Come possono votare gli studenti fuorisede alle europee

Tutto quello che bisogna sapere per partecipare alle elezioni di giugno se si studia in un comune diverso da quello di residenza
Ansa
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Per la prima volta, alle prossime elezioni europee di giugno le persone che abitano in un comune diverso da quello di residenza per motivi di studio potranno votare nella città dove vivono, e non in quella di residenza. Per usufruire di questa possibilità, però, gli studenti fuorisede dovranno rispettare alcune condizioni e scadenze. 

Innanzitutto, per votare in un comune diverso da quello di residenza, uno studente fuorisede deve vivere da almeno tre mesi nel comune dove non ha la residenza. Chi soddisfa questo requisito deve presentare entro il 5 maggio una richiesta (qui si può scaricare il modulo) al proprio comune di residenza per chiedere di poter votare nel comune dove abita per motivi di studio. Nella domanda va indicato l’indirizzo dove si ha il domicilio temporaneo, un eventuale indirizzo di posta elettronica e vanno allegati alcuni documenti: un documento di riconoscimento in corso di validità; la tessera elettorale personale; e un certificato di iscrizione a un’istituzione scolastica o universitaria del comune in cui ci si trova. 

Una volta ricevuta la domanda, entro il 4 giugno il comune dove lo studente abita temporaneamente gli invierà un’attestazione di ammissione al voto con l’indicazione del numero e dell’indirizzo della sezione dove votare. Nei giorni di votazione, lo studente fuorisede dovrà mostrare l’attestazione al seggio per poter essere ammesso a votare, insieme al documento di riconoscimento e alla tessera elettorale.

Dove votano i fuorisede

Gli studenti fuorisede potranno votare con due modalità. Potranno votare nel comune dove vivono per motivi di studio se il comune appartiene alla stessa circoscrizione elettorale del comune di residenza. Al contrario, se il comune è fuori dalla circoscrizione di residenza, dovranno votare nel capoluogo di regione del comune dove vivono temporaneamente. In questo caso, gli studenti fuorisede voteranno in seggi speciali istituiti in ciascun capoluogo di regione ed esprimeranno il loro voto su una scheda che corrisponde a quella della circoscrizione in cui sono residenti. 

Le circoscrizioni in cui è suddiviso il territorio italiano alle elezioni europee sono cinque. La circoscrizione dell’Italia Nord-Occidentale comprende la Valle d’Aosta, il Piemonte, la Liguria e la Lombardia; la circoscrizione dell’Italia Nord-Orientale è formata dal Trentino-Alto Adige, dal Veneto, dal Friuli-Venezia Giulia e dall’Emilia-Romagna; la circoscrizione dell’Italia Centrale comprende la Toscana, l’Umbria, le Marche e il Lazio; la circoscrizione dell’Italia Meridionale comprende l’Abruzzo, il Molise, la Campania, la Puglia, la Basilicata e la Calabria; la circoscrizione dell’Italia Insulare è formata invece dalla Sicilia e dalla Sardegna.

Facciamo un esempio per capire meglio le due modalità di voto. Uno studente residente a Bressanone, in Trentino Alto-Adige, che abita a Bologna per frequentare l’università, potrà votare a Bologna perché il Trentino Alto-Adige e l’Emilia-Romagna si trovano nella stessa circoscrizione elettorale, quella dell’Italia Nord-Orientale. Al contrario, una persona residente a Palermo che abita per motivi di studio a Pavia, non potrà votare a Pavia alle elezioni europee, ma a Milano, capoluogo regionale della Lombardia. Palermo e Pavia sono infatti in due circoscrizioni diverse, rispettivamente in quella Nord Occidentale e in quella Insulare.

Il dibattito sui fuorisede

In generale il sistema elettorale italiano prevede che ogni cittadino sia iscritto alle liste elettorali del comune in cui è residente e solo per le elezioni politiche è previsto il voto per corrispondenza degli italiani all’estero. I cittadini che invece vivono in Italia, e che per vari motivi sono domiciliati in un comune diverso da quello di residenza, sono esclusi dal voto per corrispondenza. Per votare, questi elettori devono per forza tornare a casa oppure spostare la propria residenza nel luogo di domicilio. Secondo i dati più aggiornati, queste persone sono in totale circa 5 milioni in tutta Italia, ma non sono tutte studenti o giovani. Tra gli elettori fuorisede ci sono infatti anche lavoratori o persone che abitano in altri comuni per motivi di salute e cure mediche. Complessivamente gli studenti fuorisede sono circa 591 mila, poco più del 10 per cento di tutte le persone che abitano fuori dal proprio comune di residenza.

La possibilità per gli studenti fuorisede di votare nel comune dove abitano alle elezioni europee è stata introdotta dal governo Meloni con il decreto “Elezioni”, convertito in legge dal Parlamento lo scorso 21 marzo.

Negli ultimi anni il tema dei fuorisede era tornato spesso al centro del dibattito politico: nelle passate legislature vari parlamentari di centrosinistra avevano presentato proposte di legge per garantire il voto di questa categoria di persone, ma nessuna di queste iniziative è mai stata approvata definitivamente dal Parlamento. Nell’attuale legislatura la Camera ha iniziato l’esame di una serie di proposte sullo stesso tema presentate da alcuni deputati di opposizione, da cui poi è stato ricavato un testo che ha iniziato l’esame in aula a maggio 2023. In seguito, però, la maggioranza di centrodestra lo ha trasformato in un disegno di legge delega, affidando quindi solo al governo il compito di regolare la materia. Quasi un anno dopo, a febbraio 2024, i senatori di Fratelli d’Italia in Commissione Affari costituzionali al Senato hanno presentato un emendamento al decreto “Elezioni” per consentire il voto alle europee degli studenti fuorisede, poi sottoscritto dai senatori di tutti gli altri partiti, compresi quelli di opposizione. La modifica è stata quindi approvata e introdotta ufficialmente nel testo del decreto-legge, poi convertito a tutti gli effetti alla fine di marzo. Nel provvedimento, lo ricordiamo, non sono state incluse le persone che si trovano fuori dal comune di residenza per motivi di lavoro o per esempio di salute, che quindi dovranno per forza tornare a casa se vorranno votare alle europee.

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