Renzi ha la memoria corta sui voti di Italia viva a favore del reddito di cittadinanza

Oggi accusa gli altri schieramenti di aver supportato il sussidio, ma negli ultimi due anni anche il suo partito ha contribuito a rifinanziare la misura
ANSA/MATTEO CORNER
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Il 6 settembre il leader di Italia viva Matteo Renzi ha pubblicato sui social un video in cui critica la «destra», con Matteo Salvini, la «sinistra», con Luigi Di Maio, e il Movimento 5 stelle per aver votato il reddito di cittadinanza. «Poi ci siamo noi, con Calenda, gli unici ad avere un’idea diversa», ha dichiarato Renzi alla fine del filmato. In realtà, negli ultimi due anni la stessa Italia viva ha votato almeno due volte a favore del reddito di cittadinanza, che, ricordiamo, è stato introdotto nel 2019 dal primo governo Conte (sostenuto da Movimento 5 stelle e Lega) e mantenuto dai due governi successivi.

I voti di Iv a favore del reddito di cittadinanza

La legge di Bilancio per il 2021, approvata a dicembre dal secondo governo Conte, ha aumentato le risorse per finanziare il reddito di cittadinanza, stanziando oltre 470 milioni di euro all’anno fino al 2029, da aggiungersi agli oltre 7 miliardi di euro annui già stanziati in precedenza. In totale, la legge di Bilancio per il 2021 ha messo sul reddito di cittadinanza altri 4 miliardi di euro circa. A fine dicembre 2020, sia alla Camera che al Senato, il provvedimento aveva ricevuto il voto favorevole di Italia viva, guidata da Renzi, che poche settimane dopo avrebbe aperto una crisi di governo.

Anche la legge di Bilancio per il 2022, approvata dal governo guidato da Mario Draghi, ha aumentato i fondi per finanziare il reddito di cittadinanza, con oltre un miliardo di euro in più a disposizione fino al 2029. A fine dicembre 2021, sia alla Camera che al Senato, i parlamentari di Italia viva hanno votato a favore del testo.

La giravolta sull’abolizione

Da luglio 2021 in poi, Renzi ha più volte ripetuto di voler abolire il reddito di cittadinanza con un referendum abrogativo, anche se, in base alla legge, non avrebbe potuto organizzarlo prima del 2024. Ora il leader di Italia viva sembra aver accantonato questo progetto: il programma della coalizione tra Azione di Carlo Calenda e Italia viva non propone di eliminare il reddito di cittadinanza, ma di «consentire concretamente alle agenzie private di trovare lavoro ai percettori del reddito». In che modo? Secondo il programma, «è necessario consentire alle agenzie private per il lavoro di accedere ai dati dei percettori del reddito, al fine di poter affiancare i centri per l’impiego nella ricerca del lavoro». «È inoltre fondamentale che le agenzie private svolgano colloqui mensili obbligatori con i percettori del reddito al fine di monitorare la ricerca di lavoro e individuare eventuali esigenze formative. Il sussidio deve essere rimosso per i percettori che non partecipano ai colloqui», aggiunge il programma.

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