Prosegue la nostra indagine sulla vicenda che ha coinvolto Roberto Battiston, il fisico rimosso dall’incarico di presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. Qui la prima puntata.

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La revoca dell’incarico di Roberto Battiston da presidente dell’Asi è stata preceduta da un intervento legislativo. Con un emendamento di poche righe approvato nel corso dell’estate, l’attuale maggioranza ha infatti modificato il ruolo dell’Agenzia Spaziale Italiana all’interno dell’organo di coordinamento delle politiche del settore, il Comitato interministeriale per le politiche spaziali.

La decisione è stata rivendicata direttamente dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti (Lega Nord), che per la prima volta ha fornito all’agenzia di stampa AGI e a Pagella Politica una motivazione per la decisione.

Se, fino a pochi mesi fa, la legge riservava all’Asi un ruolo centrale all’interno del Comitato, è invece oggi invitata a partecipare a discrezione del governo e per il solo supporto tecnico-scientifico. Che cosa è successo e, soprattutto, perché?

La nascita del Comitato

Fino a tempi recenti, il testo normativo di riferimento per l’Agenzia Spaziale Italiana e le sue attività risaliva al 2003 (il decreto legislativo 128/2003). Nei rapporti tra l’Asi e i diversi ministeri (regolati dall’articolo 21) la responsabilità principale per il controllo delle attività dell’ente di ricerca era affidata al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur).

L’approccio è cambiato con una legge presentata durante la precedente legislatura, la n. 7 del 2018, e approvata definitivamente dal Parlamento negli ultimi giorni dello scorso anno. Con quella legge si istituiva un “Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale”, a cui appartenevano diversi ministeri e l’Asi. Il coordinamento generale era della Presidenza del Consiglio, che dunque assumeva un ruolo più importante nella determinazione delle politiche spaziali italiane.

Secondo quanto ci ha dichiarato Roberto Battiston, la nascita del Comitato era finalizzata al coinvolgimento di un numero maggiore di ministeri per gestire meglio e in modo più collaborativo la realtà spaziale nazionale e i rapporti internazionali. La legge è entrata in vigore il 25 febbraio 2018.

A luglio 2018 si è tenuto un incontro preparatorio in vista della prima riunione, a cui l’allora presidente Battiston aveva partecipato. Fino a quel momento, infatti, il presidente dell’Asi faceva parte del Comitato, come stabilito dall’art. 2 comma 3 della legge istitutiva.

Proprio tra luglio e agosto, però, è avvenuto un cambiamento: a un decreto-legge (il d.l. 86/2018) che si occupava della riorganizzazione dei ministeri e non faceva menzione dell’Asi, è stato aggiunto, durante la sua conversione in legge da parte del Parlamento (legge di conversione 97/2018) un emendamento – articolo 4 quarter – che modificava proprio la composizione del Comitato per le politche spaziali.

Con la modifica, il presidente dell’Asi non è più un membro a tutti gli effetti, ma un membro aggiuntivo e senza diritto di voto. Non solo: la sua presenza non è necessariamente richiesta, in quanto può essere convocato o meno alle riunioni del comitato «con funzione di alta consulenza tecnico-scientifica».

I responsabili del cambiamento

Ma chi ha voluto quella modifica? L’emendamento (numero 4.0.4) al decreto-legge è stato presentato da Daisy Pirovano (Lega) e Ugo Grassi (M5S). Abbiamo cercato di metterci in contatto con entrambi per chiedere spiegazioni sulle motivazioni che hanno guidato questa modifica.

Nel caso della senatrice Pirovano, non abbiamo mai ottenuto alcuna risposta alle email inviate e la Segreteria nazionale della Lega ci ha comunicato di non poterci mettere in diretto contatto con l’esponente del partito. Abbiamo poi provato a contattarla telefonicamente senza però che chiamate e messaggi ottenessero alcuna risposta.

Per quanto riguarda, invece, il senatore Ugo Grassi, abbiamo contattato l’ufficio stampa del M5S al Senato. Ci è stato comunicato che il senatore Grassi, contattato dal suo staff, «di questa cosa non si è mai occupato e quindi non è la persona più adatta per rispondere a domande in merito».

Quindi, pur avendo provato per giorni e per vie diverse, non siamo riusciti a metterci in contatto con i due firmatari dell’emendamento. La senatrice Pirovano sembra non voler rilasciare dichiarazioni in merito e il senatore Grassi sembra non avere idea di un emendamento che, invece, riporta pubblicamente il suo nome.

Tuttavia, tramite l’agenzia di stampa AGI, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti ci ha fatto sapere che la paternità dell’emendamento è sua. La modifica, ha aggiunto, è stata voluta per rendere più omogeneo il Comitato interministeriale, un organo di indirizzo politico: il governo ha ritenuto che non fosse appropriato mantenere con pari ruolo e responsabilità una figura come il presidente dell’Asi, che appartiene piuttosto al mondo della ricerca.

