A volte i politici italiani danno libero sfogo alla fantasia con dichiarazioni prive di alcun fondamento e irrealistiche, citando dati distorti o riportando fatti del tutto inventati. Quest’anno abbiamo individuato almeno 17 “Panzane pazzesche” tra le 222 dichiarazioni di politici verificate: eccole raccolte, in un breve viaggio nel tempo degli ultimi 12 mesi.

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Gli errori sui vaccini anti-Covid-19

Nel 2021 più della metà delle “Panzane pazzesche” ha riguardato l’epidemia da coronavirus, in particolare la campagna vaccinale.

Il 4 maggio il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni ha per esempio dichiarato che, all’epoca, l’India produceva «più del 60 per cento» dei vaccini contro la Covid-19 del mondo, ma ne aveva pochi per sé perché li vendeva a «per i Paesi ricchi». In realtà, secondo i dati che avevamo ottenuto da Airfinity – società di consulenza scientifica basata a Londra – al tempo l’India produceva circa il 15 per cento dei vaccini contro la Covid-19 e lo stesso governo indiano aveva confermato che la maggior parte delle dosi prodotte andava a Paesi tutt’altro che ricchi, come Bangladesh, Birmania e Nepal.

Dal Partito democratico, due “Panzane pazzesche” sui vaccini sono arrivate il 12 e il 16 aprile, rispettivamente dai governatori Vincenzo De Luca e Nicola Zingaretti. Nel primo caso, il presidente della Regione Campania aveva dichiarato, sbagliando, che la sua regione era all’epoca la prima in Italia «per la vaccinazione degli ultraottantenni». Nel secondo, l’ex segretario del Pd e attuale presidente della Regione Lazio aveva ingigantito il livello di trasmissibilità della variante inglese del coronavirus, sostenendo che fosse «40 volte» più contagiosa delle precedenti (era in realtà circa due volte più contagiosa).

Il 30 giugno la senatrice di Forza Italia Virginia Tiraboschi aveva invece dichiarato che, all’epoca, l’80 per cento delle dosi del vaccino AstraZeneca arrivate in Italia era rimasto «inutilizzato dentro i frigoriferi», quando invece il nostro Paese aveva già distribuito l’85 per cento delle dosi di AstraZeneca ricevute fino a quel momento.

Sempre dal centrodestra, il 14 luglio è arrivata un’altra “Panzana pazzesca”. Il senatore Armando Siri aveva affermato che in quella data i nuovi contagi riguardavano «per il 56 per cento soggetti vaccinati». Questo dato era stato però smentito dall’Istituto superiore di sanità (Iss), che tra il 21 giugno e il 4 luglio aveva certificato che i contagi tra i completamente vaccinati erano il 7,5 per cento.

Di recente, il 27 dicembre, la viceministra delle Infrastrutture Teresa Bellanova ha dichiarato che l’Italia è «il Paese europeo con la percentuale più alta di vaccinazioni». Questa affermazione è errata da tutti i punti di vista, sia per le prime, le seconde e le terze dosi che per la velocità di somministrazione dei vaccini.

Dai poveri alla revisione del catasto

Tra le “Panzane pazzesche” hanno trovato ampio spazio anche i temi sociali.

Il 20 dicembre il segretario della Lega Matteo Salvini ha per esempio dichiarato che «centinaia di migliaia» di “furbetti” stranieri vengono in Italia una volta al mese per incassare il reddito di cittadinanza per poi tornare nel Paese d’origine e mantenere le proprie famiglie. Questa affermazione non sta in piedi, come dimostrato dai dati ufficiali dell’Inps e delle indagini delle forze dell’ordine. Il 13 agosto il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte ha invece affermato che nella sola Milano ci sono «200 mila bambini che vivono in povertà», un dato del tutto sballato.

Sempre in tema di povertà, il 29 agosto il senatore Enrico Aimi (Forza Italia) ha scritto sui social che secondo la Banca mondiale ci sono «oltre 5 miliardi» di poveri nel mondo. Un dato parecchio gonfiato, visto che l’organizzazione ne stima al massimo circa 750 milioni.

In autunno un altro argomento molto dibattuto è stata la revisione del catasto, inserita dal governo Draghi nel disegno di legge delega sulla riforma del fisco. Il 7 ottobre la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha affermato che la revisione del catasto è stata inserita nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) come «condizione per accedere ai fondi europei». È falso: la revisione del catasto non è mai menzionata nel Pnrr e la riforma del fisco non è un requisito per accedere ai fondi europei.