Che cosa prevede il decreto “Ucraina”

Il testo, approvato alla Camera, ora passa al Senato, che dovrà dare il via libera a una serie di provvedimenti sul conflitto in corso
© U.S. Marine Corps/ZUMA Press Wire Service/ZUMAPRESS.com
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Il 17 marzo la Camera ha approvato il cosiddetto “decreto Ucraina” con 367 voti favorevoli, 25 contrari – di cui quattro provenienti da deputati di maggioranza – e cinque astenuti. Non è passato inosservato il numero degli assenti: 231 in totale, di cui appena 78 “in missione”, quindi giustificati perché impegnati in altre attività istituzionali.  

Il testo, che ora passa all’esame del Senato per la conversione in legge, contiene una serie di provvedimenti legati alla guerra in corso in Ucraina, dall’invio di armi all’accoglienza in Italia dei profughi che fuggono dal conflitto.

Le misure del decreto “Ucraina”

Il testo approvato dalla Camera è di fatto l’accorpamento di due decreti approvati dal governo, uno il 25 febbraio e l’altro il 28 febbraio. Il testo di sintesi, così ottenuto, prevede la possibilità per l’Italia di inviare alle autorità ucraine «mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari». La lista delle armi inviate – che può includere anche quelle classificate come letali – è secretata, quindi teoricamente non accessibile al pubblico, ma è stata comunque divulgata da alcuni giornali. 

Questa misura, particolarmente delicata, era stata approvata il 28 febbraio all’unanimità dal Consiglio dei ministri, e aveva poi ricevuto parere favorevole da entrambe le camere del Parlamento. L’invio di armi letali rappresenta infatti una deroga, al momento autorizzata fino al 31 dicembre 2022, alla legge n. 185 del 9 luglio 1990, che vieta «l’esportazione e il transito» di materiali di armamento «verso i Paesi in stato di conflitto armato». 

Viene inoltre autorizzata per l’anno in corso la spesa di 12 milioni di euro per la cessione, a titolo gratuito, di mezzi ed equipaggiamenti non letali. Il ministro della Difesa e il ministro degli Esteri sono tenuti, almeno una volta ogni tre mesi, a riferire al Parlamento l’andamento di queste operazioni. 

Sempre dal punto di vista militare viene autorizzata o prorogata la partecipazione delle forze militari italiane ad alcune operazioni coordinate dalla Nato, soprattutto nell’area dei Paesi baltici. 

Un’altra misura particolarmente rilevante riguarda l’accoglienza dei profughi in arrivo dall’Ucraina, per la quale vengono destinati quasi 92 milioni di euro per il 2022. In particolare, il testo stabilisce l’attivazione di 3 mila posti aggiuntivi nel Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), ossia i servizi di accoglienza gestiti dagli enti locali, e prevede che i profughi ucraini possano usufruire anche dei posti creati, la scorsa estate, per i cittadini afghani. Inoltre, il decreto assicura l’accesso ai sistemi di accoglienza anche a coloro che non hanno fatto richiesta di protezione internazionale o non possiedono i titoli normalmente richiesti per poter usufruire di queste strutture. Secondo i dati del ministero dell’Interno, al 17 marzo erano arrivate in Italia dall’Ucraina più di 50 mila persone, in maggioranza donne e bambini. 

Il decreto dispone poi l’istituzione di un fondo da un milione di euro per il 2022 destinato a iniziative per studenti, ricercatori e professori di nazionalità ucraina che si trovano in Italia, e attiva misure di sostegno per le imprese che hanno legami commerciali ed economici particolarmente rilevanti con l’Ucraina, la Russia o la Bielorussia. 

Sono inoltre incluse alcune misure preventive pensate per «fronteggiare l’eccezionale instabilità del sistema nazionale del gas naturale», ma l’argomento viene trattato in modo più approfondito dal cosiddetto decreto “Energia”, attualmente in fase di esame presso le Commissioni Ambiente e Attività produttive di Montecitorio. 

Durante la discussione del testo, la Camera ha approvato a larga maggioranza un ordine del giorno che impegna il governo ad aumentare le spese militari per raggiungere la soglia del 2 per cento del Pil, come chiesto dalla Nato. 

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