Che cosa c’è nel primo decreto “Milleproroghe” del governo Meloni

Dalle ricette elettroniche ai dehors dei bar, come ogni anno questo provvedimento contiene norme molto diverse tra loro
ANSA
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Aggiornamento 30 dicembre 2022, ore 10 – Il 29 dicembre il testo ufficiale del decreto “Milleproroghe” è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale. Il 30 dicembre il provvedimento è effettivamente entrato in vigore e, come per ogni decreto-legge, il Parlamento avrà ora 60 giorni di tempo per convertirlo in legge.
Nella tarda mattinata di mercoledì 21 dicembre, il Consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto “decreto Milleproroghe”, un provvedimento che, come suggerisce il nome, posticipa le scadenze imminenti di alcune norme, in ambiti molto diversi tra loro. La riunione del governo è stata presieduta dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, a causa dell’assenza della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il testo ufficiale del decreto-legge, che poi dovrà passare l’esame del Parlamento, non è ancora stato pubblicato, ma il suo contenuto è stato riassunto dal governo in un comunicato stampa.

Per quanto riguarda la sanità, il decreto “Milleproroghe” ha allungato di un anno, e quindi fino a dicembre 2023, la possibilità per i medici di inviare ricette e prescrizioni di farmaci via email o sms ai loro assistiti. Per tutto il prossimo anno è stata prorogata anche l’esenzione della fatturazione elettronica per gli operatori sanitari che sono tenuti a inviare i dati al sistema della tessera sanitaria. Per le imprese è stato prolungato di due anni, fino al 2025, il meccanismo del cosiddetto “contratto di espansione”, una misura di supporto alle aziende in crisi che agevola il pensionamento anticipato dei dipendenti in seguito a una riorganizzazione aziendale. 

Sul fronte del fisco, il decreto approvato dal Consiglio dei ministri ha prorogato fino al 30 giugno 2023 il termine per la presentazione della dichiarazione sull’Imu relativa al 2021, la cui scadenza era finora fissata per il 31 dicembre 2022. Fino al prossimo 30 giugno è stata inoltre prolungata la possibilità per i titolari di locali ed esercizi pubblici di occupare il suolo di vie e piazze con tavolini, sedie e dehors senza una previa autorizzazione.

Una lunga tradizione

Negli ultimi vent’anni, l’approvazione dei decreti “Milleproroghe” è ormai diventata una tradizione per i governi italiani. Questo provvedimento, in realtà, non sarebbe un passaggio istituzionale obbligato, come lo è per esempio l’approvazione della legge di Bilancio. Ma per intervenire in maniera tempestiva ed evitare singoli provvedimenti, i governi preferiscono adottare un unico testo, con dentro molte proroghe, con l’avvicinarsi della fine dell’anno. Via via, con gli anni, i decreti “Milleproroghe” sono diventati sempre più corposi, non senza problemi. L’abuso di questo strumento rischia infatti di mettere insieme norme molto diverse tra loro, che meriterebbero un percorso legislativo autonomo, all’interno dello stesso testo. 

Secondo alcuni esperti, poi, i decreti “Milleproroghe” sarebbero in contrasto con una legge del 1988, in base alla quale il contenuto di un decreto-legge «deve essere specifico, omogeneo e corrispondente al titolo». Un decreto “Milleproroghe” è, come ricorda il nome, un provvedimento in cui confluiscono norme disomogenee, su una grande varietà di temi. Della questione si è occupata in passato persino la Corte Costituzionale, che con una sentenza ha stabilito come l’unico criterio di omogeneità presente in questo tipo di decreti sia quello di intervenire «con urgenza sulla scadenza di termini il cui decorso sarebbe dannoso per interessi ritenuti rilevanti dal governo e dal parlamento». Secondo l’articolo 77  della Costituzione, infatti, il governo può adottare i decreti-legge solo «in casi straordinari di necessità e di urgenza».

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