Volantini, manifesti, annunci Tv e sponsorizzazioni sui social. Ma anche cene, pranzi, aperitivi e “camion vela”. Sono solo alcune delle spese che figurano nel bilancio preventivo presentato dai candidati sindaco alle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre a Milano. Secondo i bilanci depositati dai partiti e analizzati da Pagella Politica, il centrodestra prevede di spendere a sostegno di Luca Bernardo quasi quattro volte quanto stanziato dal centrosinistra per far rieleggere il sindaco uscente Beppe Sala. Se si prendono in considerazione soltanto le liste civiche con il nome dei due candidati, la differenza è addirittura di oltre 40 volte superiore. Ma di quali soldi stiamo parlando?

Nei comuni con popolazione superiore ai 50 mila abitanti ciascun candidato sindaco deve rendicontare, al momento della presentazione delle proprie liste, le spese che sosterrà durante la campagna elettorale. Ciò vale anche per tutte le altre formazioni a sostegno dello stesso candidato. Tutti i rendiconti devono essere inoltre pubblicati sull’albo pretorio del Comune e devono essere accessibili anche online, insieme alle liste. Questi bilanci preventivi sono richiesti per trasparenza, ma non costituiscono un vincolo per i candidati. I quali, entro trenta giorni dalla fine della campagna elettorale, devono presentare il bilancio consuntivo, le risorse effettivamente spese per sostenere la campagna.

Dei sei capoluoghi di regione al voto, il Comune di Milano è stato uno dei primi a pubblicare sul proprio albo pretorio i bilanci preventivi. Ma quanto spendono per la campagna elettorale i vari i candidati a Palazzo Marino? E soprattutto, quali sono le principali voci di spesa? Vediamo che cosa dicono i numeri.

Centrodestra: Bernardo spende più di tutti

L’importo totale messo a bilancio dalla coalizione di centrodestra è di 825.650 euro, suddiviso tra sei liste: Lega, Forza Italia, Lista civica Luca Bernardo, Milano popolare di Maurizio Lupi, Fratelli d’Italia e il Partito liberale europeo.

Soltanto per la sua lista civica, Bernardo ha previsto una spesa complessiva di 350 mila euro, per la maggior parte (120 mila euro) destinata a manifesti e cartellonistica Dopo la lista personale del candidato sindaco, c’è Forza Italia, che ha stimato una spesa di 250 mila euro per la campagna elettorale. A seguire c’è la Lega, con 110 mila euro, tutti dalle casse del partito.

Dopo la Lega, in ordine di fondi destinati alla campagna, c’è Milano Popolare dell’ex ministro Maurizio Lupi, che nel bilancio ha previsto spese per 74.600 mila euro. Infine ci sono Fratelli d’Italia, che ha messo a bilancio 25 mila euro e il Partito liberale europeo che ne ha rendicontati 15.250. Il partito di Giorgia Meloni, nel suo bilancio, specifica che non ha destinato risorse per il pagamento del personale che lavora alla propria campagna elettorale.

Centrosinistra: il Pd è il maggior contribuente della coalizione

Rispetto agli oltre 800 mila euro della campagna del centrodestra, il centrosinistra ha messo a bilancio una cifra più bassa, complessivamente pari a 232.450 euro. Di questa somma, la maggior parte è stata stanziata dal Partito democratico, che nel suo bilancio preventivo ha rendicontato 125 mila euro. A differenze dei partiti del centrodestra, è interessante osservare che nel bilancio del Pd è già presente la voce “spese per ballottaggio”, per le quali i democratici hanno destinato 20 mila euro.

Un’altra differenza significativa tra centrodestra e centrosinistra si trova nelle liste personali dei candidati sindaco. Come abbiamo visto, la lista di Bernardo prevede di spendere 350 mila euro per la propria campagna elettorale. Al contrario, la lista di Beppe Sala soltanto 8 mila: 4 mila per spese tipografiche e 4 mila per spese varie.

