Negli ultimi giorni si è tornato a parlare di un referendum come strumento per decidere, una volta per tutte, il destino della Tav.

L’11 marzo la società Tunnel Euralpin Lyon-Turin (Telt) – responsabile della realizzazione della sezione transfrontaliera della Tav – ha comunicato di avere avviato le procedure di gara relative ai lavori per il tunnel di base sul lato francese, per un importo stimato di 2,3 miliardi di euro. Telt ha specificato che «gli avvisi di avvio delle gare contengono l’esplicitazione della facoltà di interrompere senza obblighi e oneri la procedura in ogni sua fase». Ciò era già previsto dalla legge francese in materia, ma è stata considerata una sorta di “vittoria” dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

In sostanza, l’esecutivo a guida Lega-M5s ha preso ancora tempo sulla decisione di realizzare la linea ferroviaria tra Torino e Lione, per ridiscuterne i termini con la Francia. La nuova scadenza è tra sei mesi, quando Telt dovrà inviare i capitolati dei lavori alle aziende vincitrici. Entro quella data la società si è impegnata «a verificare le volontà dei due governi al termine della selezione delle candidature» di proseguire con il progetto…

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