L’emendamento non è passato inosservato

Durante la discussione in Aula, la modifica introdotta dall’emendamento aveva inoltre sollevato reazioni da parte degli esponenti di diversi partiti.

Lo scorso 7 agosto, durante un suo intervento alla Camera, Gianluca Benamati (Pd) ha messo in chiaro la volontà dell’opposizione di modificare l’emendamento, per poter riabilitare a tutti gli effetti il ruolo dell’Asi all’interno del Comitato. Benamati, parlando dell’esclusione del presidente Asi dal diritto di voto, ha dichiarato che si tratta di «una scelta incomprensibile o forse direi troppo comprensibile guardando a come stanno andando le cose. Questo Comitato diventa solo un comitato politico, siamo in una situazione nella quale le competenze tecnico-scientifiche vengono spesso sottovalutate e irrise».

L’esponente del PD ha poi concluso il suo intervento dichiarando che «chi pensava che questa situazione passasse inosservata, si è sbagliato» e comunicando alla Camera l’intenzione di riproporre la questione in ogni occasione che lo permetta.

Nella stessa giornata si è espresso anche Guido Crosetto (Fratelli d’Italia), dichiarando (min. 42’ 00’’) che «l’esclusione dell’Agenzia Spaziale Italiana da questo Comitato ne fa cadere l’unico rappresentante tecnico». Ha aggiunto che, senza la presenza dell’Asi, il senso della nascita del Comitato viene meno: «è come parlare di medicina e non avere un rappresentante dei medici all’interno. Sarebbe surreale».

Sono poi intervenuti Giuseppe Basini (Lega) e Ettore Epifani (LeU) condividendo le proprie perplessità ed invitando il governo ad apportare una modifica. La proposta di modificare l’emendamento è stata però respinta con 273 voti contrari e 188 favorevoli.

l ruolo dell’Asi è passato in secondo piano?

Roberto Battiston, da noi contattato, ha sottolineato come la riconsiderazione del ruolo del presidente dell’Asi abbia messo in secondo piano il ruolo dell’Agenzia nelle definizione delle politiche e strategie spaziali.

Il fisico ha aggiunto che «i motivi di questa serie di azioni sono chiaramente interpretabili con l’intenzione (talvolta anche dichiarata) di emarginare la Presidenza dell’Asi togliendogli ruolo, indipendenza e prestigio, sostituendola di fatto con figure e ruoli collocati presso la Presidenza del Consiglio, tutto questo in contrasto con lo spirito della legge 7/2018. Si tratta di volontà politica, certamente, ma si mescola ad ambizioni istituzionali e personali».

Il “mistero” della riunione di settembre

Torniamo al Comitato Interministeriale per le politiche relative allo spazio e all’aerospazio. Il 6 settembre 2018 si è tenuta la prima riunione ufficiale. Per quanto possa sembrare sorprendente, abbiamo raccolto dichiarazioni contrastanti sul fatto che Battiston fosse presente o meno (in questo articolo come in altri, ad esempio, si dice che l’allora presidente dell’Asi non era stato invitato alla riunione).

L’ufficio stampa dell’Asi ci ha comunicato che Roberto Battiston non era stato convocato, aspetto che sembra confermato anche dal comunicato stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri dove, tra i presenti, non viene nominato l’allora presidente. Al contrario, l’ufficio stampa della Presidenza del Consiglio ci ha comunicato telefonicamente che Battiston aveva preso parte alla riunione, senza però volerci fornire alcun documento a supporto.

Ma a risolvere il dubbio è stato, alla fine, lo stesso fisico che, da noi contattato, ha confermato la sua presenza, condividendo il documento che ufficializza la sua convocazione: «Certo che ero presente, accompagnato dal direttore generale dell’Asi, la dottoressa Anna Sirica, e ho tenuto una relazione di circa quaranta minuti, fornendo il quadro delle attività dell’Asi e proponendo due importanti progetti all’attenzione del Comitato».

In conclusione

Il Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e all’aerospazio, dunque, pur essendo nato con l’intento di facilitare i rapporti tra l’Agenzia spaziale italiana e il governo, ha cambiato la sua composizione. Per volontà dell’attuale governo e più precisamente del sottosegretario Giorgetti, il presidente dell’Asi non ne fa più parte con lo stesso ruolo e le stesse responsabilità degli esponenti politici.

Ad oggi, infatti, il presidente dell’Agenzia spaziale ha solo un ruolo di supporto tecnico-scientifico, non ha diritto di voto e non vi è nessun obbligo circa la sua presenza alle riunioni.

Su questa decisione, senz’altro legittima, si può imputare però al governo una scarsa trasparenza nelle modalità con cui è stata portata a termine.

(continua)