Il nuovo decreto “Aiuti”, in sette punti

Dall’energia al Superbonus 110 per cento, passando per il tetto al contante: ecco che cosa contiene il primo provvedimento economico del governo Meloni
ANSA
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Nella serata di giovedì 10 novembre, il Consiglio dei ministri guidato da Giorgia Meloni ha approvato un nuovo decreto-legge che contiene misure per aiutare le imprese contro i rincari energetici, e non solo. Da alcuni giorni, i mezzi di informazione hanno ribatezzato questo provvedimento il decreto “Aiuti quater”, perché è il quarto decreto-legge di questo tipo, dopo i tre approvati negli scorsi mesi dal governo di Mario Draghi. Proprio lo scorso governo aveva lasciato in dote oltre 9 miliardi di euro, che ora saranno utilizzati per finanziare il nuovo decreto (il cui testo non è ancora stato pubblicato in Gazzetta ufficiale).

Vediamo, in sette punti, che cosa contiene il nuovo decreto approvato dal governo Meloni.

Il quarto decreto “Aiuti” ha stanziato 3,4 miliardi di euro per prorogare fino alla fine del 2022 i contributi per aiutare le imprese e le attività commerciali ad acquistare il gas e l’energia elettrica. Questi contributi, già introdotti dal precedente governo, sono crediti d’imposta, che aziende ed esercenti poi possono scalare dalle tasse che devono versare allo Stato. Per le imprese che consumano molta energia e gas, il credito è del 40 per cento, mentre per quelle più piccole del 30 per cento. Entro il 30 settembre 2023, le imprese potranno anche chiedere ai loro fornitori di energia di pagare le bollette in 36 rate.

Per fronteggiare l’incremento dei costi dell’energia, le imprese potranno richiedere ai fornitori la rateizzazione delle bollette, per un massimo di 36 rate mensili, degli importi dovuti relativi alla componente energetica di elettricità e gas naturale per i consumi effettuati dal 1° ottobre 2022 al 31 marzo 2023 e fatturati entro il 30 settembre 2023.

Fino alla fine dell’anno, con un costo di circa 1,3 miliardi di euro, è anche prorogato il taglio delle accise, ossia le imposte fisse, su benzina e diesel.
Sempre sul fronte dell’energia, il nuovo decreto “Aiuti” contiene la proposta di aumentare l’estrazione di gas naturale sul territorio italiano, da vendere a un prezzo agevolato alle aziende italiane. Il comunicato stampa del governo non contiene ulteriori dettagli, ma il 4 novembre, in conferenza stampa, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha spiegato che il governo vuole autorizzare l’estrazione di gas dai giacimenti nazionali che hanno una capacità superiore ai 500 milioni di metri cubi. «Potenzialmente si stima una quantità di 15 miliardi di metri cubi, sfruttabile nell’arco di 10 anni», ha sottolineato il ministro, specificando che le estrazioni saranno concesse sotto il quarantacinquesimo parallelo, per tutelare la laguna di Venezia. Nel 2021 l’Italia ha consumato circa 76 miliardi di metri cubi di gas, importandone 76 miliardi e producendone circa 3 miliardi. 
Il decreto-legge non contiene però solo misure per il settore energetico. Una misura annunciata da tempo, e promessa nel programma elettorale del centrodestra, era l’aumento del limite all’uso del contante, che dal 1° gennaio 2023 salirà dagli attuali 2 mila euro a 5 mila euro (all’inizio del prossimo anno il tetto sarebbe dovuto scendere a mille euro). Nelle scorse settimane, Meloni e altri esponenti della maggioranza di governo avevano difeso questo provvedimento, dicendo che non esiste un legame tra l’uso del contante e l’evasione fiscale. In realtà, alcuni studi condotti in Italia dicono il contrario.
Lo strumento del credito d’imposta sarà anche usato per aiutare chi gestisce un esercizio commerciale a comprare un registratori di cassa per la trasmissione delle fatture elettroniche. Qui il credito è pari al 100 per cento, fino a un massimo di 50 euro per registratore, con uno stanziamento complessivo di 80 milioni di euro.

Infine, il nuovo decreto-legge è intervenuto su un altro tema di cui si è discusso molto quest’anno: il Superbonus 110 per cento, l’incentivo fiscale edilizio con cui lo Stato ripaga i lavori di efficientamento energetico degli edifici, più un 10 per cento di bonus. Il governo Meloni ha deciso che dal 2023 il bonus avrà un valore del 90 per cento per le spese di efficientamento energetico sostenute per i condomini e potranno farvi accesso anche i proprietari di singole abitazioni, a patto che siano proprietari della prima casa e che abbiano una soglia di reddito bassa, fissata intorno ai 15 mila euro, che possono crescere a seconda della grandezza della famiglia. Le villette unifamiliari che entro il 30 settembre 2022 hanno completato un terzo dei lavori avranno il Superbonus 110 per cento fino alla fine di marzo del prossimo anno.

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