Tutti i numeri del governo Draghi, in sei grafici

Dalla durata al peso sulle leggi approvate, abbiamo analizzato le statistiche principali dell’esecutivo uscente
ANSA/FABIO CIMAGLIA
ANSA/FABIO CIMAGLIA
Domenica 23 ottobre si è tenuta a Palazzo Chigi la cosiddetta “cerimonia della campanella”, in cui c’è stato il passaggio di consegne tra l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi e la nuova presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il cui governo si è insediato il giorno precedente.

Dalla durata al peso sulle leggi approvate, passando per i voti di fiducia, abbiamo analizzato i numeri principali del governo Draghi, in sei grafici.

La durata del governo Draghi

Il governo guidato da Draghi è rimasto in carica dal 13 febbraio 2021 al 23 ottobre 2022, per un totale di 616 giorni. In realtà, i giorni effettivi di governo sono stati 523, perché il 21 luglio 2022 Draghi si è dimesso da presidente del Consiglio e il suo governo è rimasto in carica per l’ordinaria amministrazione.

Nella classifica generale per durata, con i suoi 616 giorni, il governo Draghi è stato l’undicesimo più duraturo sui 67 che si sono alternati dal 1946 in poi. Con la durata di 523 giorni effettivi, il governo Draghi scende invece al diciassettesimo posto, superando per due settimane il secondo governo guidato da Giuseppe Conte, che l’ha preceduto.

Quante volte si è riunito il governo

Nei 20 mesi in cui è rimasto alla guida del Paese, il governo Draghi ha tenuto 99 Consigli dei ministri, in media uno ogni 6,2 giorni. Il secondo governo Conte teneva una riunione del governo in media ogni 5,4 giorni, mentre il primo governo Conte ogni 6,8 giorni.

Nel complesso, negli ultimi 11 governi quello di Draghi è il terzo per frequenza di Consigli dei ministri.

Quante volte ha usato la fiducia

Durante i mesi in carica, il governo Draghi ha posto la cosiddetta “questione di fiducia” su 55 provvedimenti tra Camera e Senato. Con la questione di fiducia, i tempi dell’esame del testo da parte del Parlamento si riducono, perché cade la possibilità per le aule di votare modifiche al testo. In questo modo, però, il governo rischia di perdere la fiducia di una delle due aule, nel caso in cui non avesse la maggioranza dei voti.

Il governo Draghi ha fatto un ampio ricorso dei voti di fiducia durante il suo mandato. In media, l’esecutivo ha posto una questione di fiducia ogni 9,5 giorni effettivi di governo (55 su 523 giorni): nelle ultime tre legislature solo il governo Monti ha una frequenza più elevata, con una fiducia ogni 7,9 giorni. Considerando i giorni in carica, e non quelli effettivi, fino al giorno delle sue dimissioni, Draghi aveva il record per media di questioni di fiducia poste in Parlamento.
Alla Camera dei deputati, i voti di fiducia posti dal governo Draghi sono passati in media con il sostegno del 90 per cento dei deputati votanti, non andando mai sotto l’88 per cento e arrivando a picchi del 92 per cento. Nessuno dei precedenti governi era arrivato a simili livelli di consenso nei voti di fiducia, con la parziale eccezione del governo Monti, nei primi mesi in cui è stato in carica. 

Quanto ha pesato il governo sull’attività legislativa

L’attività di un governo passa anche attraverso l’azione legislativa che può eseguire con l’utilizzo dei decreti-legge o dei decreti legislativi. Durante i 20 mesi di governo Draghi, il 69 per cento degli atti approvati dalla Camera dei deputati è stato di iniziativa governativa, contro solo il 30 per cento di iniziativa parlamentare e l’1 per cento di iniziativa popolare.

Il dato di Draghi è sostanzialmente identico a quello del secondo governo Conte, ma il peso del governo Draghi sui lavori della Camera è maggiore degli altri governi per cui sono disponibili i dati. Sotto il primo governo Conte gli atti di iniziativa governativa approvati sono stati il 54 per cento, sotto il governo Gentiloni il 20 per cento, sotto il governo Renzi il 64 per cento e sotto il governo Letta il 51 per cento.
Degli atti di iniziativa governativa approvati dalla Camera, il 52,8 per cento sono state ratifiche, il 34,7 per cento la conversione di decreti-leggi, il 9,7 per cento leggi delega e il 2,8 per cento leggi di bilancio. 

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