Suicidio assistito: cosa succede con Pillon relatore della legge al Senato

La nomina è stata criticata, perché, secondo alcuni, metterebbe a rischio l’approvazione del testo, che ha già ricevuto il via libera della Camera
ANSA/ANGELO CARCONI
ANSA/ANGELO CARCONI
Il 26 aprile il disegno di legge sul suicidio assistito, approvato dalla Camera lo scorso 10 marzo, ha iniziato il suo percorso al Senato, nelle commissioni Giustizia e Sanità. Qui sono stati nominati quattro relatori per il testo: Alessandra Maiorino (Movimento 5 stelle), Caterina Biti (Partito democratico), Maria Rizzotti (Forza Italia) e Simone Pillon (Lega). Proprio la scelta di nominare Pillon come relatore ha attirato diverse critiche, vista la nota opposizione del senatore leghista alla pratica del suicidio assistito, ossia la procedura con cui un malato si fa aiutare per morire, per esempio con l’assunzione di un farmaco.

La calendarizzazione della legge al Senato «è sicuramente una buona notizia, ma l’averla affidata a ben quattro relatori rischia di complicare l’adozione del testo finale», hanno dichiarato all’Ansa Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretaria nazionale e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, che da anni si batte per l’introduzione di una legge in Italia sul suicidio assistito. «La presenza di Pillon come relatore è emblematica di una volontà di scontro che non crediamo sia condivisa nemmeno da tutto il centrodestra».

In concreto, quali conseguenze potrà avere sul disegno di legge in discussione al Senato la nomina di Pillon a relatore in commissione? Abbiamo fatto un po’ di chiarezza.

Il ruolo dei relatori

Le commissioni parlamentari sono piccole assemblee che, in formato ridotto, rispecchiano il numero dei membri che i partiti hanno alla Camera e al Senato. Semplificando un po’, il loro compito è quello di fare da filtro: prima di arrivare all’aula, le proposte di legge passano infatti per le varie commissioni, a seconda del tema trattato, dove vengono analizzati gli articoli dei testi, per discutere e approvare eventuali modifiche.

In questo caso, il disegno di legge sul suicidio assistito è all’esame della Commissione Giustizia (quella dove siede il senatore Pillon) e della Commissione Sanità. Ma che cosa fa nello specifico un relatore in commissione?

Come spiega il sito del Senato, il relatore ha il compito di «studiare un disegno di legge» e di riferirne il contenuto alla commissione. Il relatore è, insomma, «una sorta di regista politico del dibattito, che esprime il suo parere su tutti gli emendamenti presentati», ossia alle proposte di modifica di un disegno di legge. Di norma, poi, è il relatore che su mandato della commissione a cui appartiene interviene in aula, quando il testo si appresta all’esame finale, presentando una relazione sulla proposta approvata dalla commissione.

Si tratta dunque di un ruolo di primo piano e molto ambito dai parlamentari. «Diventare relatore dà la possibilità a deputati e senatori di avere un ruolo determinante nel successo (o fallimento) di un provvedimento, dovendo portare avanti tutta la contrattazione e mediazione fra le diverse forze politiche», sottolinea Openpolis, una fondazione che promuove una maggiore trasparenza nella politica. «Abitualmente questo incarico viene affidato a chi ricopre un ruolo chiave» in commissione.

Nel caso del disegno di legge sul suicidio assistito, viste le diverse posizioni all’interno dei partiti che sostengono il governo, si è così optato per quattro relatori, due per commissione. Questa scelta dovrebbe ridurre il peso e la capacità di un singolo relatore di incidere sul destino del disegno di legge, ma in ogni caso Pillon avrà comunque poteri in più rispetto agli altri membri delle due commissioni.

«Lavorerò con grande attenzione, tenendo sempre presente la necessità di tutelare in ogni modo i nostri anziani e le persone più deboli e fragili dal rischio di vedersi privati delle cure necessarie», ha scritto su Facebook il 26 aprile il senatore della Lega. «Sono contro ogni forma di accanimento terapeutico ma non possiamo dimenticare che, come scrive anche la Consulta, la vita è il primo e più prezioso dei diritti, da cui dipende ogni altro diritto. Quanto all’iter, ora ci dedicheremo alle audizioni, per fare tesoro delle indicazioni di chi ogni giorno affronta questi temi sul campo».

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