Matteo Renzi ha parlato spesso della scuola come di uno dei temi centrali della sua azione di governo, fin da quando ha annunciato un piano straordinario di edilizia scolastica nel suo discorso di insediamento alle Camere. Proprio per questo, è normale che gli avversari politici sottolineino le informazioni che descrivono aspetti problematici del nostro sistema educativo. Nei primi giorni dell’anno lo ha fatto Beppe Grillo, ricordando alcuni dati contenuti in un rapporto dell’organizzazione Save The Children pubblicato di recente.



Tra questi, il rapporto contiene la percentuale che abbiamo scelto come numero della settimana, 45%: quella degli edifici scolastici che non sono in possesso di un certificato di agibilità e/o di abitabilità. Il certificato di agibilità (quello “di abitabilità” è sostanzialmente un sinonimo nella legislazione attuale) è definito dal Testo Unico sull’edilizia come il documento, rilasciato dai Comuni, che “attesta la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifici e degli impianti negli stessi installati” (art. 24).



I dati usati da Save The Children provengono dall’Anagrafe dell’Edilizia Scolastica del Miur, un censimento delle condizioni edilizie di oltre 42 mila scuole italiane presentato nell’agosto 2015. In quell’occasione, il Ministero aveva riportato il dato particolarmente basso delle scuole in possesso del certificato di agibilità, ma aveva rilevato che circa la metà erano state costruite prima del 1970, anno in cui il documento è diventato obbligatorio.