Il 16 dicembre in Italia si terrà uno sciopero generale, ossia l’astensione dal lavoro di tutte le categorie, indetto da due dei principali sindacati confederali per protestare contro il disegno di legge di Bilancio per il 2022, che il Parlamento dovrà approvare entro la fine dell’anno.

Lo sciopero è stato proclamato dalla Confederazione generale italiana del lavoro (Cgil) e dall’Unione italiana del lavoro (Uil). La Confederazione italiana sindacati lavoratori (Cisl), il terzo dei tre grandi sindacati confederali italiani, non ha aderito alla mobilitazione.

Ma perché Cgil e Uil hanno deciso di scioperare contro la nuova legge di bilancio? E perché la Cisl si è opposta? Quali sono state le reazioni dei partiti? In generale Cgil e Uil hanno ritenuto insoddisfacenti diversi punti della manovra, dalla riforma del fisco agli interventi per il welfare, mentre la Cisl si è detta sostanzialmente soddisfatta. Per quanto riguarda le forze politiche, tutti i partiti della maggioranza di governo hanno difeso la manovra di Draghi contro lo sciopero, mentre Sinistra italiana ha espresso sostegno a Cgil e Uil.

I motivi dello sciopero

In un comunicato stampa del 6 dicembre, Cgil e Uil hanno affermato che «pur apprezzando lo sforzo e l’impegno del premier Draghi e del suo esecutivo, la manovra è stata considerata insoddisfacente» su varie questioni, tra cui fisco, pensioni, scuola, politica industriale e lotta alle disuguaglianze.

Il 7 dicembre, nel corso di una conferenza stampa congiunta, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e quello della Uil Pierpaolo Bombardieri hanno spiegato più diffusamente le ragioni dello sciopero, che coinvolgerà tutti i settori, fatta eccezione per la sanità pubblica e privata.

L’obiezione centrale sollevata dai sindacati riguarda l’impiego di 8 miliardi di euro per il taglio delle tasse, sul quale il governo ha trovato un accordo il 25 novembre. In base a questo accordo la rimodulazione dell’Irpef porterà a maggiori risparmi soprattutto ai redditi medi e medio-alti. Su questa questione si è soffermato, nel corso della conferenza stampa del 7 dicembre, il segretario della Cgil Landini. Landini ha affermato (min: 5.50) che garantire la «giustizia sul fisco vuol dire tutelare i redditi e le pensioni più basse».

Inoltre, Landini ha definito «grave» il fatto che il governo non abbia introdotto il “contributo di solidarietà”, bocciato da Lega, Forza Italia e Italia viva, per reperire risorse contro il caro bollette. Il contributo di solidarietà non sarebbe consistito in un nuovo prelievo fiscale per le fasce di reddito oltre i 75 mila euro, ma in un mancato taglio dei risparmi Irpef previsti per il 2022. In totale, questo intervento avrebbe portato circa 250 milioni di euro.

Dal canto suo, il segretario della Uil Bombardieri ha detto che le risorse destinate alla riforma degli ammortizzatori sociali «non bastano rispetto all’accordo fatto con il ministro Orlando». Il riferimento di Bombardieri è all’accordo che lo scorso 1° novembre i sindacati avevano raggiunto con il ministro del Lavoro Andrea Orlando per l’ampliamento della platea dei beneficiari della cassa integrazione. In più, il segretario della Cisl ha detto che lo sciopero del 16 dicembre serve a chiedere maggiori investimenti pubblici nelle politiche attive per il lavoro, l’introduzione di una «pensione di garanzia» per i giovani e maggiori sostegni alle donne, che durante la pandemia «hanno seguito i ragazzi nella didattica a distanza e che hanno garantito l’assistenza agli anziani». Il segretario della Uil ha espresso preoccupazione per le nuove modalità di erogazione dell’assegno unico ai figli, al via da marzo 2022, e per i finanziamenti, giudicati insufficienti da Bombardieri, per le misure di sostegno alla disabilità e alla non autosufficienza.

L’opposizione della Cisl

Allo sciopero indetto per il 16 dicembre da Cgil e Uil non ha aderito invece la Cisl, il cui segretario Luigi Sbarra ha detto che «è sbagliato ricorrere allo sciopero generale e radicalizzare il conflitto in un momento tanto delicato per il Paese, ancora impegnato ad affrontare una pandemia che non molla la presa e teso a consolidare i segnali positivi di una ripresa economica e produttiva che necessita di uno sforzo comune per essere resa strutturale».

Al contrario di Landini e Bombardieri, Sbarra ha affermato, tra le altre cose, che con la nuova manovra finanziaria sono stati raggiunti risultati positivi sulla riduzione delle tasse, sugli ammortizzatori sociali, sull’assegno unico e anche sulla non autosufficienza.

Il segretario della Cisl ha quindi aggiunto che il suo sindacato ha adottato la strada del dialogo per migliorare ulteriormente la legge di Bilancio in Parlamento. In particolare, su «lavoro e pensioni, politiche industriali e scuola, sostegno al reddito e caro-bollette, per assicurare nuove e maggiori opportunità ai nostri giovani».

Al netto delle diverse posizioni tra i due sindacati che hanno indetto lo sciopero e la Cisl, in diverse occasioni il segretario della Cgil Landini ha precisato che lo sciopero non è contro Draghi e il suo esecutivo.

«Io faccio questa battaglia perché i giovani non abbiano un futuro precario, perché le donne non abbiano quelle diseguaglianze che hanno, perché si faccia una riforma fiscale degna di questo nome, perché si riformino le pensioni e perché si accetti che il sindacato possa svolgere questo ruolo», ha detto (min: 1.18) Landini ospite a L’aria che tira, su La7, il 9 dicembre.

Ma come ha reagito la politica alla proclamazione dello sciopero contro la manovra finanziaria?

Le reazioni della politica

Oltre alla Cisl, diversi esponenti della maggioranza di governo hanno criticato lo sciopero di Cgil e Uil. Il leader della Lega Matteo Salvini ha definito la scelta dei due sindacati confederali «inspiegabile e irresponsabile», mentre ha ringraziato la Cisl per «il senso di responsabilità che dimostra». A Salvini ha fatto eco il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani che ha invitato Cgil e Uil a ritornare sulla propria decisione di scioperare, «se veramente hanno a cuore la ripresa del nostro Paese».

Per quanto riguarda il centrosinistra, Italia viva è il partito che ha espresso le critiche più dure. Per esempio il deputato di Iv Ettore Rosato ha detto che è sbagliato portare in piazza i lavoratori «contro una manovra che distribuisce invece che togliere, che dà più soldi in particolare ai lavoratori, ai più fragili e alle parti più deboli del Paese».

Anche il segretario del Partito democratico Enrico Letta si è detto stupito dallo sciopero ma ha tenuto a precisare di non voler «mettere becco» sulle scelte di Cgil e Uil. Per quanto riguarda invece il Movimento 5 stelle, il suo presidente Giuseppe Conte, ospite a L’aria che tira il 7 dicembre, ha difeso (min: 25.00) il disegno di legge di Bilancio, in particolare gli sgravi fiscali e il taglio dell’Irpef, contro lo sciopero indetto da Cgil e Uil.

Sul fronte dell’opposizione, se Fratelli d’Italia ha in generale preferito non commentare la scelta dei due sindacati confederali, Sinistra italiana si è schierata a fianco di Cgil e Uil. «Siamo l’unica forza parlamentare a sostenerli», ha detto il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, che ha invitato tutto il fronte progressista a unirsi allo sciopero.