Nelle ultime ore vari parlamentari di Fratelli d’Italia stanno rilanciando sui social un post pubblicato su Facebook dalla pagina ufficiale del partito. «Grazie alle scelte coraggiose compiute dal governo Meloni, l’Italia cresce e torna competitiva. Smentiti, ancora una volta, coloro che auspicavano crisi e catastrofi», ha scritto il 14 febbraio Fratelli d’Italia, condividendo il titolo di un articolo del Sole 24 Ore: “L’Italia cresce più di Germania e Francia”. Il riferimento è alle stime aggiornate dalla Commissione europea sull’andamento dell’economia italiana: è vero che nel 2023 il Pil del nostro Paese crescerà più del previsto, ma attribuirne i meriti al governo Meloni è scorretto.

Il 13 febbraio la Commissione Ue ha pubblicato le cosiddette “previsioni d’inverno” (in inglese Winter 2023 forecast), secondo cui nel 2023 il Pil italiano crescerà dello 0,8 per cento rispetto al 2022, quando la crescita sul 2021 era stata del 3,9 per cento. Rispetto alle “previsioni d’autunno” la Commissione Ue ha rivisto al rialzo le stime di crescita italiane ed europee: all’epoca si stimava che il Pil dell’Italia sarebbe cresciuto solo dello 0,3 per cento nel 2023, così come quello dei 27 Paesi Ue (anch’esso ora rivisto al +0,8 per cento).

Secondo la Commissione, nel 2023 13 Paesi su 27 nell’Ue cresceranno più dell’Italia, il cui Pil aumenterà comunque più di quello di Francia (+0,6 per cento) e Germania (+0,2 per cento), come correttamente rilanciato da Fratelli d’Italia. Ma leggendo più nel dettaglio le previsioni della Commissione Ue si capisce perché il partito di Giorgia Meloni “gonfia” il contributo alla crescita dell’economia dato dal governo, che ricordiamo è in carica dal 22 ottobre 2022. 

Dopo una piccola contrazione del Pil registrata nell’ultimo trimestre del 2022, scrive la Commissione, in questo inizio del 2023 l’attività economica in Italia salirà «gradualmente» visto che i consumi delle famiglie restano ancora frenati dalla perdita del potere d’acquisto. Tra le altre cose, la Commissione sottolinea che il taglio delle accise sui carburanti non è stato rinnovato dal governo Meloni e che le misure di sostegno per i rincari energetici scadranno alla fine di marzo. «Nella seconda metà dell’anno si prevede che la spesa dei consumatori torni a crescere, parallelamente con un aumento degli investimenti pubblici, favoriti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)», si legge nel report. 

In generale dalle previsioni delle autorità europee non si evince un contributo sostanziale dato dal nuovo governo alla crescita economica italiana. Per esempio, un altro elemento che favorirà una crescita più alta rispetto a quella stimata in passato sarà il rallentamento dell’inflazione, trainata dai rincari energetici. In questo caso ci sono buoni segnali: il prezzo del gas sta diminuendo da mesi, ma non per meriti del governo. 

Infine va sottolineato che secondo la Commissione Ue nel 2024 il Pil italiano crescerà dell’1 per cento rispetto al 2023 (in autunno la previsione era di un +1,1 per cento): è la percentuale più bassa stimata tra tutti i 27 Paesi dell’Unione europea. Questo dettaglio viene omesso dagli esponenti di Fratelli d’Italia sui social. È vero comunque che più si va in là con il tempo, più le previsioni si fanno incerte e vanno prese con la dovuta cautela. Si veda per l’appunto come sono cambiate nel giro di pochi mesi le previsioni d’inverno della Commissione rispetto a quelle d’autunno.

Già nel corso del 2022 il Pil italiano era cresciuto più di quello francese e tedesco. Per esempio nel terzo trimestre dell’anno scorso il Pil del nostro Paese era cresciuto dello 0,5 per cento rispetto ai tre mesi precedenti, percentuale più alta di quelle registrate in Francia e Germania. Anche l’aumento rispetto allo stesso trimestre del 2021 era stato migliore per l’Italia.