo il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che il 25 febbraio ha rivendicato che il Sistema sanitario nazionale (Ssn) italiano sia uno dei migliori al mondo. Se, come abbiamo scritto, è vero che siamo ai primi posti in alcune classifiche – che però spesso contemplano altri criteri, oltre a quelli circa il buon funzionamento del Ssn – è anche vero che non mancano i problemi (per esempio, il calo dei posti letto negli ultimi anni, l’invecchiamento dei medici e della popolazione, la carenza di infermieri, la riduzione della spesa sanitaria e via dicendo), che preoccupano soprattutto in prospettiva futura.

Passando all’opposizione, Salvini ha attaccato più volte il governo per la decisione di far sbarcare i migranti in Italia, anche alla luce del fatto che il coronavirus è arrivato in Africa. Quando il leader della Lega ha fatto le sue dichiarazioni, in Africa c’era un unico caso di coronavirus, in Egitto, di un cittadino straniero. Nei giorni seguenti si sono registrati altri due casi nel continente africano: uno in Algeria e uno in Nigeria.

In entrambi i Paesi africani, però, il virus lo hanno portato dei cittadini italiani. In compenso tra i migranti arrivati con i barconi in Italia, e sottoposti negli ultimi giorni a quarantena e screening medico, non è stato finora registrato nemmeno un caso di contagio da coronavirus.

Se Salvini attaccando il governo e i migranti sembra insomma aver sbagliato bersaglio, altrettanto si può dire di Giorgia Meloni, che – prima su Twitter e poi ospite a Otto e mezzo su La7 – ha accusato l’Unione europea di non aver imposto un protocollo comune sulla gestione dell’emergenza coronavirus a tutti gli Stati membri.

Come abbiamo verificato, se è vero che un protocollo comune europeo non c’è, è sbagliato dare la colpa di questo alla Ue. Sono infatti gli Stati nazionali che non hanno voluto rinunciare alla propria sovranità in materia sanitaria, che rimane quindi di loro competenza: la Ue può consigliare, stanziare fondi, favorire il coordinamento – tutte cose che peraltro sta facendo – ma non può imporre nulla di vincolante agli Stati.

I nostri approfondimenti

Concludiamo mettendo in fila alcuni approfondimenti che abbiamo scritto sempre sul tema del nuovo coronavirus.

Il nuovo coronavirus avrà quasi certamente un impatto economico negativo per l’Italia. È sicuramente presto per fornire stime precise ma, tra i danni indiretti per via dell’epidemia in Cina e i danni diretti per l’arrivo del virus in Italia (turismo, indotto, aziende del Nord, borsa etc.), sembra probabile che la crescita del nostro Pil già debole vedrà un ulteriore rallentamento.

Abbiamo poi approfondito con maggior precisione il confronto tra la Covid-19 – il nome della malattia causata dal nuovo coronavirus – e influenza stagionale: se è vero che ci sono alcune somiglianze (sintomi, trasmissione, strumenti di prevenzione) è altrettanto vero che le differenze sono tante e importanti (letalità, contagiosità, esistenza di un vaccino o meno, tempi di incubazione).

Leggi anche: Quante persone si ammalano (e quante muoiono) a causa dell’influenza

Infine abbiamo affrontato il tema dell’utilità delle mascherine, partendo dal video del presidente della Lombardia, Attilio Fontana, che pur essendo negativo al test del coronavirus ne indossa una. Una scelta motivata dal contagio di una sua collaboratrice. La risposta è: se non sei malato, la mascherina non serve a niente. Serve sei sei malato, a proteggere gli altri.