Perché si sta parlando di nuovo di patrimoniale (e quanti italiani interessa)

Ansa
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Da qualche giorno, esponenti di ogni partito sono intervenuti per condannare l’ipotesi di introdurre una cosiddetta “patrimoniale”, un’imposta sul patrimonio del contribuente. «Introdurre nuove tasse ora sarebbe un crimine», ha commentato il segretario della Lega Matteo Salvini il 29 novembre. «Un furto sui conti correnti», ha attaccato la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni lo stesso giorno.

Anche nella maggioranza, l’idea non è piaciuta a molti.«Leggo dell’iniziativa parlamentare di qualcuno che vorrebbe introdurre una patrimoniale e dunque un’altra tassa per colpire imprese e lavoratori – ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, sempre il 29 novembre – il Movimento 5 stelle è sempre stato fortemente contrario».

Da dove nasce questa nuova polemica sulla patrimoniale? La proposta è contenuta in un emendamento alla legge di Bilancio per il 2021, presentato da alcuni deputati del Partito democratico e di Liberi e uguali, e di cui sono primi firmatari Matteo Orfini (Pd) e Nicola Fratoianni (Leu).

Il tema ha messo in imbarazzo lo stesso Pd: «L’emendamento alla manovra sull’introduzione di una patrimoniale è il frutto di una iniziativa libera ma individuale di alcuni deputati del Pd, che però non impegna il gruppo», ha fatto sapere il Partito democratico in una nota.

Ma che cosa prevede di preciso la proposta al centro della discussione? Abbiamo fatto un po’ di chiarezza.

L'emendamento Fratoianni-Orfini

Al momento la manovra finanziaria per il prossimo anno, trasmessa alla Camera lo scorso 18 novembre, è all’esame della Commissione Bilancio. In questa fase, la commissione raccoglie le proposte di modifica, che possono essere presentati da tutti i parlamentari.

Secondo quanto riportato dall’Ansa, ad oggi sono 7 mila gli emendamenti depositati in Commissione Bilancio: i gruppi parlamentari di Lega e Forza Italia ne hanno presentati oltre 1.200 ciascuno, mentre quelli di Fratelli d’Italia 900. Il gruppo parlamentare della maggioranza che ne ha presentati di più è stato il Movimento 5 stelle, con oltre mille proposte. Ne hanno depositati invece 803 dal Partito democratico, 668 da Italia viva e 179 da Liberi e uguali.

L’emendamento al centro della polemica è a prima firma dei deputati Nicola Fratoianni di Liberi e uguali e Matteo Orfini del Partito democratico. Nel testo – non ancora pubblicato sul sito della Camera, ma di cui Pagella Politica ha preso visione – si prevede innanzitutto l’abolizione dell’Imu (l’imposta municipale unica, una tassa sulle proprietà immobiliari) e dell’imposta di bollo sui conti correnti e di deposito titoli.

Al posto di queste due tasse, dal 1° gennaio 2021 verrebbe invece introdotta «un’imposta ordinaria sostitutiva sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500.000 euro» in beni mobili e immobili posseduti in Italia o all’estero. L’aliquota, ossia la percentuale di tassazione, sarebbe progressiva: 0,2 per cento per un patrimonio netto compreso tra 500 mila euro e un milione; 0,5 per cento per un patrimonio netto di un milione di euro, ma non superiore a 5 milioni di euro; l’1 per cento per patrimoni oltre i 5 milioni di euro, ma non superiore a 50 milioni di euro; e il 2 per cento per i patrimoni oltre i 50 milioni di euro. Solo per il 2021, invece, sarebbe prevista un’aliquota del 3 per cento per patrimoni superiori al miliardo di euro.

L’emendamento propone anche una multa per chi ha patrimoni all’estero «suscettibili di produrre redditi imponibili in Italia», non dichiarati nel nostro Paese. La sanzione amministrativa andrebbe dal 3 al 15 per cento dell’importo non dichiarato.

Chi verrebbe tassato

Quanti italiani sarebbero interessati da questa tassa sul patrimonio? Secondo le tabelle allegate all’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2016 (disponibili qui alla voce “Tavole 2016”), pubblicata nel 2018 dalla Banca d’Italia, un decimo delle famiglie italiane ha un patrimonio netto superiore a circa 460 mila euro (Grafico 1). Indicativamente sarebbe questa la fascia a cui farebbe riferimento la nuova “patrimoniale” proposta da Orfini e Fratoianni.
Grafico 1: Decimi di famiglie rispetto alla ricchezza familiare netta – Fonte: Banca d’Italia
Grafico 1: Decimi di famiglie rispetto alla ricchezza familiare netta – Fonte: Banca d’Italia
È tuttavia necessaria una precisazione: come abbiamo detto, gli emendamenti sono proposte di modifica e ogni parlamentare o gruppo di parlamentari può presentarli autonomamente o, più spesso, d’accordo con il proprio partito.

Perché l’emendamento cambi il testo di un provvedimento, deve però essere approvato dalla maggioranza in commissione e poi essere confermato dall’aula. Allo stato attuale, la modifica proposta da Fratoianni e Orfini è solo una proposta e non sembra aver incontrato il favore delle forze politiche della maggioranza (di cui pure i due deputati fanno parte).

In conclusione

Un emendamento a prima firma dei deputati Nicola Fratoianni di Liberi e uguali e Matteo Orfini del Partito democratico ha fatto molto discutere in questi giorni perché prevede l’introduzione di una patrimoniale, un’imposta sulla ricchezza dei contribuenti.

Nello specifico, il testo della modifica propone l’abolizione dell’Imu (l’imposta municipale unica, una tassa sulle seconde case) e dell’imposta di bollo sui conti correnti e di deposito titoli, due forme di patrimoniali già esistenti. Al loro posto, verrebbe invece introdotta a decorrere dal 1° gennaio 2021 un’imposta sui grandi patrimoni la cui base imponibile superiori a 500 mila euro. La percentuale di questa tassa sarebbe progressiva: dallo 0,2 per cento (per i patrimoni da 500mila euro a un milione) fino al 2 per cento (per i patrimoni oltre i 5 milioni). Secondo i dati della Banca d’Italia più recenti disponibili, riferiti al 2016, solo un decimo delle famiglie italiane ha un patrimonio netto superiore a circa 460mila euro.

Come previsto dall’iter legislativo, un emendamento è solo una proposta. Verrà messo al voto e potrà essere approvato solo se la maggioranza, in commissione e in aula, concorda sul contenuto. Sia il Movimento 5 stelle che il Partito democratico (senza i quali la modifica non potrebbe essere approvata) hanno espresso opinioni contrarie all’ipotesi di una patrimoniale.

Attualmente sono stati presentati 7 mila emendamenti alla legge di Bilancio per il 2021, in esame in commissione alla Camera.

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