Sull’Afghanistan Di Maio cita dati quasi tutti corretti

Pagella Politica
Il 7 settembre il ministro degli Esteri Luigi Di Maio (Movimento 5 stelle) ha tenuto in Senato un’informativa sugli sviluppi della crisi in Afghanistan, insieme al ministro della Difesa Lorenzo Guerini (Partito democratico). Nel corso del suo intervento, Di Maio ha fornito diversi dati sulla situazione nel Paese ritornato sotto il controllo dei talebani.

Dalla coltivazione di oppio all’istruzione, passando per i dati sugli afghani portati in salvo, abbiamo verificato otto dichiarazioni dell’ex capo politico del M5s, che non ha commesso errori rilevanti, al di là di alcune imprecisioni.

Quante persone sono state portate in salvo

«Il ponte aereo ininterrotto realizzato grazie alla sinergia fra tutti gli alleati ha consentito di far uscire dall’Afghanistan complessivamente oltre 120 mila persone, compresi interi nuclei familiari»

Di Maio cita un dato sostanzialmente corretto. Lo scorso 1° settembre il capo di Stato maggiore dell’esercito statunitense Mark Milley ha dichiarato che, dal ritorno al potere dei talebani, la comunità internazionale ha fatto uscire dall’Afghanistan 124.334 persone. L’evacuazione è avvenuta con un ponte aereo, composto da 387 aerei militari statunitensi e 391 organizzati da altri Paesi, tra cui l’Italia.

Come abbiamo verificato di recente, il nostro Paese ha tratto in salvo dall’Afghanistan 5.011 persone, di cui 4.890 cittadini afghani. Tra di loro, c’erano 1.301 donne e 1.453 bambini.

A quanto ammonta la produzione di oppio in Afghanistan

«La produzione afghana di oppio da cui si ricava l’eroina rappresenta circa l’85 per cento di quella mondiale»

Il dato sulla produzione di oppio riportato dal ministro degli Esteri è contenuto nel World Drug Report 2021, pubblicato a giugno dalla United nations office on drugs and crime (Unodc), l’agenzia delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine.

Secondo questa relazione, nel 2020 in Afghanistan è stato prodotto l’85 per cento di oppio del mondo, pari a circa 6.300 tonnellate. Lo scorso anno le terre utilizzate nel Paese per la coltivazione illegale di oppio è salita del 37 per cento, arrivando a 224 mila ettari complessivi, secondo l’Afghanistan opium survey 2020 dell’Unodc.
Figura 1. La produzione di oppio in Afghanistan e nel mondo dal 1998 al 2020. Fonte: World Drug Report 2021 - United Nations Office on Drugs and Crime (Unodc)
Figura 1. La produzione di oppio in Afghanistan e nel mondo dal 1998 al 2020. Fonte: World Drug Report 2021 - United Nations Office on Drugs and Crime (Unodc)

In Afghanistan ci sono 14 milioni di persone che faticano a mangiare

«Un afghano su tre ha problemi per mangiare, una situazione che riguarda metà dei bambini al di sotto dei cinque anni, mentre gli sfollati interni sono oltre 550 mila dall’inizio dell’anno»

Secondo un rapporto del 2 settembre 2021, pubblicato dal World Food Programme delle Nazioni Unite, ci sono 14 milioni di afghani in condizione di «insicurezza alimentare», ossia che non hanno sempre un accesso garantito ad acqua e cibo. Questo numero corrisponde al circa il 36 per cento della popolazione afghana (arrotondato a «un afghano su tre» da Di Maio), che a fine 2020, in base ai dati della Banca Mondiale, era pari a quasi 39 milioni di persone.

Per quanto riguarda la malnutrizione, secondo i dati più aggiornati della Banca Mondiale, nel 2018 il 38,2 per cento dei bambini afghani sotto i cinque anni soffriva di questo problema, una percentuale più bassa di quella indicata dal ministro degli Esteri. Di Maio però potrebbe aver fatto riferimento a una stima, ripresa ad agosto 2021 dalla ong Save the children, secondo cui «entro quest’anno la metà dei bambini al di sotto dei 5 anni nel Paese è a rischio di malnutrizione acuta».

Vediamo infine i dati sugli sfollati. Secondo l’ultimo rapporto dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), dal 1° gennaio al 21 agosto 2021 le persone che in Afghanistan sono state costrette a lasciare la propria abitazione, rimanendo dentro ai confini nazionali, sono state 570.482 (numero in linea con quello fornito da Di Maio).

Quante dosi di vaccino ha ricevuto l’Afghanistan?

