Oggi, giovedì 30 giugno, è ufficialmente nato al Senato il gruppo parlamentare di “Insieme per il futuro”, dove sono confluiti dieci senatori che hanno deciso di lasciare il Movimento 5 stelle e di seguire la scissione guidata dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. La scorsa settimana, il 22 giugno, il nuovo gruppo parlamentare di “Insieme per il futuro” si era già formato alla Camera, raccogliendo 51 deputati. Ricordiamo che i gruppi parlamentari riuniscono deputati e senatori in base alla loro appartenenza politica e sono, di fatto, l’articolazione in Parlamento dei partiti.

Se Di Maio è riuscito a creare un gruppo parlamentare al Senato, deve però ringraziare Bruno Tabacci, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega alla programmazione economica, eletto deputato nel 2018 in Lombardia con Centro democratico, partito all’epoca alleato con il Partito democratico e altri partiti di centrosinistra.

In base al regolamento del Senato, un gruppo parlamentare non solo deve essere composto almeno da dieci senatori, ma deve anche rappresentare un partito o movimento politico che si sia presentato alle elezioni. Di Maio e i suoi colleghi fuoriusciti dal Movimento 5 stelle rispettavano il primo requisito, ma non il secondo, visto che alle elezioni politiche di marzo 2018 si erano candidati ed erano stati eletti con il Movimento 5 stelle, quando Insieme per il futuro ancora non esisteva.

Qui entra in gioco Tabacci, che ha deciso di mettere a disposizione il simbolo del proprio partito in Senato, per consentire al ministro degli Esteri la creazione di un gruppo parlamentare a Palazzo Madama, che infatti si chiamerà “Insieme per il futuro-Centro democratico”. «Considero l’operazione del ministro degli Esteri coraggiosa e per questo ho deciso in qualche modo di supportarla», ha dichiarato Tabacci il 30 giugno a Il Foglio.

Di recente, un’operazione simile è stata fatta anche dall’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. A settembre 2019, a pochi giorni dalla nascita del secondo governo guidato da Giuseppe Conte, Renzi aveva deciso di abbandonare il Pd, formando i due gruppi parlamentari di Italia viva sia alla Camera che al Senato. Anche lui aveva però avuto il bisogno di farsi aiutare da un senatore, più precisamente da Riccardo Nencini, eletto nel 2018 con il Partito socialista italiano. Grazie a Nencini, Renzi aveva potuto creare il gruppo di Italia viva al Senato, che infatti, per intero, si chiama “Italia viva-Psi”.