Nella serata di domenica 18 dicembre, il ministro dell’Economia e del Bilancio Giancarlo Giorgetti (Lega) è intervenuto nella Commissione Bilancio della Camera per annunciare alcuni degli emendamenti con cui il governo vuole modificare il disegno di legge di Bilancio per il 2023. I tempi per l’esame del testo sono molto stretti: la legge di Bilancio va infatti approvata dalla Camera e del Senato entro il 31 dicembre, altrimenti si rischia il cosiddetto “esercizio provvisorio”, che riduce la capacità di spesa dello Stato. 

Tra le novità principali, il governo ha deciso di eliminare la norma che introduceva la soglia dei 60 euro sotto la quale i commercianti potevano rifiutare di accettare i pagamenti elettronici senza rischiare di essere sanzionati. Dunque, viste anche le critiche fatte dalla Commissione europea, resterà obbligatorio accettare i pagamenti con Pos di qualsiasi importo. Per errore, l’emendamento del governo proponeva di eliminare l’aumento del tetto al contante a 5 mila euro, ma il ministro Giorgetti ha dichiarato che la norma rimarrà nella legge di Bilancio.

Sale da 20 mila a 25 mila euro la retribuzione annuale per cui sarà applicato nel 2023 un taglio del cuneo fiscale pari al 3 per cento. Ricordiamo che quando si parla del “taglio al cuneo fiscale” si fa riferimento alla riduzione delle imposte e dei contributi nelle buste paga dei lavoratori per aumentare il netto percepito. Aumenta anche da 6 mila a 8 mila euro la soglia massima per l’esonero del versamento dei contributi previdenziali per chi assume, a tempo indeterminato, i percettori del reddito di cittadinanza. Per quanto riguarda la misura di contrasto alla povertà, nel 2023 i beneficiari del sussidio tra i 18 e i 59 anni, senza minori e disabili a carico, potranno ricevere l’assegno mensile per un massimo di sette mesi, un mese in meno rispetto agli otto mesi previsti dal disegno di legge di Bilancio depositato alla Camera.

Alcune modifiche presentate dal governo riguardano poi le pensioni, in particolare il meccanismo di rivalutazione per tenere conto dell’aumento dell’inflazione. Da un lato, solo per il 2023, le pensioni minime per i cittadini con almeno 75 anni di età aumenteranno fino a 600 euro, mentre per gli altri saliranno da circa 525 euro a 571 euro. Dall’altro lato, chi ha una pensione con un valore tra le quattro e le cinque volte quello della pensione minima avrà una rivalutazione non più dell’80 per cento, ma dell’85 per cento. Visto che la rivalutazione al 100 per cento è pari a un aumento del valore del 7,3 per cento, le pensioni in questa fascia saliranno del 6,2 per cento.

Con la legge di Bilancio modificata, sarà reintrodotta una norma, in vigore già in passato, per permettere a chi ha un mutuo a tasso variabile di passare a un mutuo a tasso fisso. Come spiega il Corriere della Sera, ancora non si conoscono i dettagli della proposta, che molto probabilmente prevederà vincoli sul valore del mutuo e sull’Isee delle famiglie richiedenti.

Infine, sarà introdotta una proroga per quanto riguarda il Superbonus 110 per cento, l’incentivo fiscale con cui lo Stato ripaga tutte le spese di efficientamento energetico degli edifici, più un bonus del 10 per cento. I condomini avranno tempo fino al 31 dicembre 2022 per presentare la cosiddetta “Cilas” (ossia la “comunicazione inizio lavori asseverata Superbonus”) e continuare a godere del bonus.