«Continuiamo a lavorare anche nell’ambito del programma Covax, perché prosegua con sempre maggiore efficacia l’azione di risposta alla pandemia in Afghanistan, dove sono state già consegnate 2,5 milioni di dosi»

Il programma Covax è nato per favorire la vaccinazione contro la Covid-19 nei Paesi più poveri del mondo. Tra i principali enti che ne fanno parte c’è anche l’ente di cooperazione internazionale Gavi Alliance, secondo le cui statistiche più aggiornate l’Afghanistan ha ricevuto poco più di 4 milioni di dosi di vaccino, quasi il doppio di quanto dichiarato da Di Maio.

Il dato citato dal ministro degli Esteri non fa neppure riferimento al numero di dosi effettivamente somministrate alla popolazione afghana. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), al 30 agosto le dosi somministrate in Afghanistan erano poco meno di 2 milioni.

Quanti afghani hanno l’elettricità

«Nel 2005 appena il 23 per cento della popolazione aveva accesso all’elettricità, nel 2017 il 98 per cento»

Anche in questo caso il ministro degli Esteri è preciso. Nel 2005, secondo la Banca mondiale, la percentuale di popolazione che aveva accesso all’elettricità in Afghanistan era pari al 22,3 per cento, mentre nel 2017 è arrivata a toccare il 97,7 per cento.
Figura 2. L’accesso all’energia elettrica in Afghanistan. Fonte: Banca mondiale

Come è cambiata l’istruzione in Afghanistan

«Grazie al nostro impegno e a quello di nostri partner e alleati, il tasso di alfabetizzazione dei giovani nel 2018 ha raggiunto il 65 per cento, secondo i dati Unicef. La stessa organizzazione internazionale ci dice che in vent’anni il numero dei bambini a scuola è passato da 1 milione a 9 milioni»

Secondo la Banca mondiale, nel 1979 il tasso di alfabetizzazione della popolazione afghana tra i 15 e i 24 anni era del 30 per cento. Questa percentuale è aumentata nel corso degli anni: ha toccato il 47 per cento nel 2011 ed è arrivata – come sostiene in maniera corretta Di Maio – al 65 per cento nel 2018.

Per quanto riguarda il numero di bambini a scuola, il dato di Di Maio è pressoché corretto e la fonte è un resoconto sull’Afghanistan dell’Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (Usaid). Secondo l’agenzia, nel 2001 in Afghanistan c’erano 900 mila ragazzi (tutti maschi) che frequentavano le scuole. Nel 2020 i ragazzi a scuola sono saliti fino a 9 milioni e mezzo, il 39 per cento dei quali sono ragazze.

L’andamento della mortalità, infantile e materna

«La mortalità sotto i cinque anni si è più che dimezzata: da 128 bambini ogni 1.000 del 2000 a 60 nel 2019, così come si è più che dimezzato il tasso di mortalità materna, passando dalle 1.450 donne decedute nel 2000, ogni 100 mila bambini nati vivi, alle 638 del 2017»

Sul fronte della mortalità infantile, Di Maio cita dati corretti. Secondo la Banca mondiale, nel 2000 il tasso di mortalità dei bambini sotto i cinque anni era pari a 128,7 ogni 1.000 nati. Un numero che nel 2019 è sceso fino a 60,3.
Figura 3. Il tasso di mortalità infantile in Afghanistan. Fonte: Banca mondiale
Anche per quanto riguarda la mortalità delle madri afghane, il ministro degli Esteri è preciso: nel 2000 il tasso di mortalità materna registrava 1.450 donne decedute ogni 100 mila nati, mentre nel 2017 questo dato è sceso a 638.
Figura 4. Il tasso di mortalità materna in Afghanistan. Fonte: Banca mondiale

Il boom delle iscrizioni femminili alla scuola primaria

«Tra il 2001 e il 2018 il tasso di iscrizione femminile nella scuola primaria è balzato da un valore prossimo allo zero a oltre l’80 per cento»

Ancora una volta, Di Maio ha ragione: i dati della Banca Mondiale mostrano che nel 2001 il tasso di iscrizioni delle ragazze afghane alla scuola primaria era prossimo allo zero. Nel 2018 il tasso di iscrizione ha raggiunto l’82,85 per cento.
Figura 5. Il tasso di iscrizione femminile alla scuola primaria in Afghanistan. Fonte: Banca mondiale

In conclusione

Il 7 settembre il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha tenuto un’informativa al Senato sullo stato della crisi in Afghanistan. Il ministro ha fornito molti dati riguardo la situazione nel Paese, dall’alfabetizzazione dei più giovani all’accesso all’energia elettrica e alla campagna vaccinale contro il Covid-19, dimostrandosi nel complesso quasi sempre preciso.

Il ministro cita dati corretti sulla produzione di oppio, sull’accesso alla corrente elettrica, sul livello di istruzione dei più giovani e sul tasso di mortalità. L’ex capo politico del M5s risulta invece più approssimativo riguardo le dosi di vaccino contro la Covid-19 ricevute dall’Afghanistan grazie al programma Covax.

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