Per quanto riguarda il resto della coalizione di centrosinistra, i Riformisti-Lavoriamo per Milano hanno stanziato 52 mila euro, i giovani europeisti di Volt 20 mila euro mentre Europa Verde ne ha messi a bilancio 9.050. A seguire, troviamo Milano radicale, che ha destinato 7 mila euro, Milano unita con poco più di 6 mila euro e Milano in salute con 5 mila.

Gli altri: i volantini del M5s e gli aperitivi di Bryant Biavaschi

Il Movimento 5 stelle, che a Milano candida la manager Layla Pavone, sembra essere il partito con le spese più contenute. Stando al bilancio presentato, la spesa per la loro campagna elettorale è di appena mille euro, per giunta tutti destinati alla stampa di volantini.

Un altro caso particolare è quello della lista civica “Milano inizia qui”, il cui candidato sindaco è Bryant Biavaschi, 36 anni, titolare di una start-up di eventi e catering. Biavaschi ha pubblicato un bilancio preventivo da 40.250 euro, la somma più alta dopo centrodestra e centrosinistra. Di questi 40 mila euro circa, il candidato di “Milano inizia qui” ne ha destinati 4 mila per aperitivi e cene.

Tra i candidati non favoriti, uno che sembra disponibile a spendere una cifra significativa è Giorgio Goggi, architetto ed ex assessore ai trasporti della giunta Albertini, che con le liste “Milano liberale” e “I socialisti di Milano” ha stanziato38.800 euro per la campagna elettorale.

Da evidenziare poi è il caso dell’ex M5s Gianluigi Paragone, oggi senatore e leader di Italexit, che tra la sua lista e gli alleati di Grande Nord ha messo in conto spese per oltre 37 mila euro. Più nello specifico, la lista “Milano Paragone sindaco Italexit” ha stanziato 26 mila euro, 5 mila dei quali destinati a un “camion vela”, mentre Grande Nord ha destinato alla causa 11.250 euro.

Il boom sui social di Gianluigi Paragone

Un altro dettaglio interessante da analizzare è la spesa dei candidati per la pubblicità sui social network, in particolare Facebook. L’unico a investire cifre significative sul proprio profilo Facebook è il senatore ex M5s Gianluigi Paragone, che in due anni – dal 15 aprile 2019 al 10 settembre 2021 – ha speso oltre 91 mila euro di pubblicità per i propri post, quasi 4 mila al mese. Un investimento che da giugno 2021, dopo il lancio della sua candidatura, ha fruttato a Paragone una forte crescita per quanto riguarda i follower della sua pagina. Nel giro di tre mesi, dal 13 giugno al 13 settembre, la pagina Facebook di Paragone ha registrato una crescita di oltre 140 mila “mi piace”, superando ampiamente il milione di like.

Discorso diverso vale per i candidati con maggiori probabilità di successo. Il sindaco uscente Beppe Sala ha speso poco più di mille euro in due anni per le sponsorizzate su Facebook, circa 40 euro al mese. Al contrario il candidato del centrodestra Luca Bernardo non ha investito denaro per il suo profilo Facebook. La pagina di Layla Pavone (M5s) non ha mai utilizzato sponsorizzazioni.

In conclusione

In vista delle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre, i candidati delle città che superano i 50 mila abitanti hanno dovuto presentare il bilancio preventivo delle spese della campagna elettorale. A Milano il centrodestra ha fatto un investimento quasi quadruplo rispetto al centrosinistra.

La lista civica del candidato sindaco Luca Bernardo prevede di spendere la somma più alta per la campagna elettorale, 350 mila euro, mentre la lista civica del sindaco uscente Beppe Sala soltanto 8 mila euro.

Sul fronte della campagna social, è il senatore ex M5s Gianluigi Paragone, oggi leader di Italexit, il candidato più forte e anche quello che spende di più, in particolare per la propria pagina Facebook. Singolare è infine il caso del Movimento 5 stelle: per la campagna della manager Layla Pavone il Movimento ha messo a bilancio soltanto un migliaio di euro, tutti in volantini.